Era davvero una bomba, un congegno rudimentale, contenuto in una scatola bianca trovata in via Mastruccia. Poco fa gli artificieri giunti da Roma hanno aperto il contenitore ed hanno neutralizzato il congegno ‘smontandolo’, disinnescandolo e rendendolo quindi innocuo.
Un’operazione molto delicata che ha richiesto grande attenzione e professionalità, ma tutto è andato nel migliore dei modi. Il pacco bomba si trovava davanti all’ingresso della palazzina situata al civico numero 6 di via Mastruccia, poggiato su un motorino parcheggiato accanto ai cassonetti dei rifiuti, nei pressi dell’incrocio con via Maria.
Il pacco è stato notato da uno dei residenti che, intorno alle 9, ha dato subito l’allarme. C’è chi dice che sia stato consegnato da un corriere che avrebbe notato uscirne della polvere bianca e si sarebbe insospettito, ma è tutto al vaglio degli investigatori e il riserbo è massimo.
Subito sono state avviate le indagini e nessuna pista è esclusa, da quella di ritorsioni tra famiglie rom, che anche abitano nei pressi, a quella che porta al controllo del mercato della droga o della prostituzione, visto che in zona ci sarebbero anche alcune “case di tolleranza” gestite prevalentemente da cinesi, per arrivare al racket e quindi al ‘pizzo’.
Da stabilire, anche, se il congegno doveva essere preso da qualcuno per essere poi utilizzato altrove, sempre, probabilmente, a scopi intimidatori, o se doveva essere fatto esplodere sul posto. Così come, soprattutto, va accertato chi l’ha messo lì, su quel motorino, se per volontà propria o se dietro mandato di altri, e poi, essendo un congegno di fabbricazione “artigianale”, chi è che l’ha confezionato: se la stessa persona che l’ha poggiato sul motorino o altri.

Insomma, una serie di quesiti, tutti inquietanti, ai quali investigatori e inquirenti dovranno cercare di dare una risposta in una città che sempre più spesso, purtroppo, si trova ad essere teatro di fatti di cronaca nera molto eclatanti.
Comunque sia si tratta di un vero atto intimidatorio, che fa salire la preoccupazione in città dopo – fermandoci ai casi più importanti – i fatti di via Monti Lepini (l’incendio del nuovo mega store Pianeta Outlet) e di via Aldo Moro (la sparatoria mortale).
Nel pomeriggio la Questura ha spiegato che “il congegno sospetto” era “costituito da 3 artifizi pirotecnici collegati ad un timer”. Tre petardi di notevoli dimensioni, stando a quanto ufficiosamente saputo, non particolarmente distruttivi ma di certo in grado di provocare una grande deflagrazione. E la circostanza che fossero collegati ad un timer rafforza l’ipotesi di partenza e cioè che il congegno fosse destinato a qualche atto intimidatorio. Saranno comunque le indagini a chiarire l’intero episodio.


