domenica 26 Ottobre 2025
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Giovani suicidi in Ciociaria: un mostro che strangola e semina dolore. L’analisi di due ragazzi che operano nel mondo delle nuove generazioni

Riflessioni, le loro, particolarmente importanti provenendo, appunto, da ragazzi coetanei o quasi di Lorenzo ed Elisa

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La morte per suicidio del 22enne di Alatri Lorenzo Lazzari (il ragazzo si è tolto la vita intorno all’una della notte tra domenica e lunedì scorsi per il dolore causato dal decesso della sua giovanissima fidanzata, la 16enne Elisa Stirpe, anche lei morta suicida lo scorso 4 giugno a Veroli), ha provocato un forte dibattito, sui social innanzitutto ma anche (per fortuna) nella vita reale.

Ad intervenire sono stati, stamattina, due giovani. Riflessioni, le loro, particolarmente importanti provenendo, appunto, da ragazzi coetanei o quasi di Lorenzo ed Elisa. Giovani che hanno analizzato quanto accaduto (ma anche l’aumento di suicidi che sta strangolando la Ciociaria: dall’8 maggio 9 persone si sono tolte la vita e 6 di queste erano giovani e giovanissimi) dal loro punto di vista, dall’osservatorio privilegiato di chi nel mondo dei giovani vive ed opera, essendo i due anche esponenti di movimenti giovanili politici molto attivi e presenti nel mondo delle nuove generazioni.

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“La nostra città (il riferimento è a Veroli dove Elisa Stirpe viveva con la sua famiglia, ndr) è stata recentemente sconvolta da due eventi tragici che hanno coinvolto due giovani innamorati. Questi episodi drammatici e devastanti – osserva Christian Macera, vicepresidente di Gioventù Nazionale Veroli – sono il sintomo di un disagio sociale in crescita, alimentato da un progresso tecnologico che avanza inesorabilmente, trascurando l’importanza delle emozioni e dei sentimenti umani. È un grido d’aiuto che non possiamo ignorare.

Il disagio sociale è un mostro silenzioso che si nutre della solitudine, dell’isolamento e della mancanza di connessione autentica tra le persone. La tecnologia, con tutte le sue meraviglie, spesso ci allontana gli uni dagli altri, sostituendo le interazioni reali con contatti virtuali freddi e impersonali. Questo distacco può portare i più vulnerabili, soprattutto i giovani, a sentirsi soli, abbandonati e disperati, come se non ci fosse via d’uscita.

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È nostro dovere, come adulti e adolescenti, prendere in mano la situazione e cercare di arginare questo male. Dobbiamo iniziare dai piccoli gesti quotidiani – aggiunge Christian – per far capire a chi ci sta accanto che non è solo. Ogni sorriso, ogni parola di conforto, ogni atto di gentilezza può essere una luce nel buio della solitudine. Solo coltivando questi valori possiamo sperare di costruire una società più empatica e solidale, dove ogni individuo si senta accolto e compreso.

In un mondo che sembra muoversi troppo velocemente, dobbiamo ricordarci dell’importanza delle piccole cose, dei momenti condivisi, delle risate spontanee e delle lacrime asciugate da una mano amica. Dobbiamo fermarci, anche solo per un attimo, a guardare negli occhi chi ci sta accanto, a percepire le sue emozioni e a condividere i nostri sentimenti. Solo così possiamo costruire ponti di comprensione e abbattere i muri dell’indifferenza.

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In conclusione – conclude così la sua nota il giovane Christian Macera – i tragici eventi che hanno colpito i due giovani innamorati devono essere un campanello d’allarme per tutti noi. Solo attraverso l’empatia, la solidarietà e l’azione concreta possiamo sperare di combattere il disagio sociale e creare un futuro migliore per tutti”.

Di tenore pressoché identico la riflessione di Claudia Angelisanti, Presidente Gioventù Nazionale di Ferentino: “Il disagio giovanile – scrive – va inteso come malessere in età evolutiva, in particolar modo nel periodo adolescenziale, il quale viene erroneamente circoscritto a meri numeri e statistiche.

In una società sempre più interconnessa, basata sull’apparenza e poco sull’essenza della persona con le sue potenzialità ma altrettanto con le sue fragilità, si è arrivati a sminuire il senso della parola e del confronto, preferendo uno schermo come mezzo di comunicazione.

Questo provoca spesso, troppo spesso, confusione tra ciò che è virtuale e ciò che è reale, conduce ad uno spaesamento e ad un inasprimento dei propri sentimenti e sensibilità verso l’altro. Dietro un sorriso e un gesto gentile possono nascondersi ansie represse, non detti, silenzi eloquenti generati da problematiche reali che nessuno vuole più ascoltare e che, se non correttamente individuate, possono anche e purtroppo condurre a gesti estremi. 

Per contrastare tale senso di malessere – conclude Claudia Angelisanti – risulta imprescindibile puntare su una educazione alle emozioni nelle scuole di ogni ordine e grado, sull’effettiva adozione di una figura specialistica che si occupi dei più giovani affiancandoli nelle scelte scolastiche e sociali, sulla promozione di progetti comunitari che sviluppino e facciano riscoprire il senso di appartenenza ad una comunità accogliente e non giudicante”.

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Danilo Del Greco
Danilo Del Greco
Giornalista del quotidiano online “TuNews24.it” e del settimanale cartaceo “Tu News”, iscritto all'Ordine dei Giornalisti Professionisti dal 1997, ha lavorato a lungo presso il quotidiano Ciociaria Oggi, sia nell'edizione cartacea che web. Altre esperienze nel settore televisivo, radiofonico e dei free press. Ha frequentato corsi di specializzazione a Rimini (Web Marketing festival) a Milano presso Il Fatto Quotidiano e a Roma con Salvatore Aranzulla.
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