mercoledì 15 Maggio 2024
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Frosinone – La Radeca, il carnevale storico ciociaro: unico in Italia

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La “Radeca”, tradizione carnevalesca unica in Italia, annoverata tra i carnevali storici del “Bel Paese”; sopravvive nonostante la pandemia, anche se per ora solo in modo virtuale.  

La Radeca - fantoccio del generaleSi tratta di una festa esclusivamente frusinate, che affonda le radici in un’epoca lontana; eppure il fervore e la passione dei radecari e dei pantanari, è cresciuta sempre nel tempo.

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La Radeca

Come dicevamo, l’origine è molto remota, addirittura sembra precristiana. La stessa Frosinone ha origini molto antiche, essendo stata luogo e territorio di “impavidi guerrieri; e la tradizione della radeca, si può ricollegare ai Saturnali romani, ma anche e ai riti della fertilità e della fecondità. Scacciare l’inverno, chiamare la primavera e poi; la lunga foglia della “Radeca”, non è altro che una foglia d’agave simbolo di fertilità per eccellenza nell’antichità. Sappiamo che della Radeca si è scritto in alcuni documenti ufficiali negli statuti comunali del XIII secolo. In questi documenti si parla chiaramente di una norma in base alla quale erano sospese tutte le attività giudiziarie durante le festività. Eventi come il Natale, l’Epifania, i periodi delle messi; ma anche della vendemmia, e anche le giornate precedenti le ceneri, quindi della festa della “Radeca”appunto. Questa festa tanto sentita, assunse grande rilievo tra il 1798 e il 1799.

Il generale Championnet

All’epoca, ribelli e indomiti, i frusinati si rivoltarono contro le truppe d’occupazione Francesi in città. I francesi avevano sparso tanto sangue, rubato e distrutto; eppure il 26 luglio 1798 l’intera popolazione di Frosinone insorse scacciando la guarnigione transalpina. I ciociari erano stufi delle ingenti tasse imposte dopo il costituirsi della Repubblica Romana; che come si direbbe oggi, aveva l’endorsement dei Francesi. Purtroppo, alla sommossa popolare seguì una terribile repressione; l’ennesima, così dura da portare al massacro di moltissimi innocenti ed anche al danneggiamento di alcuni edifici sacri. Un’intera armata capeggiata dal generale Girardon saccheggiò la città, portando via molti valori. Si sa, i francesi iconoclasti, fondevano anche argento e crocefissi d’oro, estraendone le pietre preziose. Eppure, solo un anno dopo i frusinati, nonostante le ferite ancora lontane dal richiudersi; vollero ugualmente festeggiare il carnevale. Non potevano non festeggiare la Radeca, e lo fecero con il tipico vezzo, incline alla beffa.

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Radecari e pantanari

I frusinati, per esorcizzare fame, povertà e volendo irridere i potenti; scendevano in strada, con una tradizione che ancora sopravvive ai giorni nostri. Proprio quel giorno da Frosinone, mandarono un messo ad Anagni; dove stazionava il generale Jean Etienne Championnet, annunciandogli che Frosinone si era nuovamente ribellata, insomma, una sorta di trappola e di beffa al tempo stesso. Aspettarono il francese nella zona bassa, dove c’era solo campagna, in una sorta d’incrocio, ed erano già brilli. Quando sentivano gli zoccoli di un cavallo, cominciavano a cantare: “esseglie….esseglie!! Eccuglie..”! Alla fine il generale con una guarnigione arrivò e si rese conto d’essere stato beffato. Stette al gioco e si lasciò travolgere dalla festa. Alla fine si portò via anche delle botti di buon vinello ciociaro. Ancora oggi, il “re della Radeca”, il simbolo direi, è un fantoccio vestito da generale. Infine si brucia, esorcizzando il potere, in un rito catartico.

