Decine di manifesti attaccati in ogni parte della città che riportano messaggi contro la politica adottata dell’Amministrazione comunale di Frosinone nei confronti della zona Scalo. Ma la cosa grave è che la tassa per l’affissione all’interno delle bacheche pubblicitarie sarebbe stata pagata con i soldi della chiesa. Per l’esattezza di un’importante parrocchia della zona bassa del capoluogo (non dello Scalo).
Denaro raccolto tra i fedeli, che credevano di destinare le offerte agli indigenti, utilizzato poi, stando alle carte in nostro possesso, per veicolare messaggi contro l’Amministrazione Mastrangeli. Una cosa senz’altro grave, qualora venisse confermata ufficialmente, che lascia riflettere.
I manifesti in questione sono quelli del Comitato Civico Laboratorio Scalo, da sempre vicino al consigliere di opposizione Anselmo Pizzutelli. Anzi, come riportato in passato anche dai giornali, “Pizzutelli è stato il fondatore e per anni l’anima del comitato”.

Una sorta di guerra politica, a quanto pare, che sarebbe dunque stata finanziata con i soldi dei fedeli. D’altronde la distinta del bonifico partito dalla Parrocchia e giunto nei giorni scorsi sul conto corrente dell’Ica Spa, la società che per conto del Comune è incaricata del controllo, della riscossione, della rendicontazione e dell’archiviazione delle entrate tributarie, non lascia molto spazio ad interpretazioni.
Di più: i manifesti delle parrocchie hanno anche il 50% di riduzione sul costo delle affissioni. Uno ‘sconto’ al quale altre realtà non potrebbero accedere. E, qualora lo facessero, sarebbe un’irregolarità anche solo questa.
Nel capoluogo, dunque, a quanto pare è già iniziata la campagna elettorale, tra l’altro con modalità molto forti. Ma è normale finanziarla con l’elemosina della gente, che dovrebbe essere destinata ai poveri? Qualcuno dovrebbe dare delle risposte…


