E’ morto mentre stavano visitando la moglie in un ambulatorio dell’ospedale di Anagni, o almeno di ciò che di esso è rimasto. Sotto gli occhi di altri cittadini, anche loro in attesa di prestazione ambulatoriali o visite, si è improvvisamente accasciato ed è deceduto. E’ accaduto ieri mattina, a perdere la vita è stato Nello Scarsella, 74 anni, di Alatri.
L’uomo di buon mattino aveva accompagnato la moglie nella struttura sanitaria anagnina per una visita specialistica, ma, proprio mentre la donna era nella stanza del medico, è stato colto da un malore che non gli ha lasciato scampo. Il 74enne è stato subito soccorso dai sanitari in quel momento in servizio nel presidio, ma a nulla sono valsi i loro tentativi di rianimarlo. Nello Scarsella è morto così, sotto gli occhi di quanti aspettavano una visita.
Dell’accaduto è stata subito avvertita la moglie, attimi drammatici quelli in cui la donna ha saputo della morte del marito, momenti strazianti, che hanno segnato una mattina di dolore e rabbia nella struttura di via Onorato Capo. La salma di Nello Scarsella è stata subito posta a disposizione della famiglia per fissare i funerali, che si svolgeranno oggi pomeriggio alle 15.30 nella chiesa Maria Santissima Regina nella zona di Tecchiena Castello, dove il 74enne risiedeva con la moglie.
VISITANO IL MARITO, LEI MUORE IN SALA D’ATTESA
Da segnalare che appena 3 mesi fa, il 7 novembre dello scorso anno, sempre nell’ex ospedale di Anagni si era verificato un fatto praticamente identico: in quel caso fu una donna di 72 anni a morire nelle sale di attesa della struttura mentre il marito era sottoposto ad una visita specialistica. Ad ucciderla fu probabilmente un arresto cardiocircolatorio.
I due episodi hanno fatto nuovamente esplodere la rabbia per la mancanza di un pronto soccorso che possa aiutare i cittadini in caso di necessità o urgenze come quelle che hanno portato alla morte l’uomo ieri mattina e la donna il 7 novembre. L’ex ospedale di Anagni nei piani della Asl è destinato a divenire un “ospedale di comunità”, ma per la popolazione si tratta di una riconversione non adeguata a garantire servizi e, soprattutto, sicurezza sanitaria non solo ad Anagni ma a tutto il bacino di utenza che è di circa 90mila abitanti.
