“In via Fontana Unica a Frosinone risulta un’alta percentuale di residenti fragili dal
punto di vista sanitario. Tutto emerge da un questionario epidemiologico che
l’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente ha somministrato al 26,8% dei
residenti nella strada su indicata, con esclusiva attenzione alle malattie
cardiovascolari e respiratorie per valutarne l’incidenza.
In Italia – scrivono la Dott.ssa Teresa Petricca, responsabile scientifica Associazione Medici Ambiente, e il Dott. Giovambattista Martino, coordinatore Associazione Medici Ambiente – le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nella popolazione e le
malattie respiratorie sono la terza causa di morte per gli uomini e la quinta per le
donne (dati ISTAT). Le malattie cardiovascolari in primis e le respiratorie
costituiscono, peraltro, patologie che nell’inquinamento dell’aria ravvisano una
delle cause patogenetiche ovvero di insorgenza o ne possono risultare aggravate,
se già esistenti. Rispetto le malattie cardiovascolari, per esempio, l’aria inquinata è
killer nel 14% di tutti i decessi (The Lancet). Infarto ed ictus aumentano del 5% per
ogni 10 mcg/m3 in più della concentrazione di particolato fine (PM2,5).
Ma quali i risultati emersi dai questionari utilizzati dai Medici in Via Fontana Unica? Età media dei partecipanti 65,6 anni per gli uomini e 64 anni per le donne. L’84% degli
esaminati è risultato portatore di patologie a fronte del 16% che è apparso sano.
Nel 39% degli osservati riscontrate patologie cardiovascolari, nel 15% patologie
respiratorie, mentre il 30% le ha rappresentate entrambe (comorbidità). Le
patologie cardio-metaboliche e vascolari indagate sono state: ipertensione
arteriosa; dislipidemia ipercolesterolemica; cardiopatia ischemica; insufficienza
cardiaca; aritmie; ischemia cerebrale cronica; diabete; obesità.
Le patologie polmonari: allergia stagionale; asma occasionale e cronica; BPCO; interstiziopatie polmonari; insufficienza respiratoria cronica; cancro del polmone. I risultati sono apparsi inconfutabilmente necessitanti di attenzione sanitaria, preso atto
dell’esubero rispetto la normalità. Basti considerare la prevalenza delle aritmie pari
al 19% , delle cardiopatie ischemiche pari al 9% e delle ischemie cerebrali del 4,5% ,
valori marcatamente superiori ai dati di prevalenza rilevati sulla piattaforma Open
Salute della Regione Lazio per la stessa fascia di età.
Lo stesso dicasi per la BPCO con il 16% rispetto al 7-8% del dato nazionale e dell’asma cronico con il 13% rispetto il 9% del dato nazionale. I medici hanno accolto le istanze dei residenti che si sono preoccupati che l’inatteso ovvio incremento del carico emissivo di polveri sottili da parte del traffico veicolare, sproporzionatamente aumentato in Via
Fontana Unica trasformata dall’oggi al domani in arteria viaria principale con la
chiusura di Via Marittima, potesse avere ricadute significative sulla salute. Tutta la
città di Frosinone è tristemente nota per i record nazionali rispetto i livelli
pericolosamente alti delle polveri sottili, per gli indiscussi superamenti, per l’esposizione cronica oltre soglia da decenni, per aver contribuito al sanzionamento
dell’Italia da parte della Corte Europea ma, in questo precipuo periodo, Via Fontana
Unica, diversamente da altre aree cittadine, sta sopportando un aggiuntivo
sovraccarico di inquinanti. A nostro giudizio di medici – evidenziano Petricca e Martino – i risultati sono necessitanti di forte ed immediato attenzionamento, perché i soggetti individuati, con le relative fragilità, rientrano proprio tra quelli che secondo gli studi internazionali ed i suggerimenti del Ministero della Salute,andrebbero salvaguardati dall’esposizione cronica e a cui viene consigliato, come noto,di non abbandonare il proprio domicilio e non aprire le finestre nel corso dei picchi di innalzamento delle polveri sottili.
Sembra che a Via Fontana Unica si vada al contrario rispetto le raccomandazioni a
salvaguardia.
Chi può negare che durante una giornata di traffico costantemente intenso e temporalmente prolungato non si realizzino ripetutamente dei picchi di esposizione oltre l’esposizione prolungata e cronica di fondo già di per sé dannosa? Chi può garantire i residenti e tranquillizzarli sulla prognosi delle proprie malattie rispetto tale nuova condizione ambientale? Interrogativi che devono trovare risposte e soluzioni pressoché immediate, vista la posta in gioco”.