martedì 14 Maggio 2024
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Sessismo e maltrattamenti psicologici: educhiamo alla parità e al rispetto

Qualche giorno fa Alex ha raccontato al suo gruppo di amici il suo viaggio, entusiasta di aver esplorato parti del mondo con uno zaino in spalla e soprattutto di aver avuto molti flirt e storie di una sola notte

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“La scorsa estate è stata bellissima, ho viaggiato in solitudine, il divertimento è stato massimo, e ho fatto molte esperienze sessuali”. Qualche giorno fa Alex ha raccontato al suo gruppo di amici il suo viaggio, entusiasta di aver esplorato parti del mondo con uno zaino in spalla e soprattutto di aver avuto molti flirt e storie di una sola notte. 

Avrete notato che Alex è un diminutivo sia maschile sia femminile, ma leggendo le poche righe avete immaginato Alex uomo o donna? E cosa cambia in termini di giudizio? Alla fine dell’articolo rivelerò l’identità di genere di Alex.

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È opinione comune che l’uomo esploratore, che viaggia e sperimenta la sua sessualità sia un uomo forte, interessante, indipendente, a volte viene dipinto anche come impavido e divertente. 

Le stesse esperienze al femminile però fanno vertere il giudizio su altre connotazioni: matta, debosciata, instabile, di pochi valori, una poco di buono.

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Una donna che non rientra in determinati canoni imposti dalla storia, dalla società e dalla cultura di appartenenza non viene apprezzata e valorizzata. Ma il punto è che anche la donna che rientra negli “esemplari” parametri, nello stereotipo femminile, in un certo qual modo, verrà, nel corso della sua vita, resa degna di scherno e sottomessa a qualche forma di maltrattamento, senza tener conto che già è incasellata in un tipo di impostazione socio-culturale molto sfavorevole e denigrante.

Quello che vorrei evidenziare, vista la premessa, non è la violenza fisica e sessuale fatta verso le donne che conosciamo meglio (visti anche i segni tangibili), non la violenza subordinata alle leggi, alle tradizioni, alle gestioni lavorative e salariali, ma la violenza psicologica, una forma di violenza mascherata, che si esprime infatti in forme subdole e non riconoscibili come abusi; molto spesso sono anche le donne a non individuarla. 

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Gli abusi psicologici infatti difficilmente vengono distinti in quanto tali, al massimo vengono minimizzati sia dagli artefici che dalle vittime. 

Per abuso psicologico si intende qualsiasi atto di maltrattamento emotivo che si esplica attraverso pressioni psicologiche, insulti, aggressioni verbali, minacce, indifferenza, forme di controllo, rifiuto, svalutazioni, denigrazioni. Sono questi dei comportamenti molto dannosi che provocano pesanti ripercussioni nella vittima a livello emotivo, affettivo, e spesso anche cognitivo. 

Nonostante i progressi e le battaglie femministe nella storia dell’uomo, permane un divario molto importante dell’immagine dei due sessi. La prima differenza sta proprio nel modo in cui la donna e l’uomo vengono pensati.

C’è la tendenza ad educare il sesso femminile a non rispondere, a non essere libero e “selvaggio” nell’infanzia, a non giocare alla lotta, a non sporcarsi, a stare poi a testa bassa e a tirare avanti nonostante ingiustizie e soprusi, a stare maggiormente in silenzio nelle situazioni sociali dando precedenza agli uomini nelle conversazioni, a non sedere a capotavola, ad offrire e servire, ad essere esasperatamente femminile nei modi, nei vestiti, nel trucco, nella compostezza, ad avere il corpo “giusto”, ad accusare ed ingoiare colpi che vanno da battute sessiste a molestie di vario tipo, ad occuparsi della gestione familiare senza che venga riconosciuto il carico mentale e pratico dello svolgimento delle mansioni domestiche e della cura dei figli. 

In condizioni più sfavorevoli il “gentil sesso” nel rapporto coniugale non può gestire i suoi soldi, non può indossare determinati vestiti, non può uscire liberamente con gli amici, deve adattarsi all’umore del compagno e saper gestire perfettamente i suoi momenti positivi come quelli negativi senza poter sbagliare.

Le donne assumono un’identità e una prospettiva personale e interattiva avvilente, svalorizzata. Alcune finiscono per schernirsi da sole e farsi il verso su come praticano attività ritenute maschili, come guidare la macchina o parlare di politica o praticare uno sport agonistico. 

Negli ultimi anni è stata condotta un’intervista su bambini e bambine da un noto marchio sportivo in cui si chiedeva ad entrambi i sessi di mimare l’uomo e la donna mentre correvano e mentre interagivano. Sia i bambini sia le bambine rappresentavano l’uomo come sicuro e competente in quello che faceva, mentre la donna come una parodia dello stereotipo sessista, una “scemetta” che inciampava, ridacchiava e non sapeva fare le cose. 

Ma la responsabilità di chi è? Degli uomini? Delle donne? 

No. È un problema culturale. Riguarda la modalità educativa dei nostri figli. 

La soluzione sarebbe di non contrapporre stili direttivi su maschietti e femminucce. Dare quindi più sicurezza e libertà di espressione verbale e fisica alle bambine e coltivare nei bambini la sensibilità, il rispetto, l’ascolto, anche la debolezza: permettiamogli di piangere. Occorre sradicare quindi l’approccio machista e l’importanza della forza virile; eliminare le differenze nell’uso dei giochi, dei colori dei vestiti. Lasciamo i bambini liberi di trovare la propria identità, i propri interessi, i propri piaceri, vediamo cosa li affascina.

E come genitori cerchiamo di rappresentare un modello di rispetto reciproco. 

Per rispondere alla domanda inziale, Alex non è un uomo e non è una donna: è la proiezione del nostro modo di pensare al femminile e al maschile.

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Ilaria Del Greco
Ilaria Del Greco
Psicologa clinica, giuridica e sessuologa, la dottoressa Ilaria Del Greco su TuNews24.it cura la rubrica settimanale “Le vie della mente". Si occupa di promozione del benessere e sostegno della salute psicologica di adulti, adolescenti, bambini e coppie. Ha svolto ricerche su sessualità, adolescenza, disturbi dello spettro autistico, disturbo ossessivo-compulsivo. È stata membro della Consulta Giovani degli Psicologi del Lazio. Svolge il suo lavoro a Roma, Frosinone e Alatri, ma anche online.
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