martedì 30 Aprile 2024
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L’acqua infiamma la politica

Il caro-tariffe diventa terreno di scontro tra Stefania Martini (PD) e il consigliere di Maggioranza Sergio Verrelli

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Costo della bolletta idrica, Frosinone prima in Italia secondo i dati di Cittadinanzattiva. Nel capoluogo la spesa media annua per famiglia è di 850 euro, contro i 162 di Milano

Acqua salata ma anche al vetriolo. Gli elevati costi delle bollette idriche, oltre a far infuriare i cittadini, sono diventi anche terreno di scontro politico in vista della amministrative del capoluogo.  Durissimo, infatti, il botta e riposta tra Stefania Martini e il consigliere comunale Sergio Verrelli, esponente della Lista per Frosinone. A dare fuoco alla polveri è stata la presidente provinciale del Pd.  “A Frosinone si paga la bolletta dell’acqua più alta di Italia –  ha dichiarato Martini – Il confronto con altre realtà è a dir poco imbarazzante. Ogni nostra famiglia ha una spesa media di 850 euro l’anno, mentre a Milano, per fare un esempio, lo stesso nucleo pagherebbe 162 euro. Ma non bisogna andare così lontano per comprendere la gravità dei fatti. A Viterbo e Latina, per restare nella nostra regione, il costo medio si aggira sui 500 euro, a Rieti 360, a Roma 411. Una differenza enorme rispetto a noi. Un vero salasso per i cittadini del capoluogo, ancor più impattante se si pensa agli incrementi sul prezzo di energia e gas di questo periodo. Eppure – ha proseguito – oltre il danno, siamo stati costretti a subire anche la beffa.

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Chi non ricorda  la città sommersa da manifesti dell’amministrazione Ottaviani esultante per aver cacciato Acea e aver prodotto risparmi sul costo della tariffa? Purtroppo quello che raccontiamo rappresenta l’ennesima, gravissima, presa in giro di questa amministrazione. E a pagare, poi, sono sempre i cittadini”. Altrettanto al fulmicotone la replica di Verrelli.  “Cara Presidente del Pd, verrebbe da dire ‘re melius perpensa’ – ha ribattuto il consigliere comunale di maggioranza -. Ogni volta che viene affrontata la questione delle tariffe idriche e del costo esorbitante dell’acqua nei rubinetti della provincia di Frosinone il PD prova un imbarazzo talmente forte, per essere stato il principale fautore dell’attuale convenzione, che cerca di buttarla in ‘caciara’, non ammettendo le proprie responsabilità. Quella convenzione, ormai datata circa 18 anni fa – fa presente – porta nomi e cognomi precisi che sedevano all’amministrazione provinciale ed erano comodi compagni di partito dell’ex assessore comunale Stefania Martini, sempre attenta, negli anni, a non attaccare mai il gestore idrico, perché evidentemente il coraggio non dimora da quelle parti. Viceversa – ha continuato – l’amministrazione Ottaviani non solo ha promosso la risoluzione del contratto con Acea, attualmente sottoposto alla valutazione dei giudici amministrativi e civili, ma si è anche costituita parte civile nel relativo procedimento penale, chiedendo oltre 10 milioni di euro di danni per risarcire il Comune e la collettività. Capisco, dunque, che essendo ormai da troppi anni lontana dal consiglio comunale, in quanto non rieletta, avverta oggi una forte ‘saudade’ per quei banchi, ma questa ‘sete’ di ritorno, se continua così, sarà costretta a coltivarla per ancora molto tempo, potendo comunque continuare a presentarsi, ovunque, come presidente del PD, politicamente votata, soltanto, ai buchi nell’acqua”.

A scatenare lo scontro è stato l’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto “Re-User: usa meglio, consuma meno”, finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico (Legge 388/2000 – Anno 2021).  Dal rapporto è emerso che sono ben 544 euro gli euro  spesi nel 2021 da una famiglia laziale per la bolletta idrica (460 euro la media nazionale), con un aumento del 2,3% rispetto al 2020. Frosinone resta in testa alla classifica dei capoluoghi di provincia più cari con una spesa media a famiglia di 847 euro, mentre Milano conquista la palma di capoluogo più economico con 162 euro, seguita da Trento con 163 euro. Gli incrementi più elevati si registrano a Savona, Matera e Potenza: per tutte e tre le città la variazione all’insù è del 13,5%. La regione in cui si rileva la spesa media più bassa è il Molise (183 euro), quella con la spesa più elevata è la Toscana (729 euro, +2,7%.) Notevoli spesso le differenze tariffarie anche fra i singoli capoluoghi di provincia della stessa regione: nel Lazio, a parte Frosinone che detiene il primato nazionale della tariffa più cara, si va dai 547 euro di Viterbo ai 368 euro di Rieti. Sotto la lente è finito anche la dispersione idrica. E’ emerso che a livello nazionale va dispersa il 36% dell’acqua immessa, con evidenti differenze fra le singole regioni e anche fra i singoli capoluoghi della stessa Regione. Nel Lazio, ad esempio, si passa dal 70% di Latina al 33% circa di Roma. Frosinone si attesta al 53,65.

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