Il Consiglio comunale salta di nuovo. Convocato per questa mattina, 24 dicembre, è stato chiuso subito dopo l’appello, al quale hanno risposto appena 15 consiglieri. È chiaro anche ai bambini che si tratta di una strategia, visto che, oltre al sindaco, solamente 3 membri della maggioranza hanno risposto all’appello. Molti altri consiglieri, però, erano presenti nei corridoi ma hanno deciso di non entrare. Dunque cosa accade?
L’Amministrazione avrebbe anche avuto i numeri per far sì che si svolgesse il Consiglio, ma non i voti necessari per non rischiare di non avere la maggioranza durante la votazione dei punti all’ordine del giorno, soprattutto in un momento in cui un paio di persone che comunque avrebbero sostenuto Mastrangeli hanno fatto sapere che per problemi personali non sarebbero state presenti. D’altronde il coordinatore d’aula, Massimiliano Tagliaferri, ci ha messo del suo per creare questa situazione, convocando il Consiglio proprio il giorno della Vigilia di Natale. Senza, tra l’altro, presentarsi: lasciando la presidenza al ‘supplente’ Marco Ferrara.
Ma cosa sta succedendo realmente? Non è un mistero. Il Polo Civico è cresciuto, da uno a due consiglieri, e per questo ha deciso di chiedere un assessorato. Un’operazione benedetta dal leader di Fdi Fabio Tagliaferri, che qualora fosse andata in porto avrebbe potuto contare sul voto di altri consiglieri a sostegno del proprio candidato alle Provinciali. Proprio per questo, con il ‘suo’ gruppo consiliare avrebbe iniziato a fare pressing sul sindaco, per portarlo ad accordare al gruppo di Gianfranco Pizzutelli un assessorato. Un’operazione bloccata prontamente dal vicesindaco Scaccia, che ha spaiato le carte e fatto una controproposta: in sostanza avrebbe avanzato l’idea di un terzo assessorato per il gruppo di Fdi (e, a questo punto, anche per la sua Lista per Frosinone, che in questi giorni è cresciuta da 3 a 4 consiglieri). Nessuna delega, invece, per il Polo Civico, che alle scorse amministrative ha concorso contro Mastrangeli, ma anche per rispettare il patto iniziale, che prevedeva assessorati solamente per i gruppi che avevano sostenuto l’attuale Amministrazione.
Un’operazione chirurgica, che in questi giorni sta spaccando Fratelli d’Italia. Questo perché, mentre Tagliaferri vorrebbe provare ad andare avanti a tutti i costi con il suo piano, gli altri componenti del gruppo si sono fortemente risentiti delle dichiarazioni uscite sulla stampa, secondo le quali Fdi non vorrebbe il terzo assessorato. Dichiarazioni folli, visto che si tratterebbe di un riconoscimento importante per la compagine della Meloni. Ma anche e soprattutto perché quell’assessorato, secondo accordi sottoscritti, toccherebbe alla componente di Aldo Mattia, che qualche mese fa fece un passo indietro con il suo candidato alla segreteria cittadina del partito in cambio della promessa di avere una delega nelle Giunta frusinate qualora si fossero create le condizioni opportune. Quali condizioni migliori di quelle odierne?
Eppure parrebbe che in Fdi si remi ancora verso altri lidi. E proprio da qui nasce la spaccatura forte all’interno del gruppo consiliare frusinate. All’aperitivo di auguri che ha avuto luogo ieri sera, infatti, è facile notare nel selfie di Tagliaferri che nel gruppo ci sono solamente due consiglieri frusinati: Franco Carfagna e Francesca Campagiorni. Quest’ultima, però, appartiene alla corrente di Alessia Savo, dunque non viene governata da lui. Non è difficile dedurre che stia rimanendo solo.

