Una domenica di sangue, quella di ieri, 7 luglio, per la Ciociaria, un territorio che ormai da mesi assiste inerme al tragico allungarsi di una scia di morte che sembra non conoscere fine. Dagli 11 suicidi in 2 mesi (e fra questi anche 7 giovani e giovanissimi) ai decessi per malori improvvisi sul lavoro, al volante o, come ieri, in montagna quando non accade nel sonno, fino agli incidenti stradali.
Una lunga scia di morte
Gli ultimi due episodi, come la cronaca ci costringe ad annotare, si sono verificati ieri, in una domenica che per decine di migliaia di persone è stata caratterizzata da relax e divertimento in un’estate che, a dispetto delle anomalie climatiche, è ormai esplosa in un vero caleidoscopio di eventi e occasioni di svago. Non è stato così per le famiglie, gli amici e i conoscenti di Manolo Iorio e di Mauro Rosati, deceduti il primo in un incidente stradale e il secondo durante un’escursione in montagna.
Scontro mortale auto-moto
Manolo Iorio – 43 anni di Pontecorvo, sergente dell’Esercito, sposato e padre di due figli – è deceduto in seguito alle gravissime ferite riportate in uno scontro fra la sua moto, sulla quale era in sella, ed un’Opel Mokka. L’incidente si è verificato nel pomeriggio di ieri sulla tristemente conosciuta Via Leuciana, una strada molto trafficata anche perché collega la città con il vicino casello dell’A1.
Lo scontro fra la moto e l’auto è stato devastante – la parte anteriore della macchina è andata praticamente distrutta mentre la motocicletta è stata catapultata a diversi metri di distanza – tanto che agli occhi dei soccorritori del 118 le condizioni del 43enne sono apparse subito gravissime. Nonostante gli sforzi dei sanitari Manolo è infatti morto.
La Procura ha disposto l’autopsia
Come siano andati i fatti dovranno ora stabilirlo i carabinieri della locale Compagnia, intervenuti sul posto per i rilievi, mentre la Procura della Repubblica di Cassino ha deciso di far eseguire l’autopsia sulla salma del militare. Il decesso di Manolo Iorio ha destato grande commozione e dolore in tutta la comunità e centinaia sono stati i messaggi di cordoglio sui social. Ora si attende l’autopsia affinché possano essere fissati i funerali del centauro e perché i suoi tantissimi amici, i conoscenti, i parenti possano dargli l’ultimo saluto.
Il messaggio del Sindaco Rotondo
Tra i messaggi di cordoglio, anche quello del sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo, che sul suo profilo Facebook istituzionale ha pubblicato il seguente post:
“Nell’incidente che c’è stato oggi (ieri, ndr) purtroppo ha perso la vita un giovane padre, un giovane marito e un professionista sempre attento e leale. A nome personale e dell’intera amministrazione, facendomi interprete di tutta la comunità, mi stringo al dolore della famiglia di Manolo, a sua moglie, ai suoi bambini, ai genitori e a quanti gli hanno voluto bene. Un abbraccio forte a tutti voi. Ciao Manolo”.
Escursione fatale ad alta quota
Mauro Rosati – 47 anni di Atina – ha perso la vita sulle sue amate montagne. Era uscito ieri mattina, di buon ora come sempre in queste occasioni, per raggiungere Monte Amaro, in territorio di Opi (L’Aquila) nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: una delle vette più suggestive, emozionanti e ambite dagli appassionati della natura e dell’escursionismo montano.
Gli ultimi passi sugli amati sentieri
Mauro Rosati era uno di questi: lui la montagna la amava e da tutti era conosciuto come un vero ed esperto escursionista. Purtroppo, però, stavolta il destino gli ha voltato le spalle. Nel corso della mattina, infatti, poche ore dopo l’attacco al sentiero, il 47enne ha accusato un malore, si è fermato, ha capito che qualcosa non andava.
Quindi, stando a quanto si è saputo, si è accasciato a terra sotto gli occhi impotenti e addolorati dei compagni di escursione che hanno subito capito cosa stesse accadendo. Tanto che ai primi sintomi di malessere dell’amico avevano già allertato i soccorsi. Purtroppo, però, non c’è stato niente da fare: all’arrivo dei soccorritori Mauro Rosati era già morto, un malore fatale come detto, probabilmente un infarto.
Il tragico recupero del corpo
Il recupero del corpo ha quindi richiesto l’intervento degli uomini del Soccorso Alpino che hanno raggiunto Monte Amaro, quella vetta che Mauro Rosati non è riuscito a salutare ancora una volta. La sua morte ha gettato nello sconforto tutta la Valle di Comino, dove in tanti lo conoscevano e stimavano e dove viveva. Molti i messaggi di “saluto” e di vicinanza alla famiglia da parte dei gruppi e delle associazioni di escursionisti tra i quali Mauro era come detto molto conosciuto.
Attesa per i funerali del 47enne
Si attende ora che vengano fissati i funerali per l’ultimo saluto ad un uomo generoso, stimato, amato e grande appassionato della montagna. Esequie che potranno essere fissate solo dopo che la Procura della Repubblica di Sulmona, competente per territorio, avrà deciso se far eseguire o meno l’autopsia sul corpo del 47enne.