Centomila euro l’anno. Tanto spende il comune di Veroli ogni anno per risolvere il fenomeno del randagismo nel territorio comunale. “Il randagismo è un problema che ha radici più profonde della mancanza di collari e microchip – scrive in una nota Ivan Viti, esponente di Forza Italia a Veroli – Sabato scorso il comune ha organizzato un’iniziativa di microchip per poco meno di 70 cani. Un evento che sicuramente ha avuto una buona affluenza, l’intenzione è buona.
È ormai l’ennesima volta che comunque assistiamo a questi eventi, che sicuramente risolvono il problema di identificare qualche cane in più ma non incidono affatto sulla questione di fondo: ridurre il randagismo.
Nel frattempo – prosegue Viti – i cani continuano a popolare le strade, anno dopo anno, senza mai trovare un tetto. Una lettura attenta delle recenti delibere comunali rivela che soltanto pochi giorni fa sono stati stanziati ulteriori 25.000 euro per il servizio di mantenimento e custodia dei cani randagi che, è bene ricordarlo, sono formalmente “proprietà del comune”.
Il comune, quindi, tra una microchippatura e l’altra continua a spendere cifre significative per gestire i randagi, senza affrontare il nocciolo della questione. Di fatto, basterebbe considerare soluzioni che comportino una maggiore collaborazione con associazioni di volontariato. Molte associazioni si sono già dimostrate pronte a offrire supporto, a cercare famiglie per le adozioni, a organizzare eventi di sensibilizzazione e a proporre percorsi di affido che libererebbero le strade dagli animali randagi e consentirebbero un risparmio significativo di denaro pubblico.
E se il comune, con tutte le risorse di cui dispone, prendesse davvero in considerazione un progetto di rifugio comunale? Un luogo che non sia solo un “parcheggio” per cani, ma un vero e proprio centro di recupero, che dia agli animali una reale opportunità di trovare una famiglia.
Certo, il costo iniziale potrebbe sembrare elevato, ma chi sa fare i conti sa bene che la spesa per una struttura del genere potrebbe essere ampiamente compensata nel tempo dal risparmio sul costo di mantenimento dei randagi.
Questa non è una semplice critica – conclude Viti nella sua nota – vuole essere un invito a trasformare il problema in un’opportunità. Non solo per il comune, ma anche per i cittadini e, soprattutto, per i cani che meritano una casa e un futuro migliori”.


