Se, da un lato, partecipare a Sanremo Giovani può essere un trampolino di lancio straordinario, questa occasione rischia anche di diventare un’arma a doppio taglio. L’appuntamento richiede maturità, impegno e lungimiranza per essere sfruttato appieno: senza queste qualità il rischio di perdersi o di cullarsi sul successo momentaneo è reale.
Chi riesce a distinguersi dopo questa esperienza è anche chi è capace di trasformare la partecipazione in un punto di partenza per una crescita costante. Renzo Rubino è una perfetta dimostrazione di come Sanremo Giovani possa cambiare la vita: il suo brano “Il Postino” ha conquistato il terzo posto nel 2013, aggiudicandosi anche il premio della critica “Mia Martini”. Grazie al risultato ottenuto, Rubino è stato chiamato l’anno successivo nella categoria “big”: da allora, come raccontato da lui stesso a ExpressVPN, ha iniziato pubblicare album, partecipare a tour e guadagnarsi una posizione nel panorama musicale italiano.
Renzo Rubino sull’esperienza ad Area Sanremo: “Volevo confrontarmi con altri musicisti”
Per Renzo Rubino, tutto è cominciato con Area Sanremo: dopo aver partecipato al concorso preliminare nel 2012, è riuscito a qualificarsi per la sezione Giovani dell’edizione seguente del Festival. Rievocando quei momenti, l’artista pugliese spiega così la sua scelta: “Area Sanremo mi sembrava un modo sano per interfacciarmi con ragazzi che avessero i miei stessi desideri. Avevo voglia di confrontarmi con altri musicisti, di instaurare nuovi rapporti, di suonarci assieme, di capire in che direzione andare. Non potevo immaginare che sarei arrivato al Festival e non era quello che stavo cercando nell’immediato”.
Quello, però, era solo l’inizio di un percorso verticale di crescita artistica e professionale: “Quando ho capito che la canzone piaceva ero diventato incontenibile e preoccupato. Ho avuto la fortuna di avere attorno a me compagni di viaggio che mi hanno supportato. Alla fine mi sono sentito tutti quei ragazzi”.
I consigli di Rubino ai giovani: “Pensare a scrivere o produrre canzoni che ci definiscano”
A chi gli chiede cosa suggerirebbe ad un ragazzo che sogna di calcare il palcoscenico dell’Ariston, Rubino punta tutto sull’autenticità e sulla ricerca di una propria identità musicale: “Io consiglio di non avere fretta. Di pensare a scrivere o produrre belle canzoni, sono quelle che ci definiscono e che rimarranno nel tempo. Bisogna essere pronti quando capita l’opportunità giusta. A Sanremo non sempre vengono fuori le canzoni: per esempio giochiamo al fanta Sanremo, badiamo agli outfit, diciamocelo, non riusciamo ad essere super attenti e un certo tipo di musica fa fatica a passare da lì. Non dimentichiamoci che è un programma televisivo prima di essere un programma musicale”.
L’augurio, dunque, è di “partecipare almeno una volta nella vita ma di farlo in maniera scanzonata senza aspettarsi nulla”: “Va vissuto il momento. Ci tengo anche a dire che pur essendo il palco più bello che ci sia in Italia non è l’unico e che si possa essere artisti e vivere di musica anche trovando altri modi. Ma quanto è bello farsi avvolgere dall’orchestra, dal sentire il tuo nome forte e chiaro prima dell’esibizione, del silenzio assoluto che si crea poco prima di iniziare a cantare”.