Il valzer del moscerino
Ci sono certe storie di cui, leggendo le prime righe, già si capisce il finale. È il caso di quella del professor Marco Bussagli, mente prestata alla politica, che nonostante la strategica scelta d’indossare la casacca di quello che oggi è il partito sulla cresta dell’onda, la Lega, è affondato alla prova delle urne, letteralmente massacrato dal riconfermato sindaco Simone Cretaro, che ha ottenuto quasi il 60% delle preferenze dei cittadini verolani, raggiungendo un risultato incredibile.
Il peggior risultato della storia
Con il 33% circa dei voti, quello della coalizione di Centrodestra e del candidato sindaco Bussagli è uno dei peggiori risultati raggiunti, a memoria d’uomo, nella città di Veroli. D’altronde, a pensarci meglio, è andata fin troppo bene al professore, visto che si è affidato alla guida di Gianfranco Rufa che, nelle scorse Amministrative del 2014, candidato a sindaco a Veroli, prese un misero 8% delle preferenze, contro quasi il 52% raggiunto da Simone Cretaro, che entrò in quell’anno a svolgere il suo primo mandato.
Persi 5mila voti in un soffio
Che i risultati delle Europee non corrispondano a quelli delle Amministrative è cosa ormai nota, ma arrivare a perdere circa 5.000 voti tra le prime e le seconde, per la Lega, rappresentata sempre dal suo massimo esponente sul territorio cittadino, il senatore Rufa, è stata una cosa davvero difficile: neanche mettendocisi d’impegno si sarebbe riusciti a fare… “meglio”. Nonostante la sfilza di ministri della Lega giunti in città la settimana prima delle votazioni: Bagnai, Bongiorno e persino Salvini, portati in realtà non da Rufa, come dichiarato da lui stesso, ma dal pontino Zicchieri.
Eppure in altre città dove sono presenti onorevoli parlamentari suoi colleghi, come nel caso di Ceccano, dove abita il suo “parigrado” senatore Massimo Ruspandini, la differenza nel risultato, rispetto alla media italiana, si è vista eccome. Alle Europee Fratelli D’Italia ha registrato il 24,25% di preferenze, contro il 6,46% a livello nazionale: quattro volte tanto!
Insomma, se dovessimo stilare una classifica dei peggiori, al primo posto comparirebbe senz’altro Rufa insieme alla sua creatura Bussagli.
La volpe che non arriva all’uva…
Una sconfitta che, come detto, si subodorava fin dall’inizio, persino dalle scelte fatte nell’ambito della comunicazione. Il professore, infatti, insieme al suo staff, ha sempre preferito rispondere a chi muoveva critiche (costruttive) invece di tacere e comunicare per proprio conto i punti forti, qualora ce ne fossero stati, del programma elettorale. Uno dei tanti grossolani errori compiuti e portati avanti fino alla fine. E precisamente a questa mattina, quando nelle redazioni ciociare è giunto il suo comunicato stampa di chiusura. Un lungo attacco, ancora una volta, all’Amministrazione Cretaro, al termine del quale prova a far credere che il suo non è “il livore dello sconfitto ma sincero rammarico”. Excusatio non petita, accusatio manifesta, dicevano gli antichi saggi: chi si scusa si accusa. Ma sul finale della lettera il professore, se possibile, diventa ancor più comico: “riprenderò a scrivere i miei libri, come quello su Raffaello che dovrò consegnare l’anno prossimo”, tentando così, dopo mezza pagina di attacchi, di dimostrare superiorità e disinteresse per la grande sconfitta subita. Esopo questo modo di fare, nelle sue favolette, lo spiegava con una semplice frase: la volpe che non arriva all’uva… dice che è acerba.
Non è colpa sua, professore, se il suo staff e il suo “mentore politico” abbiano lavorato, di fatto, contro e non a favore (pur non volendolo). Purtroppo, e lei avrebbe dovuto capirlo prima di rimetterci la faccia, il peso politico di Gianfranco Rufa a Veroli, così come nel resto del mondo terreno, equivale a quello di un… moscerino.
Ad maiora.