Tuttavia – scrive Danilo Magliocchetti, consigliere comunale di Frosinone – nella presentazione degli investimenti, peraltro in occasione del lancio della campagna elettorale della sinistra per le Comunali di Frosinone, manca un presupposto fondamentale ed imprescindibile: la concretezza in funzione delle reali esigenze del Capoluogo.
Per essere estremamente chiari, vanno senz’altro bene i 53 milioni di euro per la sanità ciociara, ed ancor più le risorse destinate alle nuove apparecchiature per gli ospedali di Frosinone ed Alatri, ma proprio per l’ospedale Spaziani del Capoluogo, l’amministrazione comunale, con un ordine del giorno votato all’unanimità il 30 ottobre 2020, e quindi la città, hanno chiesto da tempo un qualcosa in più, di più ampio respiro e che guarda al futuro.
Ovverosia, la possibilità di un ampliamento della struttura esistente, anche allo scopo di assicurare, per il futuro, cure adeguate, sia per le patologie comuni, che per quelle pandemiche, con le quali dovremo purtroppo convivere. Una ulteriore area attigua da destinare al potenziamento e miglioramento quali/quantitativo dell’offerta sanitaria dello Spaziani. Ciò anche ai fini dell’auspicato e legittimo riconoscimento a DEA di II livello.
Ebbene, di questo strategico intervento per il presidio sanitario del Capoluogo, che peraltro è un presidio sanitario imprescindibile, non solo per i cittadini di Frosinone, ma anche per quelli dell’area nord della provincia, non si è parlato ieri, né è previsto nei documenti regionali sul PNRR.
La Città di Frosinone sta diventando, nel corso degli anni, sempre più centrale e strategica nelle dinamiche locali e provinciali ed aspira, legittimamente, ad essere centro di riferimento, anche per le politiche sanitarie della Regione.
Ma deve essere messa in grado, concretamente, di recitare questo legittimo ruolo, grazie anche alle professionalità mediche ed infermieristiche presenti allo Spaziani. Per cui, se non si da seguito con azioni concrete e conformi, alle esigenze ed alle richieste della comunità locale, con veri progetti di potenziamento infrastrutturale, i pur buoni proponimenti, rischiano di rimanere tali e ad esclusivo utilizzo della campagna elettorale, già evidentemente in corso.