Continua a salire il prezzo di benzina e gasolio: autotrasportatori sul piede di guerra. Iniziano le proteste. Dall’inizio del mese di febbraio si registrano rincari che superano il 23%. Appello al Governo
Il caro-carburante, unito al caro-bollette, continua a creare non pochi problemi, sia ai privati cittadini che alle aziende, in particolare quelle di autotrasporti, che sono sul piede di guerra e hanno iniziato le prime manifestazioni di protesta: quelle ciociare e pontine hanno iniziando manifestando, nei giorni scorsi davanti al mercato ortofrutticolo di Fondi con i loro mezzi pesanti fermi davanti all’ingresso del Mof per esternare tutto il disappunto per una situazione drammatica, che sta creando gravi ripercussioni a livello economico e sta mettendo in crisi diverse centinaia di aziende del territorio e, di conseguenza, anche di famiglie.
Secondo le ultime rilevazioni su base settimanale del Ministero della Transizione Ecologica, i carburanti stanno registrando un’impennata dei prezzi da livelli record: il rilevamento odierno segnala nella settimana appena trascorsa un aumento dei prezzi pari al 15,94% per la benzina e al 17,6% per il gasolio. Un rialzo che sembra non fermarsi più, spinto dal pesante rincaro registrato all’inizio del mese di febbraio: rispettivamente il +22,6% per la benzina e il +23,3% per il gasolio. Più o meno stabile, invece, il Gpl, che però ha avuto una crescita totale, nel corso del 2021, addirittura superiore al 30%.
Per chi possiede un’auto a benzina, il Ministero della Transizione Ecologica ha calcolato che con i recenti aumenti si spendono 1.835 euro ogni 1.000 litri, mentre per quelle a gasolio si sborsano 1.708 euro.
Sempre dai dati comunicati dal Ministero è possibile notare come oltre il 57,7% del prezzo della benzina è rappresentato da imposte: infatti sui 1.835 euro spesi per ogni 1.000 litri, ben 1.059 euro sono a carico di accise e IVA (782 euro per le prime e 331 per le seconde) a fronte di un prezzo netto di 775 euro. Stessa cosa per il gasolio, per il quale accise e iva superano sempre il 50%.
Se invece guardiamo all’ultimo ventennio, più precisamente dal 2001 al 2021, l’impennata dei prezzi della benzina è circa del 54,5%, si è infatti passati dal prezzo medio annuale di 1.052 euro ogni 1.000 litri di inizio millennio ai 1.626 euro toccati alla conclusione del 2021.
Le aziende di autotrasporto ciociare e pontine hanno scelto il Mercato Ortofrutticolo di Fondi come location per chiedere un immediato intervento delle istituzioni per “cercare di salvare il salvabile. Siamo vicini al collasso – hanno affermato i manifestanti – ormai si rischia la paralisi. Manifestiamo – hanno spiegato durante la protesta – contro i continui aumenti del carburante, dell’energia, dei ricambi e dell’Adblue, rincari ormai fuori controllo andati avanti nella totale indifferenza del Governo”. Un grido d’allarme rimasto però inascoltato dal Governo.
Sulla grave situazione che si sta vivendo è stata diramata anche una nuova nota della Federazione Autotrasportatori Italiani delle province di Frosinone e Latina. «L’aumento del costo del gasolio, che nell’ultimo anno ha subito un rincaro di oltre il 30%, e il caro energia (aumento del 55%) hanno impattato in maniera negativa sulla catena del freddo e del trasporto alimentare – ha sottolineato il segretario della Fai Frosinone e Latina, Diego Pettoni – A questi numeri va aggiunto l’aumento dei ricambi per la manutenzione dei veicoli di circa il 15% e il prezzo dell’Adblue triplicato in pochi mesi. Tutto ciò rischia di costringere le aziende a tagliare costi andando a compromettere la sicurezza dei mezzi circolanti. Il Governo deve intervenire subito in sostegno del settore, altrimenti in breve tempo l’autotrasporto rischia la paralisi e migliaia di aziende falliranno, cosa che impatterà inevitabilmente sulla distribuzione delle merci e sull’intero sistema produttivo. L’autotrasporto è un settore strategico, deve essere tutelato».