Quanto si consuma davvero a Roma? Niente sondaggi “a sensazione”: qui si parla di acque reflue, cioè l’analisi dei metaboliti delle droghe nei depuratori. Anche quest’anno, in occasione della Giornata internazionale per la lotta alla droga (26 giugno), è stata presentata la Relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia curata da Istat e Istituto Mario Negri (DCSA)
Come sono stati raccolti i dati
Nel 2024 sono state monitorate 38 città. Il risultato è una stima dei consumi medi nazionali in dosi al giorno per 1.000 abitanti, confrontata con le serie 2020–2022.
I consumi medi nazionali (dosi/1.000 persone/giorno), se paragonati con quelli stimati attraverso le rilevazioni effettuate nel 2020-2022, risultano
- Cannabis: stabile (~52)
- Amfetamina: molto bassi e circoscritti a poche città (0,02)
- Cocaina: lieve aumento (~11)
- Metamfetamina: in crescita (~0,15)
- Eroina: in diminuzione (da 2,8 a 1,2)
- Ecstasy/MDMA: in aumento (da 0,06 a 0,15)
Tradotto: la cannabis resta la più diffusa; cocaina sempre molto presente.
Roma: cannabis ai massimi, in scia ai grandi centri
Nelle acque di Roma, la cannabis è tra le sostanze più rilevate, con livelli paragonabili a Bologna e Olbia. Il divario territoriale è notevole: si va da 14–15 dosi in città come Vibo Valentia e Trapani a 95–100 dosi nei centri al vertice, tra cui la Capitale. Rispetto al triennio 2020–2022, i consumi crescono in molte città (L’Aquila, Lucca, Milano, Roma, Belluno, Terni, Verona) e calano solo a Torino e Trieste. In breve: Roma resta in fascia alta e in crescita.
Amfetamine e sintetici: Roma spicca sulla metamfetamina
Le amfetamine classiche restano basse quasi ovunque, spesso appena in tracce. Diverso il discorso per la metamfetamina: valori più alti a Bologna (1,1 dosi), Milano (0,7), Roma (0,7), Venezia (0,4).
L’MDMA (ecstasy) segue un trend simile e aumenta in quasi tutte le città: picchi a Bologna e Milano (0,6), Trieste (0,4), incrementi anche ad Aosta, Roma, Lucca, Pescara, Terni, Verona. Segnale chiaro: nei grandi centri i sintetici stanno tornando protagonisti.
Cocaina: Roma è sulla media nazionale
Dopo la cannabis, la cocaina è la sostanza più diffusa. Si passa da 2–3 dosi (Vibo Valentia, Biella) a 23–25 (Olbia, Rimini, Montichiari, Venezia). Rispetto al 2020–2022: aumenti a L’Aquila, Potenza, Latina, Terni, Verona; raddoppi ad Aosta e Belluno; cali a Bari e Perugia; altrove stabilità. Roma? Intorno alla media italiana: non ai picchi assoluti, ma nemmeno marginale.
Eroina: calo generale, qualche resistenza
Per l’eroina il trend è in discesa nella maggior parte dei centri, con piccole eccezioni (lievi aumenti a Terni e Verona). Nell’Italia centrale permangono livelli più alti in alcune città (Perugia 3,5 dosi; Terni 7,5), ma si vedono riduzioni importanti a Perugia, Campobasso, Ancona, Firenze, L’Aquila, Roma, Pescara. Nella Capitale la curva scende rispetto al 2023.
Ketamina e NPS: segnali in aumento
Nel 2024 si monitora anche la ketamina (con i metaboliti per distinguere uso e scarico): media nazionale da 4,9 mg (2020–2022) a 7,3 mg, con balzi fino a 3–4 volte a Trieste, Bologna, Milano.
Le Nuove Sostanze Psicoattive (NPS) sono rilevate ovunque, ma in tracce: tra i catinoni sintetici, spiccano metcatinone e 3-MMC (picchi a Rimini e Bologna, raddoppio bolognese da ~2,2 a ~4,8 mg). Incrementi anche a Trieste e Milano.
Prezzi: quanto costano
Secondo le stime Istat, nel 2023 la spesa per droghe è di 17,2 miliardi di euro: 38% cannabis, 28% cocaina. Con la revisione dei conti (settembre 2024) i valori 2023 risultano stabili sul 2022 (nel 2021 erano 15,5 miliardi). La DCSA aggiorna i prezzi su 11 città, distinguendo spaccio e traffico.
Giovani e legali: tabacco, alcol, psicofarmaci senza ricetta
Tra gli studenti, il quadro non è leggero. Quasi 1,2 milioni (48%) hanno fumato almeno una sigaretta nella vita; 970.000 (39%) nel 2024; 510.000 (21%) fumano quotidianamente nell’ultimo anno. L’inizio è precoce: 58% tra 15–17 anni, 38% entro i 14 (in crescita). Dopo il calo del 2022, il consumo di sigarette si stabilizza. Restano centrali alcol e psicofarmaci senza prescrizione, con effetti su salute e rendimento e, spesso, connessioni con i consumi illeciti.
Perché contano questi dati (e come usarli)
Per rendere più efficace la risposta pubblica al consumo di sostanze, servono politiche mirate: conoscere dove il fenomeno “pesa” di più consente a Comune, Regione e servizi di destinare risorse a prevenzione, riduzione del danno e cura.
L’allerta offerta dalle analisi delle acque reflue è cruciale perché intercetta i trend prima che arrivino ai pronto soccorso. A questo va affiancata un’educazione mirata, con campagne realistiche e linguaggi adatti ai giovani, per aumentare consapevolezza e ridurre i rischi. Infine, occorre tenere conto del “weekend effect” e delle aree a forte afflusso turistico, dove si registrano i picchi: qui servono presidi e servizi flessibili e modulati sulle fasce orarie e sui luoghi più sensibili.
Cannabis legale: un’alternativa da comprendere, non da reprimere
Nel contesto attuale, segnato da consumi elevati e una complessità crescente nel mercato delle sostanze, la cannabis legale potrebbe rappresentare un punto di equilibrio tra libertà individuale e tutela della salute pubblica.
I prodotti a basso contenuto di THC, offrono infatti un’esperienza rilassante senza effetti psicoattivi né rischi di dipendenza.
Nonostante ciò, questo segmento del mercato è oggi al centro di nuove incertezze legislative che rischiano di penalizzare non solo gli operatori, ma anche i consumatori che cercano alternative sicure e trasparenti.
Conclusioni
La Relazione annuale al Parlamento siamo impone quindi riflessione: serve una politica pubblica più pragmatica, capace di coniugare prevenzione, educazione e regolamentazione intelligente. In un momento in cui i dati mostrano la complessità del fenomeno, solo un approccio basato su informazione, scienza e responsabilità può aiutare a distinguere tra rischio e opportunità, tra abuso e uso consapevole. La sfida, oggi, è proprio questa: governare il cambiamento, non subirlo.


