venerdì 26 Aprile 2024
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La vita dopo il trapianto: Ginevra, 19 anni, racconta la sua storia e il suo coraggio. Quando la buona sanità tocca il cuore

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Una storia toccante, di quelle che ti arrivano fino in fondo all’anima e al cuore. Una storia di vita che ricomincia e di buona sanità. Arriva dall’ospedale “Bambino Gesù” di Roma. Protagonista la bella e solare Ginevra, 19 anni, che ha raccontato e si è raccontata sul sito ufficiale del nosocomio capitolino www.ospedalebambinogesu.it

“Mi chiamo Ginevra, ho 19 anni e ho subito un trapianto di fegato due anni fa, nell’ottobre 2019. E’ successo poco prima della pandemia di COVID-19 e mi ritengo fortunata anche per questo! Al trapianto, se devo essere sincera, non avevo mai pensato prima che me lo proponessero come possibile futuro. Non pensavo mi avrebbe mai riguardata. Lo “stare male” e fare avanti e indietro con l’ospedale, nonostante fosse diventata quasi la quotidianità, non mi aveva mai indotto a pensare effettivamente a una soluzione come quella del trapianto.

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Sono nata con una patologia al fegato, di conseguenza ho sempre convissuto con le problematiche relative, ma queste non mi hanno mai fermata. In 19 anni di vita non ho mai considerato quello che avevo – e che ho – un ostacolo a quelli che erano e sono i miei obiettivi o desideri, non mi ha mai fermata nulla di tutto questo. Mi sono sempre (o quasi) rapportata a me stessa, così come gli altri si sono relazionati con me, come a una ragazza qualunque, bambina, adolescente e poi adulta. Con questo non dico che non stessi mai male o non soffrissi o che ancora, non accettassi la malattia anzi, tutto il contrario, ed è stata questa consapevolezza e questi momenti difficili che mi hanno fatto crescere molto, mi hanno reso più matura, più forte, forse anche troppo!

Come ho sempre fatto, pretendo il massimo da me stessa e il fatto che negli ultimi anni stessi spesso male, non nascondo, ha reso il tutto più complicato, mettendomi a dura prova. Alcune volte non lo accettavo, nella misura in cui mi limitava in certi momenti della vita che di solito un ragazzo o una ragazza della mia età vive normalmente e tranquillamente. Sono stati pochi questi momenti, fortunatamente, e come ho detto, li ho superati sempre con molta grinta. Ecco penso che se non avessi avuto un certo coraggio non avrei affrontato il trapianto come l’ho affrontato e l’affronto tutt’ora.

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Il tempo dell’operazione è arrivato in un momento abbastanza critico, avevo anch’io capito che sarebbe stato necessario procedere in quel modo o non sarei riuscita a stare bene dopo.

Ho affrontato il percorso pre-trapianto molto serenamente, complice il fatto che avessi molto fiducia nell’équipe medica che mi ha seguito (e che non finirò mai di ringraziare!). Anche nel durante – che ricorderò per sempre data l’età “avanzata” – sono stata tranquilla, mi sono detta: “se non ti fai forza ora, non andrai avanti dopo, quindi sbrigati ad alzarti e comincia a muoverti”.

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Il “dopo” è stato un po’ più difficile; tutte le ansie e lo stress che avevo accumulato si sono palesati tutto d’un tratto. È stato come uno schiaffo, una cascata di acqua gelida: mi ricordo che avevo paura di tutto, di qualsiasi cosa, paradossalmente mi sentivo più sicura nel muovermi un po’ in tutto con un fegato danneggiato che dopo con uno “funzionante” nuovo. Non so di preciso perché avessi tutti questi timori, forse il pensiero di avere in corpo un organo comunque non mio.

 

Con il tempo la situazione è andata migliorando, anche grazie al percorso psicologico che seguivo in ospedale ed è stato fondamentale. Sono arrivata all’estate del 2020 con un peso in meno al cuore, mi sentivo più leggera, più libera, finalmente potevo passare il tempo serenamente con i miei amici senza dover pensare a cosa sarebbe potuto andare storto.

Ora a distanza di due anni (mi sembra passato molto più tempo!) sono contenta, sto prendendo la mia vita in mano come prima non avevo potuto, sono molto più tranquilla e invece sempre più ansiosa quando vado in ospedale per i controlli (fortunatamente vado man mano di meno, ma forse proprio per questo ho sempre tanta ansia, non mi piace più andare, se non per salutare e ringraziare sempre tanto!). L’operazione mi ha cambiato la vita radicalmente e mi ha aperto gli occhi su una realtà che prima non avevo potuto vivere e che, anche se in ritardo, sto cercando di vivere al meglio adesso. Vediamo adesso l’avventura universitaria che piega prenderà… Speriamo buona!! Ad oggi mi ritengo fortunata, felice, completa.

Auguro di cuore un felice 2022 a tutti!”

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