Voglio riportarmi all’esperienza iniziata l’anno scorso di curatore di un progetto divulgativo e di moderatore di conferenze sui temi di Agenda ONU 2030 e i 17 Goals per lo sviluppo sostenibile. Un impegno di cinque eventi rivolti al pubblico, da organizzare con qualificati relatori. Ringrazio di cuore chi ha pensato di affidarmi questo compito.
Per chi mi incontra per la prima volta, mi occupo professionalmente di comunicazione d’impresa e curo il brand personale di imprenditori e manager. Le mie aree di competenza sono la gestione delle comunicazioni interne e di quelle esterne, le campagne pubblicitarie, le relazioni con i media, implementando strategie volte a promuovere in modo efficace l’immagine dell’azienda, il suo brand, le sue persone e la sua missione. Una professione svolta a stretto contatto con la direzione aziendale per plasmare l’immagine e i valori di un’azienda, oltre che scegliere le strategie appropriate per comunicarli al pubblico. Ciò implica l’ideazione di contenuti da diffondere curando che ogni messaggio sia in linea con le strategie aziendali.
Svolgo anche attività di coaching aziendale per supportare gli staff nel prendere consapevolezza dei propri punti di forza e migliorare i limiti, condividere scopi, creando le condizioni favorevoli per affrontare un percorso di apprendimento e di crescita, verso il raggiungimento di traguardi professionali e personali.
Ti ho raccontato ciò che faccio, questa è la mia comfort zone.
Quando mi è stato proposto di assumere l’incarico di curatore e moderatore di un ciclo di conferenze sui temi della sostenibilità ambientale ho vacillato. Si trattava di argomenti lontani dalle mie competenze e dalle comode coordinate della mia comfort zone.
Al principio, la sensazione è stata quella di trovarmi in mezzo a un mare di incertezze, con le competenze abituali che sembrano inadeguate di fronte alla nuova sfida.
Fortunatamente, le novità mi attraggono e quella sensazione di incertezza è durata poco.
Dovevo “solo” acquisire altre competenze.
Accettando la proposta, avrei dovuto, in aggiunta a quello che faccio, padroneggiare nuove materie, assicurare il successo e la rilevanza dell’iniziativa e la visibilità delle aziende promotrici, scegliere argomenti rilevanti, selezionare relatori qualificati e competenti (accademici, tecnici, manager d’azienda e altri esperti) per offrire un approccio completo ai temi e per garantire una varietà di prospettive, definire i dettagli della loro partecipazione.
Inoltre, la funzione di moderatore di tutte le conferenze avrebbe significato, innanzitutto, migliorare la conoscenza degli argomenti trattati per poter introdurre adeguatamente le conferenze e interagire in modo significativo con i relatori e il pubblico, oltre che essere in grado di facilitare il flusso delle discussioni, stimolando la partecipazione del pubblico ma garantendo il rispetto dei tempi.
Insomma, tanta roba, ma quella proposta suscitava in me un forte richiamo.
È proprio nei momenti di crisi iniziale che inizia la nostra crescita. Ho pensato che la chiave fosse abbracciare l’idea che una sfida è un’opportunità di crescita, non un pericolo da evitare. Invece di focalizzarmi sull’immagine di uscire dal mio “recinto” per affrontare l’ignoto ho visualizzato il gesto di spostare i paletti del recinto per ampliarlo. La comfort zone si espande accogliendo nuove porzioni di territorio sconosciuto, non trincerandosi dietro le proprie certezze o, peggio, fuggendo.
Ho accettato la proposta, mi sono preparato ed il ciclo di conferenze è andato bene. Il 2023 è stato un anno intenso ed appagante.
Questo incarico mi ha arricchito stimolandomi, da una parte, a formarmi su temi della sostenibilità ambientale di cui avevo una conoscenza comune (ma – lo ammetto – scarsa consapevolezza delle implicazioni profonde sulla nostra vita e sul pianeta) e, dall’altra, a misurarmi in un ruolo mai ricoperto finora. Non solo. Grazie a questa esperienza, ho conosciuto persone interessanti e stimolanti.
Prendere in considerazione un’attività che esula dal nostro ordinario non è una prerogativa riservata ai fenomeni. È l’opportunità di mettere le circostanze della vita in prospettiva e confidare nell’approccio alla crescita. Evolvere è l’occasione per scoprire che le nostre capacità superano di gran lunga ciò che immaginiamo di noi stessi.
Facciamo esperimenti. Anzi, per dirla con le parole del filosofo Vito Mancuso, “Ma cos’è veramente la vita? Un laboratorio. Nel quale siamo alle prese con un esperimento. L’unico, non ne abbiamo altri.” Si può sbagliare ed aggiustare il tiro al tentativo successivo.
Non si tratta di una corsa per raggiungere un obiettivo professionale, ma di un percorso, di una scoperta continua di capacità latenti che ci arricchiscono come persone.
L’espansione della comfort zone diventa un viaggio senza fine.
Se hai domande o curiosità, se vuoi unirti alla conversazione, scrivimi nei commenti o a dambrosio.miki@gmail.com
Lego tutto e rispondo a tutti.
Alla prossima!
Michele D’Ambrosio