venerdì 29 Marzo 2024
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Piscine fuori norma, le segnalazioni dei Nas nel Frusinate e nel Pontino

In provincia di Frosinone sono state 6 le piscine visitate dai carabinieri del Nas, 13 invece quelle in provincia di Latina

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Ha interessato anche la provincia di Frosinone l’attività di controllo effettuata dai carabinieri del Nas, d’intesa con il Ministero della Salute, presso parchi acquatici e piscine destinate all’uso ricreativo e di divertimento.

L’intensificazione dei servizi nel corso dell’estate – nei mesi di luglio e agosto – è stata pianificata, viene spiegato, “al fine di verificare il rispetto dei livelli qualitativi e di sicurezza dei servizi offerti, anche in relazione al prevedibile aumento di accessi degli utenti connesso con il notevole flusso vacanziero e con le condizioni climatiche caratterizzate da intense temperature”.

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In provincia di Frosinone sono state 6 le piscine visitate dai carabinieri del Nas di Latina. In due di queste sono emerse carenze dei requisiti strutturali del punto di ristoro; un’altra invece è stata segnalata al competente Sindaco affinché si metta in regola con gli adempimenti burocratici.

Controlli anche a Latina

Per quanto riguarda la provincia di Latina, sono stati effettuati controlli in 19 strutture riscontrando irregolarità in 13 di queste. In particolare cinque piscine sono state chiuse (ma a due è stato poi revocato il provvedimento di sospensione) per mancata esecuzione delle analisi delle acque utilizzate nell’impianto natatorio; in due casi, quello di “un parco acquatico e di un centro sportivo con annesso impianto natatorio utilizzato anche per attività ludiche-ricreative, entrambi ubicati nella provincia di Latina” si legge in una nota dei Nas, “è stato accertato che le acque di approvigionamento delle piscine provenivano da pozzi artesiani e non erano state sottoposte alle periodiche verifiche di potabilità previste dalla legge”.

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In altre due piscine, poi, sono state riscontrate carenze dei requisiti strutturali del punto di ristoro e altrettante sono state sanzionate per carenze igieniche nei locali di ristoro per importo complessivo di euro 2.000. Infine, 4 piscine sono state segnalate ai sindaci per adozione di provvedimenti di competenza per mancata osservanza degli aspetti igienico sanitari, per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio.

Le operazioni nel resto dello Stivale

Le attività, condotte su tutto il territorio nazionale, hanno interessato tra luglio ed agosto l’ispezione di 288 strutture, rilevandone 83 irregolari (pari al 28% degli obiettivi ispezionati), che hanno portato alla contestazione di 108 sanzioni penali ed amministrative per oltre 40 mila euro. Sono stati inoltre disposti 10 provvedimenti di chiusura nei confronti di altrettanti impianti e aree ricreative acquatiche a causa di gravi criticità ritenute incompatibili con la prosecuzione dell’attività ludica e con la frequentazione degli utenti.

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Tra questi, in 4 episodi nelle province di Messina, Viterbo e Latina, i controlli di Carabinieri dei NAS hanno accertato la inidoneità delle acque utilizzate negli impianti natatori e di divertimento, rilevando anche elevati contenuti di coliformi fecali e cariche batteriche, tali da rendere l’acqua pericolosa per la salute umana a causa di potenziale rischio di tossinfezioni.

Ulteriori provvedimenti di chiusura hanno interessato 3 piscine totalmente abusive nelle province di Napoli, Reggio Calabria e Bari, riconducibili a proprietà private o strutture ricettive, adibite arbitrariamente ad aree ricreative aperte al pubblico con ingresso a pagamento, nonché altre 3 strutture affette da rilevanti carenze strutturali ed autorizzative.

Le violazioni, inoltre, hanno riguardato situazioni di inosservanza alla normativa di sicurezza dei luoghi di lavoro e di prevenzione ai rischi di utilizzo delle strutture da parte degli utenti, incluse le misure di contenimento alla diffusione epidemica del COVID-19, come l’assenza di cartellonistica informativa per gli avventori e la mancanza delle periodiche pulizie e sanificazioni.

Presso i punti ristoro interni alle strutture, sono stati sequestrati oltre 250 kg di alimenti, destinati alla somministrazione alla clientela, risultati scaduti di validità e privi di tracciabilità, nonché rilevate carenze igieniche e strutturali degli ambienti di preparazione dei pasti, spesso rimediati in spazi ristretti, privi dei minimi requisiti per garantire condizioni ottimali di funzionamento e di manutenzione. I controlli dei Carabinieri NAS proseguiranno allo scopo di garantire la salute dei cittadini e la sicurezza del consumatore.

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