Questi sono i giorni in cui Sanofi, il colosso farmaceutico francese, festeggia cinquanta anni di attività e si conferma come uno dei principali gruppi industriali presenti con propri stabilimenti produttivi ed uffici ad Anagni.
Ieri l’inaugurazione del reparto di liofilizzazione hi-tech
Ieri, 11 ottobre, la Sanofi ha inaugurato proprio nella Città dei Papi il reparto di liofilizzazione hi-tech, aggiungendo un ulteriore tassello allo sviluppo di una produzione d’eccellenza, frutto di investimenti per oltre 37 milioni di euro nell’ultimo triennio, supportati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dalla Regione Lazio.
Le dichiarazioni del sindaco Daniele Natalia
Il sindaco di Anagni, Daniele Natalia, presente all’evento assieme, tra gli altri, al Ministro della Salute Schillaci, al vicepresidente della Regione Angelilli, al consigliere regionale Maura ed all’europarlamentare De Meo, ha dichiarato: «Anagni rappresenta uno dei poli industriali più importanti d’Italia e d’Europa. Sul nostro territorio hanno sede realtà importanti, nazionali e multinazionali, di settori oggi sulla “frontiera tecnologica” come il chimico-farmaceutico, l’aerospazio e la meccanica di precisione, ma anche della logistica. Sanofi è parte integrante della rete industriale e produttive territoriale, quella stessa rete che consente di dare ad Anagni la dimensione internazionale di cui una città come la nostra ha bisogno per gli ambiziosi programmi di sviluppo che abbiamo. Ricordo quanto sia stata essenziale la presenza ad Anagni di colossi farmaceutici come la Sanofi durante la pandemia per la produzione di vaccini destinati a tutto il mondo, ma voglio sottolineare anche come, nella crisi più generale dell’industria, la Sanofi sia stata una delle eccezioni positive che hanno scelto non solo di restare in questo territorio senza delocalizzare, garantendo il lavoro ai suoi oltre 400 dipendenti, ma anche di effettuare investimenti milionari. Ma a garantire gli investimenti e salvaguardare l’occupazione non può essere solo la buona volontà delle aziende, ma anche compito della politica. Ci sono questioni ancora aperte su questo territorio, a cominciare dalla questione del Sin Valle del Sacco, per la quale abbiamo chiesto e ci stiamo impegnando per la deperimetrazione, dopo una fase scellerata di radicalismo prudenziale, ma anche quella del depuratore consortile, per la quale assieme ad Unindustria, Acea, ASI ed enti pubblici preposti stiamo lavorando per l’attivazione dopo trent’anni di una infrastruttura che potrebbe consentire, come da sempre ho evidenziato, l’unione d’intenti tra sviluppo industriale e tutela ambientale. Abbiamo il dovere di essere lungimiranti e di recuperare quella visione strategica della politica territoriale che ci permetterà di continuare a far sì che nei piani strategici delle grandi industrie Anagni resti un riferimento sicuro ed un polo d’investimenti ed innovazione».



