Si tratterebbe prevalentemente di CER 19 12 12. È questo il codice di classificazione dei rifiuti contenuti all’interno dello stabilimento Mercoris di Frosinone andato a fuoco oggi pomeriggio. Finora, infatti, si è parlato genericamente di rifiuti speciali: ne esistono, però, di ogni tipo.
Stando alla documentazione, nello stabilimento frusinate venivano conferiti prevalentemente carta e cartone provenienti dalle raccolte differenziate dei Comuni nonché da altre raccolte differenziate di attività commerciali e industriali. Dalle attività di selezione e recupero di questi rifiuti, finalizzate alla produzione di materia prima secondaria, derivano scarti non riciclabili qualificati come rifiuti speciali non pericolosi (CER 19 12 12) e destinati al recupero energetico (inceneritori) o allo smaltimento in discarica.
Per avere un corretto inquadramento e dimensione del settore, alcuni dati pubblicati in un rapporto dell’Ispra, la produzione dei rifiuti speciali non pericolosi si attesta 125,5 milioni di tonnellate, cioè 2.070,9 kg/abitante per anno (la produzione pro capite dei rifiuti urbani è pari a 497,1 kg/ab*anno). Quelli ricadenti nel Capitolo 19 – rifiuti prodotti dal trattamento dei rifiuti –comprendono anche quelli provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani. Si tratta quindi di una quantità ben superiore alla produzione dei rifiuti urbani. I rifiuti di questo capitolo sono in aumento per l’incidenza dei rifiuti speciali del sub-capitolo “19 12” – rifiuti prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti. Se si scende ancora di più nel dettaglio i rifiuti classificati con il CER 19 12 12 rappresentato circa il 29% del totale dei rifiuti del capitolo 19.
Naturalmente, fin quando l’incendio non verrà completamente spento dai vigili del fuoco e non si procederà con le dovute analisi, non si avrà la certezza matematica che all’interno dello stabilimento erano stoccati solamente rifiuti classificati come CER 19 12 12, ma questo è quello che, almeno in teoria, dovrebbe essere contenuto nell’azienda.
Rimane, comunque, l’allerta. Ed è importante continuare ad attenersi alle disposizioni del Comune e dei Vigili de Fuoco, che consigliano finestre chiuse e impianti di condizionamento spenti, almeno fino a domani. Lasciare la zona per chi è residente nel raggio di 2 chilometri come comunicato dal sindaco Nicola Ottaviani, invece, è stato impossibile per la maggior parte delle persone, che non avrebbero saputo dove andare a trascorrere la notte. E in molti rimangono preoccupati per amici e parenti ricoverati in ospedale, che devono obbligatoriamente passare la notte all’interno del nosocomio, anch’esso, in linea d’aria, nel raggio di un paio di chilometri dalla Mecoris.
(Foto di Ferdinando Potenti)