lunedì 13 Maggio 2024
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Ortoressia, un disturbo alimentare subdolo: quando il desiderio di mangiare sano si trasforma in patologia

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Curare l’alimentazione scegliendo una dieta equilibrata è importante per il benessere e la salute, ma quando mangiare sano diventa un’ossessione possono insorgere rischi e problemi da non sottovalutare. Il termine ortoressia, dal greco orthos (giusto) e orexis (appetito), descrive un’attenzione morbosa per il consumo di alimenti sani, naturali, privi di conservanti, additivi chimici, coloranti, e per i metodi di preparazione e cottura degli alimenti. 

L’ortoressia è un disturbo di recente origine, sviluppatosi in concomitanza alla diffusione, sempre più consistente, di stili di vita salutisti come il vegetarianismo, il veganismo e l’alimentazione bio. In Italia sono circa cinquecentomila le persone che soffrono di ortoressia, ma il numero è in costante crescita e la prevalenza del disturbo è maschile.

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L’ortoressia riflette una sorta di atteggiamento ipocondriaco verso i cibi non considerati naturali, che vengono valutati pericolosissimi per la salute. Le persone che soffrono di ortoressia sono tormentate dai pensieri sul cibo e manifestano un comportamento ossessivo nei confronti dell’alimentazione. Ne sono prova:

– la pianificazione anticipata dei pasti;

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– l’eccessivo impiego di tempo nella ricerca di cibi idonei, con un controllo meticoloso della composizione degli alimenti e delle materie dei contenitori;

– la costante ricerca di informazioni sulla provenienza, sulla filiera, sul tipo di terreno e sulla coltivazione dell’alimento;

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– la preparazione dei cibi secondo procedure studiate scrupolosamente per eliminare eventuali rischi per la salute come cotture particolari e l’utilizzo di un certo tipo di utensili da cucina. 

Il comportamento tipico di chi soffre del disturbo è la progressiva eliminazione dalla dieta di alimenti ritenuti dannosi per la salute, con la conseguenza spesso di rifiutare anche alimenti genuini esponendosi a carenze nutrizionali, vitaminiche e di minerali.

Come accade nei disturbi da dipendenza, il cibo diventa più importante di qualsiasi altra cosa, compromettendo le aree della vita (sociale, affettiva, lavorativa) ed il complessivo benessere della persona. La dimensione del piacere, del gusto, dei sapori e degli odori, del pasto come occasione di condivisione e convivialità, vengono sostituiti dalla sensazione di sollievo, conseguente dalla rigidità delle regole e dall’accuratezza della pianificazione alimentare, unita alla gratificazione per l’apporto nutrizionale e salutare ottenuto.

L’ossessione alimentare tipica dell’ortoressia e la conseguente severità verso di sé possono portare ad isolamento sociale e difficoltà relazionali: si evitano uscite, cene con amici, ristoranti, inviti, poiché sono situazioni in cui non si può esercitare il controllo sugli alimenti disponibili. 

Cedere ad inviti e mangiare non correttamente porterebbe ad un forte senso di colpa, unito ad insofferenza e preoccupazioni di contaminazione, ad un abbassamento dell’autostima (in quanto l’esercizio del proprio controllo è venuto a mancare), e a pensieri intrusivi su cosa comporterà a livello salutare il cibo ingerito. 

A garanzia della propria sicurezza si evitano quindi esposizioni, scambi e confronti con gli altri. La meticolosa scelta del cibo veicola la gestione emotiva e la vulnerabilità associata. L’ossessione per il cibo sano potrebbe infatti celare un senso di inadeguatezza personale che si esaspera in un rigido autocontrollo al fine di restituire un senso di sé adeguato, capace e competente.

Il nucleo del disturbo risiederebbe in una serie di convinzioni distorte su ciò che è sano e in un senso di superiorità personale, derivante dal sottoporsi ai rigidi criteri alimentari, unito spesso ad un senso di disgusto verso chi sceglie di mangiare diversamente. Ciò incentiva le sopra citate difficoltà relazionali dell’ortoressico, allontanandolo dalle persone che non condividono il suo stile alimentare. 

È importante cogliere il tipo di problematicità in base al grado di flessibilità: un comportamento alimentare può essere considerato patologico quanto più assume caratteristiche di rigidità e quanto più compromette il funzionamento complessivo della persona ed il suo benessere psico-fisico. 

Molto spesso le persone che soffrono di ortoressia non hanno la percezione di avere un disagio, al contrario si sentono apparentemente molto sicure della loro auto-gestione. La presa di consapevolezza del proprio malessere può aprire la strada ad un miglioramento.

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Ilaria Del Greco
Ilaria Del Greco
Psicologa clinica, giuridica e sessuologa, la dottoressa Ilaria Del Greco su TuNews24.it cura la rubrica settimanale “Le vie della mente". Si occupa di promozione del benessere e sostegno della salute psicologica di adulti, adolescenti, bambini e coppie. Ha svolto ricerche su sessualità, adolescenza, disturbi dello spettro autistico, disturbo ossessivo-compulsivo. È stata membro della Consulta Giovani degli Psicologi del Lazio. Svolge il suo lavoro a Roma, Frosinone e Alatri, ma anche online.
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