C’è anche il colonnello Fabio Cagnazzo, ex comandante provinciale dei carabinieri di Frosinone, tra i quattro arrestati per l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso il 5 settembre 2010 con 9 colpi di pistola, all’interno della sua auto, mentre tornava a casa. I fatti si sono verificati nel piccolo centro in provincia di Salerno.
Oltra al colonnello dell’Arma, in servizio a Frosinone fino al settembre del 2020, ci sono anche l’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi, l’imprenditore Giuseppe Cipriano (detto “Peppe Odeon”, titolare di una sala cinematografica a Scafati) e Romolo Ridosso, collaboratore di giustizia già appartenente al clan camorristico dei Loreto-Ridosso oltre che figlio del boss. Per Cagnazzo e tutti gli altri l’accusa, pesante, è di concorso in omicidio volontario con aggravante camorristica.
I militari del Raggruppamento Operativo Speciale dei carabinieri di Roma, questa mattina, dopo 14 anni di delicate indagini, hanno eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere.
Secondo gli inquirenti Cagnazzo avrebbe organizzato l’uccisione e, successivamente, avrebbe anche provato a cancellare le prove di un delitto che, stando a quanto emerso dalle indagini, sarebbe stato commesso per neutralizzare un primo cittadino ritenuto ‘scomodo’ per gli affari illeciti della zona, soprattutto quelli ambientali e legati agli stupefacenti.
Vassallo, detto ‘il sindaco pescatore’, secondo quanto emerso dalle indagini avrebbe infatti scoperto un traffico di droga intorno al porto di Acciaroli (Salerno) organizzato da un clan in combutta con carabinieri infedeli e imprenditori del Salernitano, e si accingeva a denunciarlo alla Procura di Vallo della Lucania. Il giorno dopo l’omicidio, il sindaco avrebbe dovuto incontrare un ufficiale della Compagnia dei carabinieri di Agropoli. L’indagine è stata condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno: sin da subito, infatti, si sospettò dell’esistenza di un’implicazione camorristica dietro il delitto.
A gennaio scorso il colonnello Cagnazzo, ritenuto punta di diamante dei reparti investigativi dell’Arma, fu interrogato per oltre 11 ore proprio relativamente a questa indagine.
Il graduato, nato ad Aversa 53 anni fa, proviene da una famiglia di carabinieri: maresciallo il nonno, ufficiali superiori i due fratelli, generale in congedo il padre Domenico, che nel 1983 salì alla ribalta delle cronache nazionali per aver arrestato Enzo Tortora.
La notizia ha generato tanto clamore e tanti commenti nell’intera provincia di Frosinone, dove Cagnazzo era molto conosciuto vista la sua permanenza per anni in Ciociaria ai vertici del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri.
La notizia ha generato tanto clamore e tanti commenti nell’intera provincia di Frosinone, dove Cagnazzo era molto conosciuto vista la sua permanenza per anni in Ciociaria ai vertici del Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri.