di Dario Facci
Nessuno finga di stracciarsi le vesti. Non ci si azzardi a frignare d’indignazione come verginelle impaurite. Quando i campi diventano larghi lo diventano per tutti. Inoltre i politici che si definiscono civici lo fanno proprio perché non vogliono appartenere a questo o quel campo, per quanto largo possa essere. Pompeo ha governato la Provincia con Forza Italia e poi con Fratelli d’Italia. Che problema ci sarebbe qualora Di Stefano la governasse con la Lega? Onestamente nessuno. Le Province, come sono ora, enti di secondo livello, sono fatte della stessa natura delle Comunità Montane. Nessuno si è mai chiesto come siano formate le maggioranze che le governano.
Per questo nessuno si scandalizzi se nella mattinata di mercoledì scorso si sono ritrovati nello studio presidenziale di Di Stefano anche il sindaco di Frosinone, Riccardo Mastrangeli e il presidente del Consorzio Industriale del Lazio, Francesco De Angelis. Nessuno si sorprenda, inoltre, per il fatto che a quell’incontro abbia partecipato, anche se solo telefonicamente per le impellenze della Finanziaria (della quale è stato relatore in Parlamento!) anche l’On. Nicola Ottaviani.
Semmai, per tutti finora, il problema è sempre stato l’efficienza o meno dell’Ente di Piazza Gramsci, se le istanze dei Comuni siano state e in che misura soddisfatte, se la progettazione dello sviluppo territoriale, competenza primaria della Provincia dopo il repulisti delle responsabilità operato dalla Delrio, abbia una qualche vitalità o, almeno, accenni di potenzialità.
Di questo devono preoccuparsi e si preoccuperanno gli amministratori e i cittadini e di questo deve preoccuparsi l’inquilino numero uno di Palazzo Jacobucci: il giovane presidente, Luca Di Stefano.
Un’intesa con la Lega, come è stato sottolineato abbondantemente nel comunicato diffuso dall’ufficio stampa di De Angelis, può essere confortata da una serie di unità di vedute, se non politiche, com’è ovvio, su blocchi d’interesse esclusivamente di natura progettuale e amministrativa. Un paio di voti in più in Consiglio Provinciale per altro non guastano di certo (in Consiglio, non passato per la fase di rinnovo, c’è un’opposizione anche se ancora non se ne ha un computo reale). Saranno quelli di Andrea Amata e di Giuseppe Pizzuti (Luca Zaccari decade per effetto delle dimissioni di Antonio Pompeo da Sindaco di Ferentino per partecipare alle Regionali).
Tutto ciò può essere stato anche il frutto di un accordo elettorale? Niente di più facile. Tutte le elezioni provinciali di secondo livello sono un gigantesco accordo elettorale. Lo abbiamo ricordato costantemente anche da queste colonne.
Infine una domanda: qualcuno si è mai chiesto negli scorsi anni quale fosse l’opposizione in Consiglio Provinciale e da chi fosse composta? Ovviamente si tratta di una domanda retorica. Se è esistita è sempre stata molto collaborativa. Potrebbe esserci qualche curioso spettatore per questa nuova fase. La domanda, questa volta meno retorica è: a Piazza Gramsci ci sarà un’opposizione non formale? Lo capiremo presto, il primo Consiglio Provinciale a guida Di Stefano deve essere celebrato subito dopo Natale.