La pandemia di Covid, in Italia come nel resto del mondo, sembra ormai incontenibile. Soprattutto a causa della forte spinta della variante Omicron che sembra in grado di “bucare” tutte le difese offerte dai vaccini attualmente in uso. Nonostante quella che appare ormai un’evidenza riconosciuta anche dal mondo scientifico, vale a dire la scarsa efficacia degli attuali vaccini contro Omicron, la corsa alle vaccinazioni continua, per le prime e seconde dosi (sì, c’è ancora una grande sacca di no vax) e ancora di più per la dose booster, la terza dose. Tutto al fine di sconfiggere al più presto la pandemia e tornare ad una vita il più possibile normale.
Ma dall’Istituto Spallanzani arriva la doccia fredda: presto, a detta dei ricercatori dell’Istituto da sempre all’avanguardia nella lotta ai virus in Italia, bisognerà ridefinire le strategia di contrasto al Covid alla luce della potenza di Omicron. Non a caso pochi giorni fa il consulente della Casa Bianca per il Covid ha dichiarato che Omicron prima o poi “troverà tutti” “Tutti i vaccini autorizzati perdono significativamente attività nei confronti di Omicron.
LO SPALLANZANI AMMONISCE: ORA SERVE SPUTNIK
In merito dallo Spallanzani è stata diramata una nota molto esplicita ed anche poco rassicurante per quanti sono corsi a vaccinarsi e oggi sono in fila per la dose booster.
“Tutti i vaccini autorizzati perdono significativamente attività nei confronti di Omicron. I risultati degli esperimenti, condotti in collaborazione tra Istituto Spallanzani e Istituto Gamaleya, hanno documentato che oltre il 70% delle persone vaccinate con Sputnik V mantengono un’attività neutralizzante contro Omicron, e tale attività si mantiene in buona parte anche a distanza di 3-6 mesi dalla vaccinazione“.
Lo comunica il team tecnico-scientifico dello Spallanzani. Che ritiene i risultati degli esperimenti di laboratorio condotti con l’Istituto Gamaleya “estremamente incoraggianti per definire nuove strategie vaccinali in rapporto all’evoluzione delle varianti del Covid”.
