Meta blocca ancora i contenuti social dello scultore anagnino Jago. Aveva postato La David, la sua ultima scultura, esposta al teatro antico di Taormina, dopo l’inauguirazione.
I seni scoperti della statua in bronzo, hanno mandato di nuovo in tilt il ‘calcolatore’ che ha bloccato profilo e contenuti.
Jago, come gesto clamoroso, ha deciso quindi di ‘autocensurare’ la statua fisica avvolgendola con lo scotch tra lo sguardo attonito di ignari turisti e visitatori convinti di trovarsi di fronte ad un vandalo dell’arte.
“Si tratta ancora una volta di un vero e proprio danno – commenta Jago all’ANSA – visto che si trattava di un video promozionale della mostra. Quindi non si sta censurando soltanto un’opera, cosa di per sé assurda, ma un’intera esposizione e iniziativa culturale sulla quale tutti abbiamo investito molto e che, per ragioni sconosciute, viene oscurata nonostante non infranga le linee guide di Meta”.
Un gesto provocatorio, quello di Jago, che farà discutere sulla “censura algoritmica” che non guarda alla tradizione artistica ma alla lettera cieca di un regolamento. Con il nastro adesivo Jago ha quindi reso visibile la contraddizione: l’opera, privata del suo corpo e della sua voce, diventa il simbolo di una battaglia più ampia sul rapporto tra libertà artistica e controllo digitale.


