L’esponente della Lega Andrea Amata interviene sulla drammatica situazione che sta vivendo in questi giorni la citta di Ceccano, con il fiume Sacco martoriato giorno e notte da schiume chimiche inquinanti per le quali ancora non sono stati individuati i responsabili.
“Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati. Sembra essere questo l’approccio delle ultime ore al problema dell’inquinamento del fiume Sacco e della schiuma che galleggia sull’acqua. Non è così – spiega Amata – che si affrontano le problematiche, soprattutto quando assumono i contorni di vere e proprie emergenze.
Sono anni che da più parti si denuncia la situazione, ma le Istituzioni, a partire dalla Regione Lazio fanno sempre finta di non sentire. La questione del fiume Sacco è il simbolo di un’Italia e di una certa parte politica che va messa definitivamente da parte.
Già con il declassamento del sito e il riavvio di tutte le procedure di perimetrazione si era evidenziata questa distanza tra le istituzioni e i cittadini. Ora ci sono, faccio solo un esempio, 8 siti da bonificare nell’area dichiarati urgenti ed è un anno che non si da seguito all’iter. Questa politica che rallenta e intoppa il paese”.
Massima severità per i responsabili
“E’ ora di dire basta – conclude l’esponente della Lega – e di prendere sul serio in mano la situazione e di vigilare con tutti i sistemi tecnologici per identificare i responsabili del crimine ambientale che meriterebbero quanto previsto dal diritto romano, la poena cullei (pena del sacco), per i colpevoli del parricidio perché coloro che stanno causando l’inquinamento del Sacco nel territorio di Ceccano stanno martoriando ciò che in questi decenni hanno custodito con saggezza i nostri avi: quello che di più caro abbiamo, quindi la nostra terra”.