I dati della pandemia Covid nel Lazio non fanno dormire sonni tranquilli. La situazione è tutt’altro che sotto controllo e i numeri parlano chiaro. Tanto è vero che adesso – salvato per il rotto della cuffia il Natale – si parla chiaramente di una più che probabile zona gialla a Capodanno. Il problema saranno le feste e i cenoni durante i quali, con gli inevitabili assembramenti familiari, il virus rischia di proliferare e di creare un ulteriore innalzamento della curva che a que punto, ai primi del 2022, potrebbe portare, appunto, alla zona gialla subito dopo Capodanno.
Con il Lazio in zona gialla, comunque “non ci sarebbero stravolgimenti rispetto a oggi, la mascherina all’aperto è obbligatoria già in molte zone e i 4 posti a tavola al ristorante sono largamente diffusi”, ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato. Che poi si è detto favorevole ad un lockdown circoscritto per i no vax: “Se ci deve essere, è giusto che sia solo per i non vaccinati. Non può essere penalizzato chi ha mostrato il massimo livello di collaborazione e responsabilità. Con i numeri attuali, non mi aspetto che si arrivi alla necessità di un lockdown, ma il virus ci ha insegnato che è imprevedibile. E se ci fossero ulteriori restrizioni, non devono essere generalizzate”.
Sulla possibile proroga dello stato d’emergenza, invece, D’Amato ha spiegato: “La forma la deciderà il Governo. Conta la sostanza: rimangano le azioni di contenimento del virus e le modalità di approvvigionamento dei vaccini”.
In un’intervista al ‘Corriere della Sera’ l’assessore traccia poi i prossimi obiettivi: “Entro gennaio speriamo di concludere le terze dosi: abbiamo già superato 1 milione e mezzo. Poi bisogna spingere sull’uso degli anticorpi monoclonali. E infine bisogna premere con le case farmaceutiche perché aggiornino i sieri anti Covid per le varianti note. In modo che il funzionamento sia uguale a quello del vaccino antinfluenzale che ogni anno viene aggiornato con i nuovi ceppi”.


