di Dario Facci
Domenica il ballottaggio per decidere chi sarà il prossimo sindaco di Frosinone.
Al confronto Riccardo Mastrangeli, candidato del centrodestra e Domenico Marzi, candidato del centrosinistra.
Al primo turno il candidato del centrodestra si è attestato a quota 11.856 voti, pari al 49,26% dei voti. Il candidato del centrosinistra ha ottenuto 9.419 voti, pari al 39,13%.
Al primo turno le liste che sostengono Mastrangeli hanno totalizzato 11.376 voti, cioè 490 meno del candidato. Quelle di Marzi hanno totalizzato 9.415 voti, 4 meno del candidato.
I candidati sconfitti al primo turno si sono così espressi: Vicano e le liste che lo hanno sostenuto (Azione e Udc) sostengono al ballottaggio Riccardo Mastrangeli; Vincenzo Iacovissi e la sua lista PSI così come Cosimato e la sua civica non hanno dato indicazioni per alcuno dei candidati.
Si vota dalle ore 7,00 alle ore 23,00. Le operazioni di spoglio inizieranno subito dopo la chiusura, cioè non appena i presidenti di seggio avranno ultimato le operazioni di chiusura del voto e preparatorie dello spoglio. Il responso del ballottaggio, dunque, si otterrà nella notte tra domenica e lunedì prossimi.
Si conclude domani, venerdì 24 giugno, una campagna elettorale durissima e nervosa, costellata anche di episodi ‘crudi’ come quello accaduto ieri durante un confronto tra i due candidati in una tv locale terminato bruscamente con l’abbandono della postazione da parte di Marzi in aperta polemica col conduttore.
Una campagna elettorale che ha anche ottenuto il primato di visite da parte dei big della politica. Specialmente in sostegno di Marzi: sono arrivati a Frosinone il segretario nazionale del Pd, Enrico Letta; il segretario nazionale del Movimento5Stelle, Giuseppe Conte; il presidente della Regione Lazio e già segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti e anche altre personalità come il sindaco di Roma, Gualtieri. Per Mastrangeli il segretario nazionale della Lega, Matteo Salvini e la segretario di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Per Iacovissi il segretario nazionale del Psi, Vincenzo Maraio. Per Mauro Vicano il segretario nazionale di Azione, Carlo Calenda e quello dell’Udc Lorenzo Cesa, solo per citare i più rappresentativi.
Tuttavia il dibattito non sembra mai aver spiccato il volo, considerato che trattasi di elezioni per un capoluogo di provincia, il livello delle questioni, gettate quasi sempre sulla piazza dei social, è risultato di infimo cabotaggio, spesso con ridicolo strascico polemico su cosucce di nessun vero interesse se non, addirittura, intorno a vere e proprie chiacchiere da lavandaie.
Al primo turno si sono recati alle urne 24.657 votanti, pari al 66,91% degli aventi diritto. Tradizionalmente il secondo turno vede una riduzione degli elettori cosicché l’astensione è un pericolo sempre dietro l’angolo e costituisce una variabile che potrebbe risultare influente sull’esito stesso della consultazione. Non è però al momento possibile stabilire in che modo questo possa accadere, cioè chi dei due contendenti potrebbe essere maggiormente penalizzato da una sostanziosa diserzione dalle urne poiché non è possibile, nonostante le varie teorie che si inseguono sull’argomento, sapere quale elettorato risulta più motivato.