Il primo ad essersi allontanato è senz’altro Sergio Crescenzi, che fa parte della squadra di Mattia, anche perché, in caso di un terzo assessorato, sarebbe quasi certo che entrerebbe lui: Armando Simoni anche questa volta dovrebbe farsi da parte, in quando Crescenzi rinuncerebbe alla candidatura alla Provincia, dove oggi è consigliere uscente. Di più: il primo dei non eletti che entrerebbe in Consiglio al posto di un eventuale Crescenzi assessore è Franco Napoli, anche lui nell’orbita del parlamentare. E forse, anche per questo l’operazione sarebbe osteggiata dal presidente di Ales, che però in poche ore si è ritrovato praticamente solo. Contro di lui anche il consigliere Marco Ferrara, che ha dichiarato apertamente che è senza alcun dubbio d’accordo con il terzo assessorato e con la linea di Mattia. Stessa cosa varrebbe per Fanelli, grande assente sia al Consiglio di oggi che all’incontro Fdi di ieri, e probabilmente, a quanto si mormora, addirittura già in trattativa per il passaggio in altri gruppi consiliari.
A conti fatti, dunque, il braccio di ferro di Fabio Tagliaferri avrebbe prodotto solamente una cosa: la sua autodistruzione politica a Frosinone. Una situazione anticipata dai nostri precedenti articoli già prima che si verificasse, tanto che avevamo consigliato tra le righe al potentissimo presidente di Ales di ritirare la candidatura di Carfagna. Che ad oggi, qualora si concretizzasse questo disegno (che pare ormai cosa fatta) a Frosinone potrebbe contare solamente sul voto di se stesso: in pratica Carfagna potrebbe votare Carfagna. E anche la Savo, a questo punto, è facile pensare che deciderebbe di non disperdere il voto della Campagiorni su un candidato che non riuscirà mai, presa coscenza di come sono cambiati gli equilibri in appena 48 ore. Vedremo se queste analisi si tramuteranno in realtà.
Ecco perché, stando alle considerazioni fatte, non si capisce bene perché il primo cittadino, avendo la soluzione in tasca, temporeggi ancora per portare a compimento il disegno che potrebbe traghettare una volta per tutte l’Amministrazione ad avere una maggioranza seria che possa garantire una buona governabilità della città. Sicuramente, tra queste motivazioni, possono esserci le blindature degli attuali assessori. Questo perché, percorrendo la strada indicata dal vicesindaco, occorrerebbero due assessorati da assegnare: uno vacante c’è ma il secondo andrebbe reperito tra gli attuali. Salterebbe dunque una testa. E nell’analisi fatta ieri sempre dalla nostra testata, i due più a rischio, poiché con minor sostegno in Consiglio, sarebbero Adriano Piacentini e Laura Vicano. Il delegato alle Finanze, però, stando a fonti accreditate, sarebbe stato ‘schermato’. Rimarrebbe la Vicano, alla quale però si aggiungerebbe anche il nome di Mario Grieco, che sta circolando nelle ultime ore.

È chiaro che, in questo momento, da parte di chi blinda i vari assessori dovrebbe essere fatto un ragionamento di prospettiva futura ma anche in ottica di interessi superiori per l’Amministrazione e per la città, affinché si possa uscire dal pantano nel quale ci si trova, visto che la soluzione pare esserci e sembra anche abbastanza semplice. Altrimenti si continuerà a convocare Consigli ai quali non ci saranno numeri. Almeno fino alla fine di febbraio del prossimo anno, quando è prevista la proroga per l’approvazione del Bilancio, e dunque verrà senza dubbio garantita la maggioranza in Consiglio poiché, come abbiamo detto più volte, nessuno vuole andare a casa: l’eventuale rischio sarebbe dunque quello di un’immobilizzazione totale della città, in quanto ogni pratica amministrativa non potrebbe passare in Consiglio, e solamente con i passaggi in Giunta si può fare poco. Ma siamo sicuri che ciò non accadrà e che, alla fine, prevarrà il bene collettivo su ogni altra cosa. Anzi, potremmo dire con quasi certezza che tra Natale e Capodanno saremo in grado di dare novità concrete su questa infinita querelle. E non solo su questa, visto che sono in atto, in questi giorni, molti altri movimenti per rinfoltire la maggioranza.
Per ora… buon Natale a tutti!


