martedì 14 Maggio 2024
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L’Eccidio settimanale – ‘Carico residuale’? Non una ‘oscenità umana’ ma credo che Gesù lo chiamasse ‘prossimo tuo’

L'Europa non lasci sola l'Italia. Questo è fondamentale e qui si gioca la civiltà dell’Europa e la democrazia non solo in Italia ma anche in Europa

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Forse l’argomento che oggi vuol trattare l’eccidio settimanale può annoverarsi tra i peccati di presunzione dello scrivente. Scrivente che invece pensa possa essere una riflessione, si spera non effimera, che propone ai suoi 23 lettori di manzoniana memoria. Se non va bene vuol dire che la prossima volta proverà a fare di meglio. Per intanto si spera comunque che anche questa volta per l’argomento trattato la proposizione odierna possa far rinsavire pure i nostri amministratori che si dichiarano cattolici con tanto di Madonne alle spalle o con il Rosario tra le mani. Torno a dialogare con voi in prima persona e non in terza, ut supra! Prendo spunto per questo mio appuntamento settimanale da frasi ‘rubate’ a colleghi che forse hanno qualche anno di meno di giornalismo (io l’anno prossimo ne compirò cinquanta), ma che hanno di certo una qualità in più nel loro usus scribendi. E ciò a proposito del tema che in questi giorni sta rivelandosi la spada di Damocle per i nostri governanti proponendo la differenza tra buoni, brutti e cattivi inquadrandone alcuni come, ‘carico residuale’.

Così scrive Luigino Bruni, docente di economia editorialista di Avvenire e ordinario di economia politica alla LUMSA di Roma

“Siate ospitali coi forestieri: alcuni dei nostri hanno ospitato angeli senza saperlo’ (Lettera agli ebrei). E invece noi non facciamo scendere donne e uomini da una nave, persone che vengono da dolori enormi, che si vedono chiudere la porta in faccia dal primo governo italiano di una madre cristiana. Orrori in nome della ripartizione con l’Europa, quando la Germania ha molti più profughi di noi, ma molti di più. Solo ideologia, pura ideologia: nient’altro. Peccato che poi il conto lo paghino i deboli e i poveri del mondo. Quanta ingiustizia su questa nostra terra! E quanti angeli aspettano davanti alle nostre porte?’

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Il Manifesto ed il Riformista

E degli essere umani definiti ‘carico residuale’? E’ l’oscenità usata dal ministro Piantedosi per definire i migranti’- si legge sul Manifesto e sul Riformista.
Un ‘carico residuale’ fatto di carne umana, di anime ferite, di sguardi spersi, di famiglie separate, mamme a figli a terra e papà da rispedire. Quanti angeli li aspettano davanti alle nostre porte!? Stiamo riempiendo le carceri di stranieri poveri. Non è un fatto di destra o di sinistra, il maltrattamento dei migranti è una vergogna italiana. Oppure come spesso accade si tratta della morte per fame, per sete, per affogamento davanti alle nostre spiagge e spesso a pochi metri dai nostri moli, di migliaia e migliaia di persone la cui morte costituisce l’inevitabile posta di bilancio di quelle politiche. È una cosa da pizzicagnoli di vite umane tutto ben sintetizzato dall’espressione del Ministro che ha parlato di ‘carico residuale’ come se la disperazione di questi poveri cristi si misurasse in chili: venti sbarcano e trenta restano’.
Non è questa una linea di governo sull’immigrazione. “Il carico residuale (del Ministro) credo che Gesù lo chiamasse prossimo tuo”- scrive don Dino Pirri.
‘Carico residuale’ come il ministro dell’Interno, amico di Salvini, definisce il risultato discriminatorio delle operazioni che lasciano in mare i moribondi lievi, sono comprensibili e financo giustificate, ma a patto di riconoscere che quella brutale dicitura descrive una realtà che in modo innominato e senza lo scandalo di oggi abbiamo rivisto ripetersi molte volte e sotto il governo di ogni colore”.



L’ebreo Primo Levi uno dei pochissimi superstiti dell’Olocausto

Ci sovviene qui l’esclamazione di pietà e diremmo di carità cristiana scritta da un ebreo, Primo Levi, nel suo ‘Se questo è un uomo’
“Voi che vivete sicuri nelle vostre tiepide case, voi che trovate tornando a sera cibo caldo e visi amici considerate se questo è un uomo che lavora nel fango e che non conosce pace, che lotta per mezzo pane, che muore per un sì o per un no; considerate se questa è una donna senza capelli e senza nome e senza più forza di ricordare, vuoti gli occhi e freddo, il grembo come una rana d’inverno, meditate che questo è stato. Vi comando queste parole, scolpitele nel vostro cuore stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi, ripetetele ai vostri figli dove si sfaccia la casa e la malattia vi impedisca ed i vostri nati tolgano il viso da voi”

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L’appello di Papa Francesco

Il nuovo decreto del governo prevede ispezioni sanitarie a bordo per individuare fragili, donne e bambini: queste le categorie cui è permesso lo sbarco dividendo famiglie come nei lager tedeschi di memoria olocaustiana. E mentre scoppia la bagarre politica sulla questione immigrazione arriva l’appello di Papa Francesco a salvare le vite in mare. “La vita va salvata, il Mediterraneo è un cimitero, forse è il cimitero più grande”. L’Italia, questo governo, non può fare nulla senza l’accordo con l’Europa, la responsabilità è europea . Ogni governo dell’Unione europea deve mettersi d’accordo su quanti migranti può ricevere l’Europa deve prendere in mano una politica di collaborazione e di aiuto, non può lasciare a Cipro, alla Grecia, all’Italia e alla Spagna la responsabilità di tutti i migranti che arrivano alle spiagge”.


