“Un’edizione dal tema: storie di cavatori, aziende e sommelier del tartufo. Ma perché Campoli Appennino è famosa per il tartufo? Ve lo racconteremo attraverso le storie dei cavatori che custodiscono aneddoti, curiosità e spaccati di vita vissuta su questo fantastico e misterioso mondo. Vi parleremo – è scritto in una nota stampa – di come i tartufai campolesi hanno fatto grande il nome di Campoli attraverso il tartufo custodendo boschi, scoprendo nuovi territori vocati.
La storia dei cercatori di tartufo di Campoli ha origini molto lontane e parte dai primi anni 50 quando alcune famiglie campolesi scoprono che la terra regalava frutti pregiati e che dalla raccolta e commercializzazione si guadagnava molto di più che con il semplice lavoro della terra. Territori che vivevano di ruralità e miseria, e che si approcciavano ancora poco all’avanzare dell’industrializzazione crescente del dopo guerra.
Famiglie pioniere iniziano a cercare e commercializzare tartufi, ancora nei paesi vicini non tutti conoscevano questa preziosa attività. Nelle nostre zone il tartufo c’è tutto l’anno: si raccoglie lo scorzone, si raccoglie il nero invernale si scopre che alcune zone avevano una forte vocazione per la raccolta del tartufo bianco pregiato.
I tartufi erano per lo più venduti a compratori di Norcia e di Alba ed hanno contribuito a farli diventare quello che sono oggi. Sempre più ragazzi decidono di raccogliere tartufi piuttosto che scegliere altre occupazioni. Nella metà degli anni 80 l’economia dell’intero paese è retta dal tartufo: si moltiplicano gli scambi, nasce la prima azienda di trasformazione.
Contemporaneamente – prosegue la nota – aumentano i raccoglitori e i territori diventano sempre più piccoli e con essi la mancata protezione legislativa e la miope programmazione politica fanno sì che l’attività dei raccoglitori passa da prerogativa di pochi a popolare opportunità per tutti.
Campoli Appennino però custodisce l’anima di questo antico mestiere e il tartufo rappresenta per Campoli ricchezza, prestigio e vanto e con esso si tramandano storie, usi ed anche ricette.
La 37esima edizione – aggiungono gli organizzatori – vuole raccontare il mondo del tartufo di Campoli Appennino ai visitatori. Il programma per il prossino 9-10-16 e 17 novembre è ricco di eventi: si potrà acquistare il tartufo fresco e i prodotti a base di tartufo negli stand delle tre aziende in Piazza Umberto I. Si potranno degustare numerosi piatti al tartufo nelle aree gastronomiche e acquistare numerosi altri prodotti di eccellenza della Regione Lazio e delle altre Regioni. Non mancheranno visite guidate all’area faunistica e alla Torre medioevale, musica dal vivo, show cooking e dimostrazioni della cava e ricerca del tartufo.
Sarà presente l’Associazione Nazionale Città del Tartufo e i presidi slow food del Lazio che patrocinano l’evento.
I week end si divideranno fra il Centro Storico di Campoli Appennino e il Centro Servizi Orsa Maggiore località Cicerone.
Programma Principale
• Apertura stand alle ore 9:00 per tutto il percorso enogastronomico, con prodotti artigianali e locali
• Apertura stand gastronomici alle ore 12
• Degustazioni e show cooking con piatti al tartufo, dalle ore 10:30 nelle due domeniche
• Eventi musicali con i MisturaLive, i Saltapizzica ed i Turbolenti ed aperitivi coni dj set pomeridiani, per una festa che si concluderà alle 20:00
• Visite guidate alla Torre Medievale e all’Area Faunistica dell’Orso, un’esperienza immersiva nella fauna del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.