La parata del Governatore del Lazio, Francesco Rocca, giunto a Ceccano per sostenere la candidatura del civico Ugo Di Pofi sembra proprio aver sortito gli effetti sperati dai maggiori partiti del centrodestra. Se fino a qualche giorno fa l’ipotesi del ballottaggio vedeva come probabili protagonisti Andrea Querqui, centrosinistra, e Fabio Giovannone, centrodestra, da qualche giorno l’aria sembra decisamente cambiata.
Il potere della politica? Il carisma del Governatore? Chissà! Fatto sta che oggi, a sentire i commenti dei più, la prospettiva delle urne sembra radicalmente mutata.
Sul quasi plebiscito di Andrea Querqui non dovrebbe pioverci. Il centrosinistra, a livello di partiti di riferimento, mai come questa volta sembra compatto. Sì, c’è l’avvocato Maliziola che rosicchierà forse i voti utili a Querqui per poter ipotecare una vittoria al primo turno, ma si sa, la candidata a Sindaco sta lavorando decisamente bene e certamente conquisterà il suo utile bottino di voti, ottenendo probabilmente quel risultato che per fermezza e determinazione le sta decisamente cucito addosso. E c’è Mingarelli, che con le sue lotte civiche comunque potrebbe portare a casa un risultato dignitoso.
Per quanto concerne il centrodestra, invece, l’astuta mossa politica dei vertici locali di FdI, il partito che più di tutti rappresenta la coalizione di Ugo Di Pofi, di ospitare a Ceccano il Presidente della Regione Lazio, sembra aver scosso gli equilibri dapprima registrati. Sarà che una grande fetta della comunità fabraterna lavora nel settore sanitario, sarà che il Governatore è sceso a Ceccano proprio per monitorare la situazione del presidio sanitario e delle relative strutture annesse, sarà che la Regione Lazio ha promesso di potenziare proprio questo aspetto che attanaglia la cittadina da anni, fatto sta che “il gioco politico” anche stavolta pare abbia funzionato. Eccome! Muovendo e spostando voti e consensi da una parte all’altra, da una coalizione ad un’altra.
Se così fosse, lo proviamo ad immaginare ovviamente, lunedì prossimo si prospetterebbe un duello a viso aperto tra Andrea Querqui, che dovrebbe a quel punto far leva sui consensi degli attuali “avversari” ideologici ed Ugo Di Pofi. Mentre quest’ultimo sarebbe chiamato a raccogliere la vicinanza del gruppo capitanato da Fabio Giovannone, cosa assai improbabile, considerate le stilettate che si sono lanciati vicendevolmente durante l’ultimo periodo, sempre con diplomazia ed eleganza, (ma si sa, in politica tutto può succedere ed anche Giuda potrebbe non rivelarsi un traditore), il primo dovrebbe corteggiare Maliziola e Mingarelli, che sarebbero pertanto chiamati a devolvere i propri consensi verso quest’unica direzione.
Fatti salvi gli accordi sottobanco che potrebbero già prospettarsi prima dell’ipotesi di lunedì prossimo, che per ovvi motivi non ci è dato sapere, ma che ci è dato però immaginare, è naturale pensare che i candidati “fuori dai giochi” lascino gli elettori liberi di scegliere, senza cioè dare indicazioni dettagliate su chi preferire.
C’è da considerare, tuttavia, la variabile dell’astensionismo. Non sono pochi in realtà gli elettori che, forse disamorati dai fatti accaduti lo scorso 24 Ottobre 2024, dichiarano di non voler votare e di astenersi dal contribuire a definire il quadro politico che amministrerà la Città dei Conti per i prossimi cinque anni. L’affluenza alle urne potrebbe essere decisiva, specie per le coalizioni di centrosinistra. Il voto di protesta potrebbe avere un peso politico assolutamente rilevante in questa tornata elettorale.
Nel frattempo, l’ex Sindaco Roberto Caligiore, ottenuta nuovamente la libertà di circolare sul territorio fabraterno, pare sia stato beccato assieme ad esponenti di quello che un tempo era il suo partito, FdI. Che sia già nostalgico di Palazzo Antonelli? O il suo è semplicemente un bisogno di apparizione? Chissà…
Circa 18mila sono i ceccanesi chiamati ad esprimere il proprio consenso. Moltissimi i candidati in lizza, forse decisamente troppi. C’è l’imbarazzo della scelta. Che sia, a questo punto, quella giusta!