L’Italia non deve essere però sola. L’Europa deve fare la sua parte

“Il discorso del Pontefice, ha sottolineato mons- Francesco Savino, vice presidente Cei- è “serio, responsabile ed evangelico”. “Se non vogliamo che i mari, soprattutto il Mar Mediterraneo, diventi sempre di più un cimitero liquido senza lapidi ma forse il cimitero più grande, noi dobbiamo salvare, custodire e tutelare gli immigrati e l’Europa non lasci sola l’italia. Questo è fondamentale e qui si gioca la civiltà dell’Europa e la democrazia non solo in Italia ma anche in Europa”.

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Il lavoro degli stranieri arricchisce la nostra comunità

Parlando con la fondazione Moressa Papa Francesco… L’Avvenire scrive che “ Il lavoro ed il sacrificio degli stranieri arricchiscono le nostre comunità».
E una ricerca della Fondazione Moressa conferma l’impatto positivo per l’Italia: 28 miliardi di entrate contro 26 di uscite
«I migranti non basta accoglierli: vanno anche accompagnati, promossi e integrati». Con questa frase, a braccio, Papa Francesco si è rivolto ai partecipanti alla Conferenza internazionale sui rifugiati e i migranti promossa dalla Facoltà di scienze sociali della Pontificia Università Gregoriana, in collaborazione con Refugee & Migrant Education Network, la Fondazione Being the Blessing. Il Pontefice ha ribadito che le diversità che portano i migranti, nelle società in cui sono accolti, sono «una ricchezza» e il loro contributo ha «un potenziale enorme».


Il loro lavoro, la loro capacità di sacrificio, la loro giovinezza e il loro entusiasmo arricchiscono le comunità che li accolgono

“Ma questo contributo – grida Papa Francesco- potrebbe essere assai più grande se valorizzato e sostenuto attraverso programmi mirati chiedendo di ‘riflettere sulle cause dei flussi migratori e sulle forme di violenza che spingono a partire verso altri Paesi. Mi riferisco naturalmente ai conflitti che devastano tante regioni del mondo. Ma vorrei anche sottolineare un altro tipo di violenza, che è l’abuso della nostra casa comune. Il pianeta è indebolito dall’eccessivo sfruttamento delle sue risorse e logorato da decenni di inquinamento». Quanto al ruolo di chi accoglie, per Francesco «tutte le istituzioni educative sono chiamate ad essere luoghi di accoglienza, protezione, promozione e integrazione per tutti, senza escludere nessuno».
Ed infine con Francesco…”Cari fratelli e sorelle, e specialmente voi, giovani! Se vogliamo cooperare con il nostro Padre celeste nel costruire il futuro, facciamolo insieme con i nostri fratelli e le nostre sorelle migranti e rifugiati. Costruiamolo oggi! Perché il futuro comincia oggi e comincia da ciascuno di noi. Non possiamo lasciare alle prossime generazioni la responsabilità di decisioni che è necessario prendere adesso, perché il progetto di Dio sul mondo possa realizzarsi e venga il suo Regno di giustizia, di fraternità e di pace”.

File rouge umanitario

Dunque, un file rouge umanitario che invita a riflettere un po’ tutti noi senza false ideologie ed affogati in una sorta di populismo che mette l’io al centro e non già colui che allunga una mano chiedendo aiuto per trovare un cantuccio caldo dove riposare o un orticello da lavorare. Migranti che chiedono aiuto perché scappati dagli orrori della loro terra gridano..’non sappiamo dove andare’. E che purtroppo in alcuni casi diventano vittime impotenti del mare.


Triste amarcord

Ed infine giusta la richiesta ad altri paesi di accogliere anche loro il migrante, ma noi non possiamo lasciarli in balia di burrascose tempeste con i più deboli a rischio affogamenti. Chi purtroppo non ricorda uno dei tanti tragici naufragi come quello di un anno fa e non è il solo caso, centotrenta profughi morti in mare in una nuova strage che poteva essere evitata? Da due giorni tutti sapevano che c’erano 3 barconi nel Canale di Sicilia in pericolo di affondare per il mare mosso. Hanno lanciato messaggi, ma né i libici né gli italiani né i maltesi sono intervenuti. E così quei poveri profughi sono morti. Che sia di triste lezione per il futuro.

Preghiera del Papa

“Signore, rendici portatori di speranza,

perché dove c’è oscurità regni la tua luce,

e dove c’è rassegnazione rinasca la fiducia nel futuro.

Signore, rendici strumenti della tua giustizia,

perché dove c’è esclusione fiorisca la fraternità,

e dove c’è ingordigia prosperi la condivisione.

Signore, rendici costruttori del tuo Regno

insieme con i migranti e i rifugiati

e con tutti gli abitanti delle periferie.

Signore, fa’ che impariamo com’è bello

vivere tutti da fratelli e sorelle. Amen.

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Egidio Cerelli
Egidio Cerellihttps://www.tunews24.it
Giornalista del quotidiano online "TuNews24.it" e del settimanale cartaceo "Tu News", inizia a collaborare con il Messaggero il 29 aprile 1973, quindi con il Corriere di Frosinone, Radio Frosinone, TeleUniverso e Itr, per le telecronache del Frosinone Calcio e del Basket Veroli. Quindi Extra Tv, Ciociaria Oggi, La Provincia Quotidiano e Tg24. Organizzatore di numerosi eventi tra cui la Biennale del Ferro Battuto, Premio Veroli con Mogol, Premio Valente con Gaetano Castelli.
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