Sulla questione del mancato rogo, al termine del Carnevale frusinate, del fantoccio del Generale Championnet, è intervenuta anche l’Associazione Culturale Rione Giardino. Pubblichiamo di seguito la nota.
Premettiamo che questo post non è né per gli sciacalli che, pur infischiandosene altamente della “tradizione”, l’hanno usata per attacchi personali all’Amministrazione Cittadina e agli organizzatori del Carnevale storico, né a coloro che tentano ripetutamente di strumentalizzare “la Ràdeca” per fini politici. A costoro non ci sentiamo di dovere alcunché né tanto meno spiegazioni; proprio perché il Carnevale di Frosinone è, e deve, rimanere apolitico e patrimonio immateriale della cittadinanza e di coloro che l’apprezzano, non di chi vorrebbe solo usarlo…
Questo post è per le persone che in maniera genuina si sono interrogate (rimanendo magari anche contrariate) sul divieto di bruciamento del fantoccio di ieri sera.
Insieme alla Proloco, e agli altri organizzatori, eravamo a conoscenza già da più di qualche tempo della probabile impossibilità di procedere al rogo. Motivo semplice: il rischio di venir denunciati, non solo per gli amministratori, ma anche per i responsabili delle associazioni di volontari (perché questo siamo) per il non rispetto del divieto assoluto di combustione all’aperto nei comuni in Classe 1 (Frosinone, essendo come noto, primo in classifica in Italia per cattiva qualità dell’aria, ricade ovviamente in questa categoria). La normativa di riferimento è una normativa della Regione Lazio, per cui la relativa ordinanza deriva da regolamenti regionali, e non decisi a livello locale.
Fino all’ultimo si è sperato che in qualche modo si potesse trovare una soluzione e ottenere una deroga, ma nel tavolo tecnico avvenuto lunedì 3 marzo in Questura, dove oltre ai rappresentanti delle parti organizzatrici erano presenti quelli di tutti gli organi di controllo e di supporto coinvolti, ci è stato confermato che, per come la norma è fatta, non è tecnicamente possibile ottenere deroghe. Adesso, non essendo specialisti del settore e/o profondi conoscitori di tutti i dettagli della normativa, non ci siamo cimentati in ulteriori disquisizioni normative, e ci scusiamo per eventuali inesattezze.
Comunque, dal giorno prima al giorno dopo, non si è fatto in tempo a diffondere un’adeguata comunicazione, anche per gli ultimi impellenti preparativi in corso, e ci si è affidati al passaparola. Anche qui è da dire: non è vero che nessuno sapeva e tutti sono caduti dalle nuvole all’ultimo momento…Si poteva fare meglio a livello di comunicazione e/o esplorare soluzioni alternative o spurie per la parte del rogo? Forse, si. Teniamocelo come opportunità di miglioramento per la prossima volta.
Intanto, ci scuserete, se ci teniamo anche, come parte del comitato organizzatore, lo straordinario successo, anche in termini di partecipazione, di tutti gli eventi programmati nei dieci giorni di celebrazioni carnevalesche, il coinvolgimento di migliaia di bambini nelle scuole e sulle strade “della radeca”, le attività benefiche, il teatro, l’arte, il rinverdito gemellaggio con il Comune di Ponza, le strade gremite, colorate e festose a più non posso il martedì grasso, le più di mille radeche colte e distribuite, il sold-out di tutti i bar, ristoranti e alloggi della città, specialmente della parte alta, i numerosi forestieri intervenuti, l’atmosfera straordinaria respirata in questi giorni.
Infine, visto che siamo ottimisti, con riferimento al “rogo traslato”, vogliamo tenerci anche il seguente aspetto: qualche decennio fa una polemica del genere non sarebbe mai avvenuta, semplicemente perché la tradizione della Ràdeca rischiava persino di sparire. Il fatto che invece ci siano state rimostranze (ci riferiamo sempre e solo a quelle delle persone che lo hanno fatto in modo sano e disinteressato) ci riempie di gioia perché ci conferma che, dopo tutto il lavoro di recupero e diffusione degli ultimi decenni, ormai la gente si è riappropriata della nostra più bella tradizione, e la sente finalmente sua.
Sempre al Vostro servizio, Signori e “ad maiora”! Viva la Ràdeca !


