sabato 20 Aprile 2024
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New addictions: la ricerca spasmodica del piacere tra vuoti interni, perdita di significati e di valori

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Si chiamano “new addictions” (nuove dipendenze) e si riferiscono ad una serie di comportamenti e condotte in cui l’oggetto della dipendenza non è una sostanza chimica, ma un’attività consentita e socialmente accettata. 

Il gioco d’azzardo, l’abuso Internet, lo shopping compulsivo, il lavoro perseguito come attività prevalente o esclusiva, l’abuso di social networks, la cura spasmodica del corpo tramite comportamenti alimentari e attività fisica, la sessualità incontenibile, le relazioni affettive con forti squilibri, in alcuni casi possono assumere caratteristiche patologiche, diventare oggetti di dipendenza e limitare fortemente la vita delle persone, e attivare un vortice di sofferenza quando ne occupano quasi esclusivamente i pensieri, le emozioni e le fantasie.

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In alcune condizioni le persone sono totalmente assorbite da attività e comportamenti che diventano il centro della vita e, come abbiamo già accennato nel precedente articolo sull’ortoressia, non rimane spazio per altro.  Si compromette così il normale corso della vita, e si manifestano problematiche sia in ambito sociale e lavorativo che affettivo. Il comportamento dipendente si impone occupando lo spazio di vita e condizionando il funzionamento complessivo della persona. 

Quando la spinta che sostiene la dipendenza non viene soddisfatta si vivono sensazioni di disagio, frustrazione, depressione. Viceversa, quando la spinta viene esaudita, spesso compulsivamente, le relative modalità e comportamenti che danno piacere, attivano colpe che possono essere compensate solo da nuovi comportamenti dipendenti. Si attiva così una spirale tra soddisfazione e colpa che può sostenere una grave dipendenza.

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Recenti studi hanno sottolineato come il meccanismo d’azione che si innesca nelle dipendenze comportamentali ha forti analogie con quello che si attiva nella dipendenza da sostanze. Sono infatti i complessi rapporti tra mediatori chimici cerebrali come dopamina, serotonina, endorfine, responsabili delle sensazioni di piacere e gratificazione, a sostenere i diversi comportamenti dipendenti. Tutte le dipendenze comportamentali presentano perciò alcuni aspetti in comune con le dipendenze da sostanze: assuefazione, compulsione e astinenza. 

Il comportamento dipendente si rivela nella specificità del rapporto con l’oggetto stesso della dipendenza, nell’attenzione prevalente o esclusiva che all’oggetto si presta, nella sua ricerca compulsiva, nella limitazione grave di altre attività, nell’impoverimento della personalità.

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Gli effetti che il comportamento dipendente ha sulla sua vita si esprimono nella continua o ricorrente mancanza di controllo, nella necessità di tenere in piedi il comportamento nonostante le conseguenze dannose che comporta, tra cui la distruzione di rapporti affettivi significativi.

Alle sensazioni di piacere, sollievo, a volte anche di euforia, seguono immediatamente vissuti dolorosi, sensi di colpa, depressione dell’umore. Ripetiamo che questi vissuti attivano la ricerca tempestiva di ulteriori sensazioni piacevoli, una reiterazione del comportamento dipendente per invertire l’umore: si accentua così e progredisce il processo di dipendenza, in cui la ricerca di comportamenti o sostanze satura lo spazio del pensiero e della elaborazione mentale.

Il tipo di comportamento o sostanza “scelti” sono connessi al tipo di personalità in gioco, ai fattori genetici e di apprendimento, come anche al livello di adattamento cognitivo e affettivo, alla storia di vita, alle diverse esperienze e ai fattori ambientali.

La grande diffusione delle dipendenze comportamentali negli ultimi anni è dovuta verosimilmente all’evoluzione degli usi e dei costumi delle società occidentali, con spinte sempre più forti alla soddisfazione immediata e scarsa tolleranza della frustrazione.

Le sensazioni di noia, di vuoto, la perdita di significato e prospettive, di saldi valori di riferimento, soprattutto nei giovani, sono precondizioni delle dipendenze, anche comportamentali.  Si pensi alle recenti aggressioni di bande giovanili a persone anche sconosciute, con la sola finalità di picchiarle per provare il piacere di una violenza incontenibile.

E’ forse semplicistico dirlo, ma sarebbero utili la ricostruzione di valori, di interessi, di impegno, come pure di progettualità, la ricostruzione di modelli di riferimento oltre la soddisfazione immediata dei propri desideri.

Si potrebbe forse promuovere così il contenimento delle spinte disgregative individuali e sociali di cui abbiamo parlato in questo articolo.

 

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Ilaria Del Greco
Ilaria Del Greco
Psicologa clinica, giuridica e sessuologa, la dottoressa Ilaria Del Greco su TuNews24.it cura la rubrica settimanale “Le vie della mente". Si occupa di promozione del benessere e sostegno della salute psicologica di adulti, adolescenti, bambini e coppie. Ha svolto ricerche su sessualità, adolescenza, disturbi dello spettro autistico, disturbo ossessivo-compulsivo. È stata membro della Consulta Giovani degli Psicologi del Lazio. Svolge il suo lavoro a Roma, Frosinone e Alatri, ma anche online.
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