Al contrario di quanto cercano di far passare alcuni detrattori, sta andando avanti come un treno. Ha superato la difficile prova del bilancio e ha i numeri per andare avanti fino al termine del suo mandato. E poi, perché no, magari anche oltre, ripassando per la prova delle urne, dopo che in questi ultimi due anni di mandato porterà a chiusura una serie di importanti opere per la città, ad oggi ancora in cantiere. Ma lui no, non vuole prendere atto che tutto sta andando per il meglio, perché fin quando ci sarà anche solamente una persona su cinquantamila a criticare il suo operato, allora non potrà sorridere e stare tranquillo. Perché il sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli, ha un grande difetto, grande soprattutto per chi fa politica o amministra una città importante e impegnativa come un capoluogo di provincia: vuole piacere a tutti. E non è contento finché tutti quelli che vede intorno a lui non sono dalla sua parte. Cosa, naturalmente, impossibile. Eppure lui è fatto così.
Seguendo questo modo di pensare, Mastrangeli compie (politicamente) gli errori più grandi, quelli che poi lo portano a discutere anche con la sua squadra di governo. Inizialmente, ad esempio, si era imposto di non voler cambiare gli assessori, non capendo che le deleghe vengono proposte da gruppi politici e devono ben interfacciarsi con il resto della propria maggioranza: un sindaco dovrebbe tenere in considerazione soprattutto questi due elementi. I delegati, infatti, per propria natura vanno e vengono, non si possono ‘sposare’.
In principio fu Alessandra Sardellitti, che non stava bene quasi a nessuno del gruppo di maggioranza: ma lui niente, imperterrito non ha voluto muovere un dito contro l’avvocatessa, che poi alla fine presentò le dimissioni per suo conto. Poi fu la volta dell’assessore Maria Rosaria Rotondi, espressa dalla lista Frosinone Capoluogo, che ne chiese la rimozione. Anche in questo caso Mastrangeli stette mesi a fare resistenza, fin quando non pregiudicò il rapporto con il capogruppo Pasquale Cirillo, che si avvicinò a Forza Italia (in quel periodo era passata all’appoggio esterno) creando un ‘gruppone’ di contestazione continua: solo allora la Rotondi venne rimossa, ma era ormai troppo tardi per ricucire. Stessa cosa fu fatta con l’assessore Adriano Piacentini, del quale Forza Italia chiese la testa, ma il sindaco decise di tenerlo e lui uscì dal partito: forse solo in questo caso fu una scelta ben ponderata, poiché la delega al Bilancio non poteva essere data a chiunque, mentre Piacentini ha dimostrato sul campo di essere all’altezza di quel difficile ruolo.
Mastrangeli ha la testa dura e, a quanto pare, non capisce che con questo ‘buonismo politico’ si sta facendo male con le sue stesse mani. È di queste settimane, ad esempio, la voce secondo la quale avrebbe riaperto un dialogo con il consigliere Francesco Pallone, appartenente al Gruppo Futura: dopo i rumors che parlano di un ritorno di fiamma per il Pd da parte della Sardellitti e di un possibile ingresso in Forza Italia del duo Petricca-Martino (che andrebbero così a ricongiungersi con la nipote acquisita, l’ex assessore Valentina Sementilli), il sindaco, cacciatore seriale di consensi, avrebbe pensato bene di riavvicinare la ‘pecorella smarrita’, che, rimanendo senza il suo gruppo, potrebbe decidere di rientrare in maggioranza. Ma anche in questo caso il primo cittadino dovrebbe fermarsi e chiedersi: cosa succede se faccio questo? La mia maggioranza sarà felice di ciò? Riprendere nella squadra qualcuno che solo poche settimane fa non ha votato il bilancio, dunque l’atto più importante di un’amministrazione? Ma Riccardo, prima di pensare a tutto ciò, viene influenzato sempre dal suo ‘vizietto’, quello di voler piacere a tutti. Ricordiamo, infatti, che Pallone, ex delegato allo Sport, fu protetto dal sindaco fino all’ultimo istante, nonostante si fosse percepita già da tempo la vicinanza ai futuri… futuristi, che iniziavano già a mettersi ‘di traverso’. Ed è proprio lo stesso consigliere che un giorno, all’improvviso, rinunciò alla delega, per avere le mani libere nella partecipazione (come elemento fondamentale) alla nuova aggregazione.
