Vola alto il prezzo del grano duro che si assesta sui 45 euro al quintale, livelli che non si raggiungevano dal 2007. Una notizia di per sé positiva per i produttori ciociari che potrebbero finalmente vedere premiati i propri sforzi e ripagati gli investimenti. Ma non è tutto oro quel che luccica, anzi.
Secondo Confagricoltura Frosinone, infatti, occorre ragionare all’interno di un più generalizzato aumento dei prezzi delle materie prime a cui vanno aggiunti i costi sempre maggiori della logistica, sia nazionale che internazionale, che incide sui prezzi di sementi e concimi, elevando i costi di produzione e, quindi, riducendo per gli agricoltori i margini di guadagno. C’è da fare molta attenzione all’attuale situazione sui mercati e la quotazione del grano duro.
Le parole del vicepresidente dell’organizzazione e produttore cerealicolo, Fabio Corsi
«Quest’anno – sottolinea Fabio Corsi, vicepresidente dell’organizzazione e produttore cerealicolo – ci sarà sicuramente qualcuno che otterrà lauti guadagni con il grano e tutti gli altri cereali, ma purtroppo la giostra è sempre la stessa: i prezzi alti invoglieranno molti agricoltori ad investire per le prossime semine con la certezza degli aumenti delle sementi e concimi e con molta incertezza sul prezzo che sarà alla raccolta».
Il prezzo del grano duro vola ai livelli del 2007 ma per gli agricoltori ciociari i margini di guadagno restano gli stessi di sempre
Le forti oscillazioni delle commodities, infatti, creano incertezza non solo tra gli agricoltori ma in tutta la filiera ed è per questo che da tempo la Confagricoltura Frosinone chiede che sia garantito un prezzo minimo che permetta di mantenere costanti le produzioni, invitando altresì i consumatori a preferire prodotti locali.
La certezza di un raccolto nazionale è anche garanzia dei prezzi e qualità per il consumatore. In Europa, in particolare Spagna, Francia e Turchia si è prodotto meno grano, ma quello che è accaduto dall’altra parte dell’oceano era imprevedibile ed è ciò che sta portando ad apprezzare il grano sui mercati locali e internazionali. In Canada e negli Stati Uniti la forte siccità ha compromesso il raccolto facendo risalire i costi.
Il commento del presidente di Confagricoltura Frosinone, Vincenzo del Greco Spezza
Il presidente dell’organizzazione agricola, Vincenzo del Greco Spezza ammonisce: «Agli occhi del pubblico gli agricoltori sono quelli che stanno facendo cassa, ma nulla è più lontano dalla realtà. Dai nostri osservatori rileviamo che già a fine agosto oltre il 90% del grano in Italia è in mano a commercianti o trasformatori che, grazie alle continue speculazioni al ribasso, viene da questi acquistato ad un prezzo inferiore a quello riportato sui listini delle borse merci. Gli agricoltori spesso si trovano nella necessità di dover vendere ma in generale investono poco o nulla sugli stoccaggi – continua il presidente – Noi come organizzazione agricola abbiamo attivato un servizio di monitoraggio dei prezzi di scambio delle principali borse merci per assistere al meglio le nostre aziende associate e guidarle verso una più consapevole commercializzazione delle loro produzioni. Per ora il mercato sta avendo un andamento positivo ma il nostro impegno a sostegno della cerealicoltura ciociara sarà tesa a chiedere a gran voce la necessaria stabilità dei mercati».