martedì 16 Aprile 2024
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Veroli – Il senso della vita non termina con la morte corporale

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Nella con cattedrale di Sant’Andrea a Veroli, il vescovo diocesano mons. Ambrogio Spreafico presiede la concelebrazione Eucaristica con il parroco don Andrea Viselli, il rettore della Basilica di Santa Salome don Angelo Oddi e don Giovanni. La Chiesa ha ospitato i fedeli che la normativa Covid prevedeva e tra gli altri gli assessori, Assunta Parente e Patrizia Viglianti

di Egidio Cerelli

Come ogni anno la Concattedrale di Veroli ha ospitato il vescovo diocesano mons. Ambrogio Spreafico il quale ha concelebrato la santa Messa insieme con i sacerdoti delle parrocchie di Veroli centro.
Ha animato la concelebrazione eucaristica il coro diretto dal maestro Luigi Mastracci. Al termine il vescovo si è portato sulla loggia delle Benedizioni dove ha benedetto concedendo l’indulgenza plenaria secondo quando previsto dalle regole della Chiesa a quanti erano nella piazzetta del Vescovado. Nel pomeriggio mons. Ambrogio Spreafico come sempre si è recato presso l’INI Città Bianca dove ha celebrato nella cappella della struttura la santa Messa.
Interessante e sempre molto attuale quella del nostro vescovo.

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La festa di oggi ci permette di celebrare il senso della vita che non termina con la morte corporale. Per questo la Chiesa celebra l’Assunzione di Maria al cielo con corpo e anima, cioè con tutta la sua umanità, dopo la morte. È il futuro in cui noi crediamo e che ci fa guardare avanti con speranza, senza dimenticare tuttavia che già da oggi possiamo vivere pienamente la nostra esistenza sulla terra. I tempi continuano a essere difficili e solo l’arroganza e l’egoismo possono farci credere che tutto passerà in fretta e che non bisogna esagerare la portata della pandemia che ancora affligge l’intera umanità. Basta pensare solo a quella parte enorme di mondo in cui i vaccini non sono arrivati e dove la gente si ammala e muore senza che nessuno ne parli.
  


Tutti siamo parte di una grande famiglia

Cari fratelli, nei tempi difficili scopriamo di essere tutti parte della grande famiglia umana, dove il male di uno si ripercuote su tutti, così come il bene di ciascuno rende migliore la vita di tutti. Non facciamoci ingannare dalla tentazione di chiuderci in noi stessi e di pensare che sia possibile salvarsi da soli. Lo vediamo bene che non è così. Basta pensare a come la superficialità e l’arroganza di alcuni possano ancora contagiare e far ammalare e morire gli altri. Allora scopriamo di avere tutti una responsabilità nei confronti degli altri, e che solo questa responsabilità può aiutarci a guardare al futuro con speranza e a costruire un mondo migliore.

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La vita è lotta

Non si può pensare di vivere lasciandoci trascinare dal conformismo o dalla recriminazione, credendo che la nostra felicità non dipenda anche da ognuno di noi. Nella prima lettura dal libro dell’Apocalisse si descrive proprio la forza prepotente del male, rappresentata dal drago rosso che si pone davanti alla donna per divorare il figlio che stava per partorire. Si tratta ovviamente di immagini che ci aiutano a riflettere anche sul tempo che viviamo. Quella donna, che dà alla luce un bambino, Gesù, viene protetta da Dio perché il Vangelo di Gesù possa aiutarci a vincere il male unendoci a lei, Maria, madre di Gesù e madre nostra. E’ il tempo in cui uscire dal nostro io e, come Maria, attraversare le montagne, le difficoltà e gli ostacoli della vita, per raggiungere Elisabetta e aiutarsi a trovare le parole per riconoscere la presenza amorevole di Dio nella nostra vita e nel mondo.  Così inizia la lotta contro il male: dalla coscienza della presenza del Signore, che riscopriamo nella preghiera, nella Santa Messa della Domenica con le nostre comunità, nella lettura della Bibbia, ma anche nell’incontro con gli altri, soprattutto con poveri e i bisognosi di aiuto e amicizia.
  

Anche noi possiamo cantare il ‘Magnificat’

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È sempre sorprendente ascoltare il Vangelo della visita di Maria a Elisabetta, di una giovane che si avventura in un lungo viaggio dalla Galilea fino alla Giudea per condividere con un’anziana la gioia dell’annuncio dell’angelo. Insieme possiamo anche noi gioire della presenza di Gesù, insieme possiamo aiutarci e condividere la nostra vita nel bene e nel male, insieme possiamo cantare la lode di Dio che non ci abbandona, ci sostiene, ci ha accompagnato e preservato in questo tempo. Come non unirci al canto di Maria, il Magnificat, per cantare la lode di Dio?  Dio si prende cura di noi, a partire dagli umili, che sono consapevoli del loro bisogno e non hanno paura di affidarsi a Lui. Ma quanto è difficile in un mondo che t’insegna a fare da solo, che a volte ti circonda di concorrenti invece che di amici, che t’illude che bastano i like a renderti felice. Eppure, sai bene che non è così, che la gioia viene dal dare, dalla capacità di condividere ascoltandosi e incontrandosi, non certo nella solitudine di video o di messaggi che da soli non colmano la distanza che ci separa.

Dio disperde i superbi, rovescia i potenti e innalza gli umili

Per questo nel Magnificat sembra che Maria canti un mondo rovesciato rispetto al nostro: Dio disperde i superbi, rovescia i potenti e innalza gli umili, ricolma di beni gli affamati e rimanda i ricchi a mani vuote. Ma come può accadere? Ci chiediamo. Spetta a noi, cari fratelli e sorelle, condividere il modo di agire di Dio, il solo che veramente può realizzare in pienezza la nostra umanità, può darci quella felicità che tutti cercano, ma spesso non trovano, perché essa non si trova nel potere, nella ricchezza, nella prepotenza, nell’egoismo.

Come la ricerca della felicità?

Cercala allora con umiltà unendoti oggi a questa comunità. Cercala nella saggezza della Parola di Dio, la Bibbia. Cercala nella preghiera. Cercala nella pace che sai comunicare agli altri. Cercala nella condivisione di quello che hai, anche se poco, perché il Signore moltiplica sempre ciò che doniamo con gratuità e con gioia. Cercala nella cura degli altri, soprattutto di chi soffre per la pandemia, perché prendendoti cura degli altri curi anche la tua umanità e la rendi migliore.  Così sarai felice e potremo insieme cantare la lode di Dio con Maria ed Elisabetta, una giovane e un’anziana, in questa unità di amore tra generazioni che sarà una benedizione per il nostro presente e il nostro futuro.

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Egidio Cerelli
Egidio Cerellihttps://www.tunews24.it
Giornalista del quotidiano online "TuNews24.it" e del settimanale cartaceo "Tu News", inizia a collaborare con il Messaggero il 29 aprile 1973, quindi con il Corriere di Frosinone, Radio Frosinone, TeleUniverso e Itr, per le telecronache del Frosinone Calcio e del Basket Veroli. Quindi Extra Tv, Ciociaria Oggi, La Provincia Quotidiano e Tg24. Organizzatore di numerosi eventi tra cui la Biennale del Ferro Battuto, Premio Veroli con Mogol, Premio Valente con Gaetano Castelli.
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