E’ arrivata la decisione del Tribunale del Riesame: Massimiliano Mignanelli rimane agli arresti domiciliari, essendo stata respinta la richiesta dei suoi avvocati difensori. Mignanelli, come si ricorderà, è finito nell’articolata indagine della Guardia di Finanza di Cassino che ha smascherato l’attività di una serie di persone nell’ambito del cosiddetto “scandalo Tfa” (si tratta del Tirocinio Formativo Attivo, vale a dire il percorso scelto dal Miur – attuale Mur – per permettere agli aspiranti docenti interessati di conseguire la specializzazione richiesta agli insegnanti di sostegno riservato agli alunni portatori di disabilità”).
Un’inchiesta che ha destato grande clamore e che ha fatto luce su un sistema corruttivo – in questa fase da considerarsi “presunto” – per i corsi necessari a poter conseguire l’abilitazione per il citato Tfa.
In un primo momento l’ex consigliere comunale di Cassino (indagato nella veste di dipendente e responsabile del settore Area Risorse Umane dell’Università della Città Martire) non era stato sottoposto ad alcuna misura cautelare, scattata invece dopo il suo interrogatorio preventivo. Un atto al quale sono stati sottoposti sia Mignanelli sia altre cinque persone indagate nella stessa inchiesta.
A tale provvedimento i legali di Mignanelli si erano opposti presentando apposita istanza al Tribunale del Riesame che però, come detto, ha rigettato tale richiesta lasciando quindi Mignanelli agli arresti domiciliari in attesa dell’evoluzione delle successive fasi dell’inchiesta.