Convegni, incontri nelle scuole, inaugurazione di panchine rosse, flash mob, appelli, distribuzione di opuscoli: le manifestazioni organizzate lunedì scorso, 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne sono state numerosissime, in tutta Italia e anche in provincia di Frosinone. Una mobilitazione generale delle coscienze finalizzata ad arginare un fenomeno purtroppo sempre più dilagante e che si fa fatica a contenere, pur in presenza di campagne di sensibilizzazione e di iniziative ogni anno in aumento e di tutti i tipi.
Che il problema sia di difficile soluzione è notorio. Lo dimostrano i tanti casi di violenza sulle donne che si sono registrati nel piccolo fazzoletto territoriale della Ciociaria guarda caso proprio nei giorni precedenti o in quelli immediatamente successivi alla Giornata del 25 novembre.
Uno scenario dal sapore medioevale fatto di maltrattamenti, minacce, episodi di stalking, appostamenti, pedinamenti, molestie telefoniche, danneggiamenti, quando non direttamente aggressioni e lesioni, anche gravi. E sempre provenienti, com’è ormai assodato da tempo, da ambiti familiari, domestici, lavorativi: da uomini (quelli con la ‘u’ minuscola) che non accettano la separazione, che vanno fuori di testa di fronte al “no” delle loro ex (compagne, mogli o fidanzate che siano). E che sfogano la loro frustrazione, figlia dei peggiori retaggi culturali e psicologici, accanendosi sulle donne con una violenza esercitata nei modi più diversi ma sempre riconducibili a quell’istinto di possesso (labile il confine con l’ossessione tossica e malata) che si vorrebbe esercitare.
La conferma arriva dalla cronaca delle ultime due settimane (per fermarci solo a questo lasso temporale), che ci consegna una triste e preoccupante recrudescenza dei casi di violenza in un periodo in cui la collettività, come detto, si è schierata in mille modi dalla parte delle donne. Dati che ribadiscono quanto sia necessaria un’azione ancora più incisiva, sia in sede di sensibilizzazione e prevenzione sia in quella repressiva, magari con misure cautelari maggiormente idonee a contenere la furia belluina di questi uomini e, soprattutto, a controllarli più efficacemente.
Non di rado, infatti, assistiamo a casi di violenza in cui i protagonisti sono persone recidive e già destinatarie di provvedimenti restrittivi, di allontanamento dalla casa familiare o di avvicinamento alle ex. Misure che evidentemente, come ad esempio quei braccialetti elettronici a volte dal dubbio funzionamento, non sono sufficienti. Maglie troppo larghe, misure troppo blande e poco efficaci e, ancora, pene poco severe. Un mix che espone le donne a rischi esponenzialmente sempre superiori, nonostante, va detto, il prodigarsi di forze dell’ordine, associazioni, enti, società civile. E nonostante le ricorrenti manifestazioni contro la violenza di genere, come, appunto, in occasione di ogni 25 novembre.
Una situazione che fa rabbia, che fa sentire inermi, che induce al pessimismo. Ma che, specularmente, deve far capire quanto sia ancora lungo il cammino da percorrere per arrivare a ridurre, se non ad eliminare del tutto, la violenza sulle donne, in tutte le sue turpi varianti: da quella fisica a quella psicologica, da quella sessuale a quella, spesso sottovalutata, di natura economica in cui gli uomini tendono a “controllare” e “possedere” le donne (in primis quelle senza un proprio reddito) privandole del minimo necessario per una propria indipendenza.
E allora, il messaggio che arriva da questo inaspettato e preoccupante aumento di episodi proprio nel periodo dedicato alla lotta contro la violenza di genere è esplicito: va bene, anzi benissimo, tutto quello che è stato fatto e si farà, ma serve di più, molto di più. Iniziando, lo ribadiamo, da misure preventive, repressive e cautelari decisamente più efficaci e severe.
TROPPI EPISODI NELLE ULTIME DUE SETTIMANE
CASSINO, 17/11/24
Commerciante 58enne sottoposto al divieto di avvicinamento alla proprietaria dei locali in cui lavora. La donna a lungo è stata vittima di appostamenti, pedinamenti, molestie telefoniche e danneggiamenti
ANAGNI, 19/11/24
Un 50enne arrestato per violazione del “codice rosso”. L’uomo era sottoposto al divieto di avvicinamento, con braccialetto elettronico, alla sua ex consorte.
ATINA, 20/11/24
Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa, con applicazione del braccialetto elettronico, per un 61enne. L’uomo per 5 anni aveva sottoposto l’ex convivente a maltrattamenti aggravati e atti persecutori.
FERENTINO, 21/11/24
Un 31enne arrestato per aver violato il divieto di avvicinamento alla ex. L’uomo dal 29 ottobre era sottoposto al provvedimento restrittivo, con applicazione del “braccialetto elettronico”, per reiterati maltrattamenti contro la donna.
PALIANO, 22/11/24
Arrestato un 26enne: la dipendente di un bar del posto pone fine alla relazione d’amore e lui, per ritorsione, dà fuoco al locale.
CASSINO, 23/11/24
Maltrattamenti nei confronti della ex: 48enne viene condannato e posto ai domiciliari. L’uomo, però, viola ripetutamente le prescrizioni. Il giudice aggrava la misura cautelare e lo manda in carcere.
PIEDIMONTE SAN GERMANO, 26/11/24
Donna denuncia il marito per averla a lungo sottoposta ad un regime di vita improntato all’aggressività e alla prevaricazione. Il giudice dispone per un 41enne l’allontanamento dalla casa familiare, con divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla donna e braccialetto elettronico.
PIEDIMONTE SAN GERMANO, 28/11/24
Maltrattamenti e minacce di morte alla moglie: per un 27enne divieto di avvicinamento alla donna e ai luoghi frequentati, con braccialetto elettronico.