Diversi, dunque, gli errori del primo cittadino, che pur di riconquistare ‘granelli’ rischia di inimicarsi gran parte della propria squadra, che ad oggi lo tiene in piedi. In uno degli ultimi Consigli comunali, ad esempio, quando il consigliere Christian Alviani lo ‘bacchettò’ per aver rimosso dall’incarico di assessore la sua ‘socia’ Valentina Sementilli, Mastrangeli intervenne costernato, non capendo che, anche in questo caso, fu la lista di appartenenza della Sementilli a chiederne la rimozione. Giustamente, anche dal punto di vista tecnico, poiché il giorno dell’arresto del marito (o ex marito) lei decise frettolosamente di lasciare il suo gruppo politico (e contestualmente chiese di entrare in Fratelli d’Italia: il partito della Meloni, però, non accettò il suo ingresso). È naturale, quindi, che l’assessorato spettante alla sua ex lista fu dato ad un componente di quel raggruppamento (in questo caso l’avvocato Mario Grieco): l’assessorato spetta al gruppo politico e se un assessore lo abbandona è naturale che la componente chieda che la delega venga revocata e data ad un proprio membro. Dunque perché tanta costernazione da parte del sindaco? Come mai, invece, non rispose a tono al consigliere Alviani, che si permise di fare un simile intervento? Cambiando gruppo, tra l’altro, anche lui, con l’ingresso in Forza Italia e il passaggio, di fatto, all’opposizione. Chi appoggia quotidianamente il sindaco può essere felice di un atteggiamento del genere nei confronti di un ‘oppositore’?
A dimostrazione di quanto Riccardo stia sbagliando con questo infinito buonismo, possiamo citare proprio la risposta arrivatagli mercoledì dagli stessi componenti del gruppo consiliare di Forza Italia, dunque proprio Alviani, insieme a Pasquale Cirillo e Maurizio Scaccia. Il sindaco li aveva invitati ad una riunione di maggioranza propedeutica al prossimo Consiglio comunale del 28 maggio, ma loro in sostanza hanno risposto (tra l’altro inopportunamente a mezzo stampa) che hanno chiesto l’azzeramento della Giunta ma non sono stati ascoltati da Mastrangeli, dunque non sarebbero stati presenti all’incontro finché non ci sarebbe stato riscontro da quel punto di vista. Una risposta che porta la firma, tra l’altro, anche di Valentina Sementilli, ex assessore, che dunque non era proprio interessata dall’invito a partecipare all’incontro, non avendo più alcun incarico: che sia proprio la vendicativa firma dell’affondo di Fi?
Quanti ultimatum che ha dovuto abbozzare finora, povero sindaco… ma chi glie l’ha fatto fare, però: questa è la vera domanda. Faber est suae quisque fortunae, dicevano i nostri antenati: ciascuno è artefice della propria sorte, e questo modo ‘democristiano’ di fare, il voler piacere a tutti e a tutti i costi, non imponendosi mai, non prendendo posizioni decise e definitive, può portare solamente al poco rispetto da parte di chi crede di essere indispensabile (non essendolo, in realtà) e prova ad approfittarsene. Oltre che a discutere con la propria squadra. E proprio in quest’ultima ipotesi potremmo catalogare lo ‘sfogo’, se così vogliamo chiamarlo, della consigliera più votata Francesca Chiappini (e dunque anche del vicesindaco Antonio Scaccia), che in questi giorni ha fatto degli interventi forti, lasciando molti a bocca aperta, facendo percepire la vicinanza della Lista per Frosinone a Fratelli d’Italia e puntando sul fatto che è arrivato il momento di capire seriamente chi sta con chi, soprattutto in vista della prossima tornata elettorale, sempre più vicina. Indubbiamente uno scossone rivolto al sindaco, per fargli capire che è giunta l’ora di smetterla di pensare alle ‘pecorelle smarrite’, bensì bisogna preoccuparsi di governare al meglio la città visto che i numeri ci sono: e il gruppo di Scaccia insieme a Fdi ne è la dimostrazione lampante, visto che detengono la maggioranza relativa. Dunque il messaggio potrebbe essere: ora basta, altrimenti pensiamo noi a scegliere il prossimo candidato del Centrodestra frusinate.
In tutto questo marasma, forse sono proprio i componenti di Fratelli d’Italia ad avere le idee più confuse, visto che ora sembrano vicini alla linea di Scaccia (che chiede chiarezza, soprattutto da parte degli Azzurri) mentre il capogruppo, Franco Carfagna, solamente poche settimane fa in Consiglio aveva quasi rimproverato il sindaco di non aver trovato un accordo con Forza Italia, lasciando riflettere in molti. A meno che quello di Carfagna non sia stato un intervento non concordato con il partito, dunque fatto solamente ‘pro domo sua’ , magari in vista delle Provinciali alla quali piacerebbe partecipare e per le quali potrebbe gradire un appoggio da parte degli Azzurri. Una sorta di ‘scambio di favori’, insomma.
Tutto ciò premesso, dopo l’ennesimo ultimatum subito, quale sarà ora l’atteggiamento del sindaco? Continuerà nella suo solco ‘democristiano’ oppure si accontenterà di non piacere a tutti, andando avanti a testa bassa nel governo attivo della città accanto alla sua squadra, dimenticando chi non è più con lui e chi critica solo per criticare? I messaggi giunti in questi giorni dai suoi stessi ‘pretoriani’ sono inconfutabili, e perseverare nel perseguire la sua linea, oltre che non portare a niente, potrebbe risultare… fatale.


