di Dario Facci
Riccardo Mastrangeli ha inaugurato la sede del suo comitato elettorale. In via Moro, uno spazio molto ampio e attrezzato sulla vetrina del quale campeggia il suo nome a caratteri cubitali e una sua gigantografia. Quello dell’inaugurazione è stato anche il primo momento di confronto con la piazza, con la gente di Frosinone che è accorsa in numero considerevole, tanto da rendere raggiante l’espressione del candidato alla carica di sindaco.
Presenti, ovviamente, anche i leader dei partiti e delle civiche della coalizione che lo sostengono e, in primis, il sindaco uscente, Nicola Ottaviani. Un’inaugurazione sobria: niente taglio del nastro o musica, soprattutto niente da mangiare o da bere. Solo confronto e il primo discorso in pubblico. M ha mostrato il volto che vedremo in questa campagna elettorale.
Sempre asciutto nell’eloquio ma meno diplomatico di quanto sia stato sino ad ora nelle sue dichiarazioni alla stampa. Tuttavia non ha riservato grande spazio agli avversari. Solo una parte del discorso per ricordare che il suo principale contendente, cioè, Domenico Marzi e uno dei suoi sostenitori, Michele Marini (ex sindaci il cui nome non ha mai pronunciato comunque) sono stati a suo dire tra gli autori dei problemi economici e finanziari che l’amministrazione Ottaviani ha ereditato e che ha dovuto risanare nelle due consiliature ora al termine.
Il resto del comizio (è stato un vero e proprio comizio) è stato destinato a tutto quel che l’amministrazione uscente ha fatto e soprattutto a quanto ha in animo di fare nell’immediato futuro l’amministrazione che Mastrangeli si augura di condurre: le opere già in cantiere e tutte quelle già note che godono di finanziamenti già in essere. Quartiere Scalo, metropolitana di superficie, nuovo ascensore inclinato, i Piloni, Largo Turriziani, restauro del Nestor e del Delle Vittorie e via discorrendo. Interessante un passaggio del discorso di Mastrangeli.
M ha sostenuto, nel momento in cui ha parlato delle liste per l’elezione del Consiglio Comunale, che ci saranno delle presenze provenienti da sensibilità di ogni tipo, anche opposte alla sua parte politica, tanto da potersi dichiarare “candidato a sindaco della Città” e non solo del centrodestra. Una dichiarazione molto forte che incuriosisce parecchio e che lascerebbe pensare (io mi sono sempre dichiarato almeno perplesso sulla faccenda del “campo largo” di cui sento predicare a sinistra) che la liquefazione delle appartenenze in vantaggio della scelta di blocchi di interesse può essere un’arma a doppio taglio. Insomma non è detto che possa servire, come il centrosinistra sostiene, solo a drenare dalla sua parte consensi dal centrodestra ma, perché no, anche il contrario. E’ il pericolo che ho sempre avvertito ogni qual volta si senta parlare di allargamenti non meglio contrassegnati da precisi recinti ideali. M, che certamente non è un pericoloso reazionario ma ha sempre avuto sulla sua figura l’aura del moderato, può certamente avvantaggiarsi della politica degli “allargamenti”.
Ora siamo in attesa della prima uscita pubblica degli altri candidati a sindaco. Per esempio il primo discorso pubblico di Marzi, che tenero non è mai stato e che proprio nell’eloquio ha una delle sue armi migliori sarà certamente molto interessante. Allo stesso modo incuriosisce cosa avrà da dire Mauro Vicano, che le cronache del sottobosco politico descrivono come sempre più convinto ma anche inquieto. E Iacovissi? Chi lo conosce personalmente qualche idea sull’efficacia del suo dire certamente già la possiede. Nessuno però lo ha ancora visto, da candidato a sindaco, confrontarsi con una piazza. Insomma una campagna elettorale che si promette assai movimentata e che, almeno a giudicare dalle premesse, non è certo che ci mostri fuochi ma l’artificio pare proprio che non difetterà.
