Morti sul lavoro: una lunga scia di sangue e dolore che non accenna a fermarsi. Un fenomeno contro il quale bisognerebbe mettere in campo più energie, più risorse, più azioni preventive per aumentare i livelli di sicurezza nei posti di lavoro e poi interventi repressivi, incisivi e severi, nei confronti dei responsabili di tali incidenti. Un’azione che dovrebbe coinvolgere ogni istituzione al fine di limitare, se non eliminare del tutto, questa piaga. E invece siamo ancora qui, purtroppo, a fare la triste conta dei lavoratori deceduti mentre erano intenti a compiere il loro dovere.
DUE INCIDENTI MORTALI IN SOLE 24 ORE
Due incidenti mortali in poco più di 24 ore, in Ciociaria, hanno funestato la settimana e segneranno pesantemente le prossime. Due tragici episodi che, ancora una volta, hanno fatto balzare la provincia di Frosinone agli onori delle cronache nazionali. E ancora una volta per circostanze negative, facendo compiere al territorio un per nulla auspicato balzo in avanti nella drammatica classifica nazionale degli infortuni sui luoghi di lavoro.
LA CRONACA DEI DUE TRAGICI EPISODI
Il primo dei due incidenti mortali si è verificato intorno alle 10 di martedì scorso,10 dicembre: a perdere la vita è stato un operaio manutentore di 39 anni che è stato travolto e ucciso sul colpo da un Tir sull’A1, dove stava lavorando nei pressi del casello di Cassino, in direzione sud. L’uomo era residente in Campania ed è stato centrato da un autoarticolato Daf dell’impresa di trasporti Af Logistics. La vittima era dipendente di una ditta della provincia di Caserta che si stava occupando del rifacimento della segnaletica. Ancora incerte le cause dell’incidente: il mezzo pesante era guidato da un autotrasportatore della provincia di Torino. C’è il sospetto che il Tir abbia sbandato finendo nell’area del cantiere, ma restano da comprendere le cause: se legate ad un guasto o ad un malore del conducente.
Il secondo decesso si è verificato mercoledì scorso, 11 dicembre, a San Vittore del Lazio. Due operai, poco dopo le 10.30, sono caduti dal tetto di una ditta, la Lamberet Spa, da un’altezza di oltre sei metri mentre stavano togliendo lastre di amianto. Uno dei due lavoratori è deceduto: la vittima aveva 53 anni ed era di origine albanese. Il dipendente ferito, invece, ha 31 anni ed è di origine marocchina: è stato trasportato al San Camillo di Roma in eliambulanza. Anche in questo caso la dinamica è da accertare.
TRISTE PRIMATO PER IL LAZIO
Con i due tragici incidenti mortali avvenuti nel Frusinate salgono a 93 i morti sul lavoro nel Lazio fino ad oggi. E’ questo il triste conteggio di un 2024 nero, nel quale finora si contano ben 20 vittime in più rispetto al 2023, un aumento superiore al 20%. Un triste podio per il Lazio, terza regione d’Italia dopo Emilia Romagna e Lombardia per numero di “morti bianche”. Solo nel Frusinate nell’ultimo mese sono morti tre lavoratori (due come detto in questa settimana in appena 48 ore): due in più dell’anno scorso. Ma è naturalmente a Roma che si registra una vera e propria ecatombe di lavoratori: 64 vittime negli ultimi 10 mesi, venti in più rispetto all’anno scorso. Una mattanza che coinvolge soprattutto i lavoratori ultracinquantenni.
I NUMERI IN TUTTA ITALIA
Quanto al quadro nazionale, sono 890 i morti sul lavoro nei primi 10 mesi del 2024. Questo dicono i dati ufficializzati da Inail lo scorso 5 dicembre e relativi, appunto, al periodo compreso tra gennaio e ottobre ai quali vanno sommati i decessi di novembre e dicembre. Numeri che sono lo specchio di un Paese in cui si continua a morire di lavoro: quasi tre morti al giorno.


