domenica 19 Maggio 2024
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Usura ed estorsione, imprenditore costretto a versare cifre da capogiro. Ma per lo strozzino finisce male: arrestato

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Usura: un incubo senza fine nel quale, specie in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, cadono purtroppo in numero sempre maggiore. Ma le forze dell’ordine vigilano ed è dell’altro giorno l’arresto di un uomo a Pomezia accusato di questo abietto reato. Sull’argomento è intervenuta l’associazione Codici con la seguente nota. 

“L’importanza di denunciare trova ancora una volta conferma nell’arresto eseguito dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Eur, su delega della Procura di Repubblica di Roma – Direzione Distrettuale Antimafia, di un 65enne di Pomezia. L’uomo è accusato di usura ed estorsione con l’aggravante del metodo mafioso ed è in carcere, mentre la vittima ha visto finire il proprio incubo.

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“Prima di tutto – dichiara Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale di Codici – è doveroso un plauso ai carabinieri per l’indagine. Un’altra vicenda drammatica, che dimostra la minaccia costante dell’usura e, al tempo stesso, conferma l’importanza di denunciare. La vittima ha avuto il coraggio di ribellarsi al suo aguzzino ed è così che si è arrivati all’arresto dell’usuraio. Anche quando tutto sembra perduto, quando non si vede la luce in fondo al tunnel non bisogna perdersi d’animo, perché la via d’uscita c’è ed è quella della legalità. Abbiamo predisposto un esposto alla Procura e ci costituiremo parte civile al processo per difendere la vittima”.

LA RICOSTRUZIONE DELL’INCUBO E IL SUO INIZIO

L’incubo per la vittima di usura, un imprenditore di Pomezia, inizia quando si rivolge ad un primo usuraio per cercare di risolvere i problemi economici con l’Agenzia delle Entrate. I soldi, però, non bastano per saldare il debito con il fisco ed i tassi altissimi imposti dallo strozzino per la restituzione del denaro lo portano a rivolgersi ad altri due cravattari. La situazione per l’imprenditore diventa presto insostenibile, complice la crisi innescata dalla pandemia, ogni mese deve restituire 20mila euro, mentre il 65enne a fronte di un prestito di 200mila euro applica un tasso di interesse del 10%. Sostenendo la sua vicinanza a personaggi della criminalità e ad associazioni mafiose, l’uomo è riuscito a tenere in pungo la vittima, che però, come detto, ha trovato la forza di reagire.

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“È quello che diciamo sempre – afferma Giacomelli – e che non ci stancheremo mai di ripetere: denunciare è fondamentale. Perché uscire dall’incubo usura è possibile, ma per farlo bisogna seguire il sentiero della legalità, rivolgendosi ad esempio ai carabinieri, come in questo caso, e alle associazioni come la nostra che possono fornire assistenza ed aiuto”. L’associazione Codici da anni porta avanti un’azione per difendere chi è vittima di usura o estorsione e per tutelare che si trova in condizioni a rischio. Per informazioni: 06.55.71.996 –segreteria.sportello@codici.org.

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