Si mormora che nell’ultima settimana don Riccardo, alias il sindaco di Frosinone Mastrangeli, non si separi, né di giorno né di notte, da un libricino che custodisce gelosamente nella tasca interna della sua giacca, quella che poggia sul lato del cuore. E quando è solo e sovrappensiero, a causa della difficile situazione politica del capoluogo, sfodera il suo breviario e inizia a leggerlo per decine e decine di minuti. Sottovoce. Con la mano che dalla fronte arriva lentamente fino alla nuca. E allora inizia a grattarsi il capo, come qualcuno che cerca di risolvere un indecifrabile e complesso rebus per il quale non si intravedono soluzioni.
Ma cosa c’è scritto sul breviario di Don Riccardo? Alcuni, che gli sono passati vicino durante una delle tante fasi di trance quotidiane che lo bloccano ad un angolo rendendolo impassibile a qualsivoglia stimolo esterno, parlano di un elenco di nomi. Secondo altri con una vista migliore, quei nomi sono quelli dei consiglieri comunali di Frosinone, dunque gli aventi diritto al voto all’interno della civica assise. È questo che il curato rimira quotidianamente, in cerca di una soluzione, ma forse più di una via d’uscita. Che però non riesce a trovare. Perché, parafrasando Lenin, i numeri hanno la testa dura.
Ci riferiamo al caos che sta accadendo in questi giorni all’interno del Consiglio comunale di Frosinone, dopo la richiesta del cresciuto Polo Civico (con l’appoggio anche di una parte di Fdi) di un assessorato e la controproposta del vicesindaco Scaccia di una delega in Giunta per Fratelli d’Italia e di una per il suo gruppo (cresciuto anch’esso) poiché queste ultime due liste, al contrario di altre, hanno sostenuto l’attuale Amministrazione fin dall’inizio. Uno Scaccia, lo ricordiamo, attualmente appoggiato anche da una parte dei meloniani: in particolare la frangia dell’onorevole Mattia, che da quanto sembra, nelle ultime quarantott’ore si è moltiplicata, arrivando a contare da 1 a 3 consiglieri, pronti a tutto pur di sostenere la linea del leader della Lista di Frosinone, che in questa battaglia può dunque farsi forte dell’appoggio di ben 7 consiglieri. Al contrario dell’ormai ex leader Fabio Tagliaferri, che si è indebolito parecchio, avendo ormai solamente un fedelissimo dalla sua parte.
Ma allora perché il sindaco continua a temporeggiare e non segue la linea indicata dal suo vice, che lo porterebbe in un battito di ciglia a conquistare l’appoggio, almeno fino al 2027, di 7 consiglieri, che altrimenti si metterebbero pesantemente di traverso? Perché don Riccardo continua costantemente a consultare il suo breviario per cercare di trovare consensi altrove, pur di non percorrere la strada maestra? Eppure i numeri sono facili da leggere: anche riuscendo a pescare qua e là qualche consigliere di supporto, mai riuscirebbe ad arrivare a trovarne addirittura 7. Eppure lui ci prova. E i suoi sonni sono disturbati, in queste notti, proprio da questo assillo.
Proviamo a buttarci, ma neanche troppo: forse l’ossessione del primo cittadino sta nel fatto di aver paura, dando l’ok all’operazione, di fortificare quello che sarà, da qui a qualche mese, il suo antagonista. Anche se Scaccia continua a giurare che la sua intenzione non è quella di candidarsi a sindaco alle prossime Amministrative, probabilmente Mastrangeli non ci crede. E per questo vorrebbe a tutti i costi trovare strade alternative a quelle che porterebbero la nuova ‘galassia Scaccia’ a diventare la coalizione più forte in assoluto all’interno del Consiglio. D’altronde, qualora il leader della Lista per Frosinone mentisse, ne avrebbe ben donde, visto che con questa mossa da vero esperto della politica si troverebbe realmente a governare un battaglione armato che potrebbe senz’altro sconvolgere gli equilibri interni e spostare il baricentro verso di lui, in maniera probabilmente irreversibile, visto che manca ormai poco più di un anno alla prossima tornata.
Ma la verità che bisognerebbe dirsi senza troppi giri di parole è anche un’altra: c’è una soluzione a tutto ciò? Non sembra davvero esistere. Quindi don Riccardo, spalle al muro, continua a prendere tempo e a subire Consigli che vanno deserti, in attesa di cosa? La soluzione non è contenuta nel breviario. Né nell’analisi ossessivo-compulsiva.
Si è arrivati al giro di boa. Il sindaco ora non può sottrarsi a prendere una decisione. Tanto meno a subirne le conseguenze. L’unica altra via per uscirne senza fare una scelta sarebbe quella delle dimissioni. Ma don Riccardo, da come abbiamo imparato a conoscerlo, non la percorrerà mai.


