“L’annuncio dell’ennesimo rinvio della riapertura della Galleria “Capo di China” in territorio di Atina, ora posticipata al prossimo 12 gennaio 2026 (dopo la data precedentemente fissata per il 30 novembre), rappresenta l’ennesima beffa per i cittadini della Valle di Comino, del Sorano e del Cassinate.
È quasi un anno, da marzo 2025 – denuncia con forza Mario Borza, consigliere comunale di opposizione a Casalvieri e da sempre attento alle problematiche della Valle di Comino – che questa infrastruttura vitale è chiusa, e da allora assistiamo a una gestione dei tempi che definire superficiale è un eufemismo.
L’Anas, ente gestore, continua a rinviare la data di fine lavori, iniziati per mettere in sicurezza la struttura dopo alcuni cedimenti, senza fornire spiegazioni adeguate sulle ragioni di questi ritardi cronici. La pazienza degli automobilisti è esaurita. Migliaia di persone sono costrette quotidianamente a percorrere strade secondarie tortuose, scomode e pericolose, con un notevole aggravio di tempo, costi e rischi per la sicurezza. I residenti dei centri limitrofi vedono la loro quiete e la loro sicurezza compromesse da un traffico deviato insostenibile.
Questa situazione non è più tollerabile – affonda il colpo Borza – È una questione di diritto alla mobilità e di sicurezza pubblica che non ammette ulteriori rinvii.
Pertanto, sollecito nuovamente e con forza l’Anas a garantire il rispetto della nuova scadenza e a lavorare a ritmi serrati, se necessario H24, per restituire la galleria alla piena fruibilità nel più breve tempo possibile.
Ribadisco inoltre la necessità di un’azione congiunta e decisa da parte degli Enti territoriali:
- Invito formalmente il Presidente della Provincia di Frosinone a farsi portavoce, con maggiore determinazione, del disagio del nostro territorio presso gli uffici competenti.
- Sollecito il Governatore della Regione Lazio ad attivare tutti i canali istituzionali per vigilare sull’operato di Anas e sbloccare questa situazione incresciosa.
Come già annunciato in precedenti interventi, e vista la persistente inerzia e i continui rinvii – conclude Mario Borza – non escludo la possibilità di promuovere iniziative di protesta più incisive, come una raccolta firme capillare o, se necessario, una manifestazione pubblica sotto i Palazzi degli Enti preposti, per far sentire la voce di una popolazione esasperata che chiede solo il rispetto dei propri diritti.
La misura è colma: la Valle di Comino merita risposte concrete e non più promesse disattese”.


