Dopo un 2023 ricco di brutte sorprese per le tasche dei consumatori, molti si staranno chiedendo come sarà l’anno nuovo e se sarà possibile tornare a respirare, magari grazie ad un taglio degli interessi su prestiti e mutui.
Gli ultimi anni sono stati durissimi per l’Italia. Prima a causa dell’instabilità politica, poi della pandemia, che ha colpito in modo devastante il nostro Paese e, infine, con la guerra in Ucraina e la crisi delle materie prime. Una crisi che ha portato con sé un’inflazione che non registrava picchi così alti da diversi anni. La stessa inflazione ha convinto la BCE ad aumentare ripetutamente i tassi di interesse su prestiti e mutui.
Una scelta presentata come “obbligata” che ha portato, per prima cosa, ad una riduzione dei consumi, sia in termini di volumi e che di valore. Le misure adottate hanno iniziato a dare i loro frutti ad ottobre del 2023, con un primo rallentamento dell’inflazione, confermato nei successivi due mesi. Le stime lasciano presupporre che, tra alcuni mesi, i tassi di interesse inizieranno finalmente a scendere.
Il 2024 sarà, secondo gli esperti, un periodo di transizione economica per l’Italia, che presenterà ancora sfide ma anche opportunità, che serviranno a gettare le basi per una ripresa sostenibile. Si prevede un aumento del PIL dell’1,1%, un aumento dei consumi e una diminuzione del tasso di disoccupazione. Insomma, se le previsioni sono corrette, il 2024 sarà un anno favorevole per l’economia italiana.
L’innovazione tecnologica
Il 2023 è stato l’anno dell’Intelligenza Artificiale e, probabilmente, il 2024 sarà l’anno della sua consacrazione. Ma saranno protagonisti anche l’automazione e la sicurezza informatica. Le imprese potranno utilizzare l’IA non solo per migliorare l’esperienza dei clienti, ma anche per ridurre costi e tempi delle risorse impiegate.
L’automazione combinata con l’IA potrà contribuire a ottimizzare le attività di routine, mentre il progresso della sicurezza informatica servirà a proteggere gli ambienti di lavoro, anche considerando il lavoro da remoto, che ha rivoluzionato già da qualche anno il concetto di lavoro. A tal proposito, tuttavia, è necessario specificare che, in Italia, la maggior parte delle aziende sta facendo marcia indietro sullo smart working, costringendo i lavoratori a lavorare in ufficio almeno per qualche giorno alla settimana. Dunque, il lavoro da remoto non verrà del tutto abbandonato ed è chiaro che la tecnologia può dare ancora molto in questo senso.
Il 2024 potrebbe anche essere l’anno dei supermercati senza casse, come già accaduto a Verona, con il primo supermercato autonomo di Dao Conad Today, che si avvale di un’infrastruttura tecnologica, realizzata da Nexi, per il flusso di pagamento completamente digitale. Grazie a questa rivoluzionaria soluzione, i consumatori possono prelevare i prodotti dagli scaffali e portarli a casa senza passare dalla cassa. Basta aggiungere la spesa al carrello virtuale e passare per l’area totem dove è possibile visualizzare subito la somma da pagare e saldare attraverso mezzi esclusivamente digitali.
Le possibilità di investimento
La tecnologia ha anche dato un nuovo impulso alle possibilità di investimento. Il trading online, grazie a piattaforme dedicate come Bitfinex, Binance, Coinbase, eToro e altre, che permettono di acquistare prodotti finanziari e accedere facilmente a questa forma di investimento anche dal proprio cellulare.
Il che era impensabile fino agli anni 90, quando il telefono era ancora l’unico mezzo disponibile per effettuare le transazioni. Oltre al trading online, nel 2024 si potrà continuare ad investire nelle criptovalute, che hanno chiuso, con il 2023, un anno decisamente favorevole dopo le difficoltà della pandemia.
L’energia green e l’elettrico
Nel 2024 continuerà la corsa al fotovoltaico. Il Pnrr permetterà di avviare progetti a lungo termine per favorire la transizione verso energie rinnovabili e sostenibili, anche attraverso le comunità energetiche e di auto-consumo. Un imperativo in un Paese che ha ancora molto da fare per ridurre l’impatto ambientale e che non può più aspettare.
Sempre a proposito di sostenibilità, sono in uscita nel 2024 auto elettriche più economiche, che si spera diano una bella spinta al mercato, anche grazie ai nuovi incentivi in arrivo.
Il boom dell’usato
La sostenibilità sarà l’imperativo del 2024 anche in materia di abbigliamento. Oltre all’online, dove siti e piattaforme per comprare e rivendere vestiti (e non solo) usati proliferano, si stanno moltiplicando anche i negozi fisici second hand. Sì, perché chiamarlo vintage non sarebbe appropriato. Non parliamo di capi “invecchiati”, ma della tendenza di acquistare capi già usati, ma comunque in ottime condizioni, per pagarli meno e promuovere il riuso.
La chiamano pre-love fashion, un concetto che fa riferimento a capi di qualità che qualcuno ha già indossato e apprezzato e che rende anche i più grandi brand del mondo della moda finalmente accessibili. Una tendenza che, dall’America, si sta lentamente facendo strada anche in Italia.

Il consumo di proteine vegetali
Le proteine vegetali rappresentano da sempre una valida alternativa a quelle animali. Con l’intensificarsi della sensibilità verso le problematiche ambientali e il benessere animale, però, il plant based sta diventando anche una scelta etica. Secondo la Bva-Doxa, i consumatori italiani che attualmente prediligono le proteine vegetali sono 22 oltre milioni: il 54%, dopo la curiosità iniziale, decide di riacquistarli, il 21% li consuma abitualmente e il 33% solo occasionalmente.
Ma di quali prodotti parliamo? Cotolette, burger, polpette e nuggets plant based sono tra i più apprezzati, con il 57% delle preferenze; a seguire, troviamo bevande a base di soia, riso, avena, mandorla e così via (47%); infine, i gelati e i dessert, con il 25% delle preferenze. Non sembrerebbe, dunque, una moda passeggera, ma una graduale transizione verso un modo di mangiare più sostenibile e anche più sano.
Nel 2023, è stato anche aperto il dibattito sulla carne sintetica, da quando l’Italia ha deciso di vietarne la produzione nel Paese. Si tratta di carne coltivata in vitro che proviene dalle cellule staminali animali. Si prevede che, entro il 2030, la carne sintetica potrà arrivare a costare quanto quella normale, diventando a tutti gli effetti una vera alternativa alla carne come siamo abituati a concepirla, il che avrebbe un impatto davvero significativo sugli allevamenti e sul pianeta. Nel 2024, questo sarà un tema centrale di discussione, soprattutto per la scelta dell’Italia di tirarsi fuori dalla corsa alla carne sostenibile.


