È morto dopo una violenta rissa tra coetanei in via Piave, a Bologna, un ragazzo di 16 anni colpito da un’arma da taglio. È successo ieri sera, mercoledì 4 settembre, intorno alle 22,30. Due i ricoveri in ospedale: la giovane vittima, che poco dopo non ce l’ha fatta, e un altro giovane di 17 anni che verserebbe in condizioni gravissime. Indagini sono in corso per chiarire i motivi dell’accaduto ma non sono esclusi, ad aggravare la tragedia, i sempre più frequenti “futili motivi”.
E’ successo a Bologna ma poteva accadere ovunque e in provincia di Frosinone nelle ultime settimane ci si è andati molto vicini. Le risse tra giovani e giovanissimi sono purtroppo sempre più frequenti, risse a colpi di bottiglia, pugni e calci quando va bene, con sedie e mazze da baseball o bastoni e aste di ferro: è successo per due volte in pochi giorni a Pontecorvo, giorni prima nel Sorano, a Veroli (non ad Alatri) all’esterno di un noto pub periferico, è accaduto a Frosinone, a Cassino e in altri comuni della Ciociaria.
Spesso le liti non arrivano alla cronaca ma ci sono, eccome se ci sono, e, come detto, vedono nel ruolo di protagonisti ragazzi sempre più giovani. La cosiddetta “generazione Z”, al centro di dibattiti, analisi e inchieste, anche e soprattutto dopo la strage di Paderno Dugnano, nel Milanese. Una generazione vittima di un malessere strisciante, sotterraneo, spesso non apparente (e qui va ricordata la tragica sequela di suicidi di giovani che ha funestato la nostra provincia tra maggio e luglio).
Malessere che tuttavia non riguarda solo i ragazzi ma che parte anche dalle famiglie, dalle agenzie educative, dalla scuola, anch’esse dilaniate da mille problemi. E i social? una parte rilevante ce l’hanno, eccome, ma non possono esserci solo le piattaforme digitali sul banco degli imputati. Ed è davvero il caso che ognuno si faccia un bell’esame di coscienza e che si assuma le proprie responsabilità, ad ogni livello e grado.
E certamente, se da giorni i mass media nazionali traboccano delle vicende simil sentimentali di quello che dovrebbe essere il ministro della Cultura (già, della Cultura…) della Repubblica italiana, beh, su quel banco dovrebbero salire in parecchi.


