Attimi di tensione nel piccolo centro di San Giovanni Incarico dove ieri, tra la mezzanotte e l’una, si è verificata una rissa tra ragazzi – giovani e giovanissimi – poco dopo la tradizionale ‘Corsa delle carrozzelle’, evento molto seguito dalla comunità locale.
Secondo le prime ricostruzioni, tutto sarebbe iniziato da alcuni sfottò tra partecipanti, degenerati rapidamente in uno scontro fisico. Calci, pugni e spintoni hanno trasformato una serata di festa in un episodio di violenza che ha richiesto l’intervento dei soccorsi e delle forze dell’ordine. Sul posto sono arrivati i carabinieri (che stanno indagando sull’accaduto) e un’ambulanza: alcuni giovani sono rimasti feriti e hanno avuto bisogno di cure mediche.
L’episodio, purtroppo, non è isolato. Sempre più spesso, infatti, episodi di aggressioni e risse tra ragazzi emergono in occasione di feste, eventi sportivi o serate nei locali. Dietro a questi comportamenti c’è un fenomeno sociale che preoccupa: la tendenza di molti giovanissimi a risolvere le tensioni con la violenza, in un mix di goliardia che si trasforma in aggressività, spesso alimentata dall’alcol e dalla pressione del gruppo.
Il fenomeno della violenza giovanile
Negli ultimi anni, in tutta Italia, le cronache raccontano di risse tra minorenni, baby gang e atti di bullismo che si spostano sempre più spesso dal mondo virtuale dei social alle piazze e alle strade dei paesi. Psicologi ed educatori sottolineano come, dietro questi episodi, ci siano fragilità, difficoltà comunicative e un bisogno di affermazione che si esprime nella forma più sbagliata: quella dello scontro fisico.
La violenza giovanile rappresenta un campanello d’allarme non solo per le famiglie ma anche per le istituzioni, che sono chiamate a rafforzare i percorsi di prevenzione, educazione al rispetto e gestione dei conflitti.
A San Giovanni Incarico la comunità si interroga ora su come un evento di tradizione e socialità si sia trasformato in teatro di una rissa. Le indagini delle forze dell’ordine faranno chiarezza sulle responsabilità, ma resta forte la necessità di riflettere su un problema che non riguarda solo un piccolo paese, bensì un’intera generazione.


