L’aereo del senatore va in avaria. E rischia il dirottamento da parte di Salvini
La Lega presenta in Senato una mozione di sfiducia al premier Giuseppe Conte. La posizione della Lega è chiara, e la ribadisce già da ieri il ministro Matteo Salvini: “Troppi no fanno male all’Italia. Ora c’è bisogno di tornare a crescere e quindi di andare a votare in fretta. Chi perde tempo danneggia il Paese e pensa solo alla poltrona”.
Sarebbero stati i sondaggi favorevoli e il rischio di far slittare di sei mesi le elezioni in caso di definitiva approvazione della legge sul taglio dei parlamentari a convincere definitivamente il vicepremier per una definitiva accelerazione sulla crisi di Governo. Dal canto suo Conte ha deciso di non rimettere il mandato ma di recarsi in Parlamento per incassare la sfiducia. La palla quindi, passa a Salvini, che in Senato dovrà spiegare i motivi che lo hanno indotto alla drastica scelta.
I presidenti di Camera e Senato detteranno i tempi. Ad occhio e croce si parla della prossima settimana, dunque intorno a Ferragosto. Il presidente della Repubblica dovrà decidere a chi affidare il mandato, quindi un Conte bis o un capo di Governo senza fiducia, per portare il Paese alle elezioni di ottobre.

Poche, finora, le reazioni dalla Ciociaria, dove una decina di parlamentari hanno la quasi certezza di cadere dalle poltrone subito dopo l’estate. Tra questi c’è il verolano Gianfranco Rufa, che ha potuto beneficiare di qualche mese di ristoro in Senato, essendosi trovato, alle ultime elezioni, nel posto giusto al momento giusto. Una storia che tutti coloro che frequentano il mondo della politica conoscono bene, quella dell’elezione del senatur, uno degli uomini più fortunati della regione a quanto pare.
Rufa questa fortuna ha voluto ostentarla per mesi, con continui scatti sui social. Senatore della Repubblica Italiana, eletto dal popolo (precisamente quello del collegio proporzionale Lazio Nord), acclamato in piazza, benvoluto, quasi venerato (secondo lui). Lui che nel suo Comune di residenza, da candidato a sindaco contro un Pd malridotto, “conquista” appena l’8% dei consensi. Lui che alle scorse elezioni, con la Lega sulla cresta dell’onda e tre ministri giunti in città in suo aiuto, si rende protagonista di una debacle clamorosa, storica, una figuraccia politica senza precedenti condivisa con il suo candidato, e un Partito Democratico che a Veroli riesce nella migliore vittoria di tutta la provincia di Frosinone.

Ma il senatore (anzi, tra una manciata di settimane, con molta probabilità ex senatore) rimane di buon umore e si dedica alla cucina per qualche giorno: gnocchi, pasta fatta in casa, braciate e chi più ne ha più ne metta.
Ora, però, si trova ad un bel bivio, lui che a giugno 2018 pubblicava la sua foto abbracciato al premier Conte, dicendo che era felice, dopo avergli dato il voto di fiducia: appena un anno dopo voterà contro “l’amico” Conte, rendendo pubblico lo scatto? (Magari il premier l’avrà già chiamato chiedendogli una mano, questo noi gente del popolo non possiamo certo saperlo…) E, qualora cadrà il Governo, come ormai pare certo, avrà il coraggio di ricandidarsi, ben sapendo che la fortuna passa una volta sola? Ma soprattutto: qualcuno deciderà di ricandidarlo dopo la lunga serie di figuracce?
In politica il vento cambia velocemente, caro Rufa. E gli errori si pagano cari.
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