Fino a ieri erano solo voci, dicerie, pettegolezzi. Veicolati durante chiacchiere da bar, telefonate politiche o trapelate sulla stampa come pure indiscrezioni: d’altronde dalla viva voce dell’interessato non era mai uscito niente di niente. Ora, però, il rumor diventa ufficiale: Fabio Tagliaferri candidato a sindaco di Frosinone. È lui stesso a confermarlo in anteprima alla nostra testata.
Tutto parrebbe nascere da un aperitivo a Frosinone di Arianna Meloni, sorella della premier Giorgia e capo supremo della segreteria politica nazionale di Fratelli d’Italia, che già da tempo si mormora avere una grade intesa con l’ex delegato dell’Amministrazione Ottaviani; simpatia e ammirazione reciproca, oltre che amicizia antica, che anche lui ha più volte pubblicamente confermato.
Siamo nella centralissima via Aldo Moro a Frosinone, è sabato 29 novembre e sono da poco trascorse le 20 della sera. Presso la nota Enoteca Celani, ad un tavolo in un appartato, ci sono Fabio Tagliaferri e Arianna Meloni che sorseggiano un calice di vino. E parlano in maniera fitta. Questo è quanto ci viene riferito da fonti confidenziali ma dell’ambiente. Dunque una notizia che non possiamo dare per certa ma sicuramente per verosimile.

L’indomani, domenica 30, in occasione dell’inaugurazione dei Piloni, in prima fila compare anche lui, il presidente di Ales Spa già ex assessore e vicesindaco a Frosinone oltre che segretario cittadino di Fdi. Terminata la cerimonia vediamo che si allontana frettolosamente a braccetto (l’unico rimasto sano, data la vistosa fasciatura all’altro) con l’attuale portavoce frusinate Alessia Turriziani. Mentre eravamo al telefono decidiamo di bloccarlo per una domanda a bruciapelo, vista anche l’indiscrezione della sera prima: “È vero che si candida?”. La risposta è secca, perentoria, decisa: “Certo che sì. Il partito mi ha chiesto di farlo e io scendo in campo a Frosinone. Mi candido a sindaco”.
Altro che voci, dunque! È lui stesso a dichiararlo ufficialmente, stavolta, alla stampa: davanti a testimoni diretti (l’assessore Turriziani) e anche ‘indiretti’, visto che la persona che era al telefono, alla quale è stato chiesto di rimanere qualche secondo in attesa, il tempo necessario per fare una domanda a Tagliaferri prima che svanisse tra la gente, ha sentito tutto, rimanendo bastita dalla sicurezza usata nelle affermazioni.

Una sorta di dichiarazione di guerra all’attuale sindaco Riccardo Mastrangeli, dunque, che però si era già intesa nei modi utilizzati nelle ultime settimane dei rappresentanti del partito sia in Giunta che in Consiglio a Frosinone. Ricordiamo, infatti, sia le pesanti assenze delle assessore, anche nell’ultima riunione di Giunta, che gli attacchi sferrati dai consiglieri Fdi sia al primo cittadino anche ai suoi delegati. Oltre ai ‘tranelli’ tesi ai compagni di coalizione (LEGGI QUI).
Atteggiamenti, questi ultimi, che sicuramente facevano presupporre degli attriti forti, ma non potevano certo far arrivare a pensare che fossero legati e, anzi, strumentali, a quanto si è saputo ora, visto che il partito della Meloni ha appoggia l’attuale sindaco del capoluogo alle ultime consultazioni e il gruppo consiliare ha agito fino a pochi giorni fa come guardia pretoriana di Mastrangeli, sindaco espresso da un Centrodestra unito che, alle ultime elezioni, ha dimostrato la propria forza proprio grazie a questo legame importante tra le varie anime.

Ecco perché in molti, in questi giorni in cui sono uscite le indiscrezioni ora confermate ufficialmente, già parlavano di un grande aiuto dato al Centrosinista con un’eventuale spaccatura e la discesa in campo di diversi nomi dal mondo del Centrodesta.
Staremo a vedere se la frattura si ricomporrà, magari anche con eventuali interventi da Roma, tesi a trovare una quadra su Frosinone, che è pur sempre un capoluogo di provincia, e per questo tali ‘scaramucce interne’ alle coalizioni non sono ben viste nelle stanze dei bottoni della Capitale proprio perché spiazzano l’elettorato. Anche se le dichiarazioni, a questo punto entrambe ufficiali, da parte di Mastrangeli prima e di Tagliaferri dopo, riguardo la certezza della propria candidatura, lasciano poco spazio ad eventuali passi indietro di uno dei due.


