Conosce una ragazza su un sito per soli uomini e organizza un incontro per una prestazione sessuale, ma in realtà è una truffa e viene rapinato.
L’attività del personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico è scaturita da una denuncia querela sporta da un giovane di Frosinone nei confronti di ignoti, per il reato di rapina aggravata dall’uso delle armi.
In particolare il giovane ha riferito che dopo aver contattato sulla nota piattaforma Whatsapp una ragazza conosciuta su un sito di incontri per soli uomini, fissava con questa un appuntamento a sfondo sessuale in un via periferica del capoluogo, pattuendo con la medesima la somma di euro 100,00 per la prestazione.
Tuttavia il giovane riferiva che, non appena giunto sul luogo dell’appuntamento, notava sopraggiungere di lì a poco una autovettura di colore nero, con vistosi danneggiamenti della carrozzeria e del parabrezza anteriore, alla cui guida vi era una donna e come passeggero un uomo, che si fermava nei pressi della sua auto.
Dall’autovettura scendeva in un primo momento una ragazza, le cui fattezze, con sommo stupore del giovane, non erano assolutamente corrispondenti alla donna ritratta sul sito di incontri, e successivamente un uomo, il quale avvicinatosi al giovane dopo breve conciliabolo – nonostante la ritrosia dello stesso contrariato del palese divario tra la donna contatta sul sito e quella che al contrario si era presentata all’appuntamento – si faceva dapprima consegnare la somma di denaro pattuita per consumare il rapporto sessuale e successivamente con mossa repentina, obbligando il giovane a piegare la testa sul volante, gli puntava un coltello alla gola.
La vittima, temendo per la propria incolumità, è riuscita ad innestare la retromarcia e ad allontanarsi. L’immediata attività investigativa intrapresa dall’U.P.G.S.P., una volta assunta la notizia di reato, ha consentito di rintracciare di lì a poco, parcheggiata in una zona popolare di Frosinone, una autovettura Mercedes, del tutto compatibile per via dei danni presenti sulla carrozzeria e sul parabrezza anteriore, con quella utilizzata dagli ignoti per commettere il reato di rapina, motivo del quale l’auto veniva sottoposta a sequestro.
I successivi accertamenti, eseguiti unitamente al Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica, che provvedeva ad eseguire rilievi dattiloscopici, consentivano di identificare gli autori della rapina grazie alle impronte digitali rilevate all’interno dell’auto, dove peraltro veniva rinvenuto anche il coltello utilizzato per commettere il reato.
A seguito di tali accertamenti, i responsabili così identificati, accompagnati dal loro legale di fiducia, si presentavano spontaneamente in Questura, dove venivano denunciati per il reato di rapina aggravata dall’uso delle armi.