Rione Giardino e La Radeca

Il cuore della manifestazione è sempre stato nel rione “Giardino”; dove ancora oggi si svolge la parte più importante della festa. Si aprono le cantine, e scorrono litri di vino e di “fini fini”, la pasta che si consuma a Frosinone per il carnevale. Il rito avviene pressappoco presso la chiesa di Santa Elisabetta. Proprio là c’è la casa di Carnevale; lascito di un facoltoso frusinate. L’edificio probabilmente una volta era una caserma! Ogni anno, come da tradizione, tutti sono all’opera, per i costumi, i carri, e ogni dettaglio del lungo rituale; compreso una sorta di processo che deve subire il “Generale Championnet”. Migliaia di persone accorrono a Frosinone, perché martedì grasso si deve rinnovare con vigore la tradizione della “Festa della Radeca”.  Si tratta di un evento che, coinvolge in modo particolare appunto gli abitanti del quartiere “Giardino”; custodi da sempre della memoria degli atavici fasti.

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 Carnevale frusinate

Tutti i Rioni Storici della città, ovvero il Giardino, il Centro Storico, Madonna della NeveLa Pescara, Via Gaeta, rappresentati da gruppi organizzati; vestiti secondo la tradizione dell’epoca gareggiano come se si trattasse di un palio! Il corteo naturalmente inizia a sfilare dalla Chiesa di Santa Elisabetta. Tutti gli uomini si abbigliano in stile settecentesco; per rappresentare i personaggi storici del periodo in cui la città di Frosinone era occupata dai francesi. Il “notaro” avanza a cavallo di un asinello. I radecari fanno un circolo… esseglie….esseglie!! Eccuglie..! Brandiscono la classica “radeca” foglia di agave, al centro vi sarà il pantanaro” con la sua “cima de broccole”! Arrivano gli sbandieratori, le bande musicali, carri, mascherine, gruppi folkloristici, pittoreschi carretti addobbati carichi di botti di vino tassativamente ciociaro, e gli immancabili dolciumi tipici della Ciociaria.

Foglia d’Agave

A chiudere il corteo, c’è il carro sul quale troneggia il fantoccio del generale Jean Antoine Etiennè Championnet, protagonista del nostro Carnevale. Il comitato organizzatore del quartiere Giardino, si occupa dei festeggiamenti fino a tarda sera. Ogni anno riscuote grande consenso per via dei costumi dei gendarmi francesi e dei nobili dell’epoca. Infine c’è il rogo del fantoccio che arderà tra le fiamme come in una catarsi; purificazione, liberazione e per esorcizzare infine paure e tristezza e soprattutto la miseria! LA radeca sollevata ritmicamente nella danza come buon auspicio e cantine piene in cui si beve ballando al ritmo del “Salterello”. Dunque, il fantoccio del generale Championnet è messo al rogo dopo la lettura del testamento e l’intervento del “notaro”. Egli sbeffeggia i potenti come accadeva nel 700’!  La festa continua fino a tardi con la distribuzione di vino, e maccheroni fini fini. Euiua Carnuale, Euiua la Radeca !!!”

Fini fini e la Radeca

Orbene, fino alla fine dell’ottocento e anche agli inizi del novecento, nei paesi di Ceccano, Morolo, e anche a Pofi, durante il giovedì grasso era un delirio. Si organizzavano delle vere e proprie corride popolari non molto dissimili dalla mitica e famigerata corsa dei tori di “Pamplona”. Il millenario culto apotropaico del fallo, che a Frosinone è rappresentato dalla “Radeca”. La foglia d’agave, brandita in alto dal popolo che scaccia e distrugge il male, rappresentato dal fantoccio, è un simbolo irrinunciabile. Il generale, infine, rappresenta quindi l’invasore francese del 1798, a cui viene dato fuoco.

Fonte foto – La Radeca – Facebook

© Riproduzione riservata

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Simona Aiuti
Simona Aiuti
Giornalista, web editor, blogger e autrice di romanzi, Simona Aiuti collabora con il quotidiano online TuNews24.it. Ama lo sport, l’arte in tutte le sue declinazioni e andare per musei e mostre. Si occupa da sempre di costume, italiani nel mondo, eccellenze tricolore e di trovare così le nostre tracce sovente profonde all’estero, anche e soprattutto nella stratificazione storica. Ama la storia, i dettagli dell’archeologia nascosta, la scultura, la poesia e l’arte in generale, in molte delle sue sfaccettature.
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